Non so perché, ma ti proteggerò

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*Attenzione! Omegaverse/abo, ma assolutamente non Starker!*

Tony Stark era uno degli alfa più famosi di New York, e non solo perché era multimiliardario; infatti era un alfa incapace di dare figli, e questo per un alfa, un omega o un beta era una grande disgrazia, avere un cucciolo infatti era considerata la più grande gioia a cui qualcuno potesse aspirare.

A Tony era sembrato che gli fosse caduto il mondo addosso quando lo aveva scoperto, ma poi con il passare del tempo si era abituato, volente o nolente, all'idea che non avrebbe mai avuto dei cuccioli. C'era stato un periodo in cui non credeva all'esito che i medici avevano dato, ed era andato a letto con tutti gli omega, maschi o femmine, che si diceva fossero i più fecondi, ma senza nessun risultato. Dopo un po' di tempo ci aveva rinunciato.

Un giorno stava passeggiando per le vie della città senza una meta precisa quando sentì un piccolo piagnucolio da una vicolo oscuro lì vicino; incuriosito si avvicinò alla fonte del rumore. Spalancò gli occhi quando vide un omega di circa dieci anni sdraiato per terra, coperto solo da qualche straccio, che tremava mugolando. Il suo istinto d'alfa iniziò a gridare dentro do lui.
CUCCIOLO. MIO. MIO CUCCIOLO. PERICOLO. MIO CUCCIOLO. FERITO. PROTEGGERE CUCCIOLO.
Senza pensarci due volte si diresse verso il ragazzo, inginocchiandosi vicino al suo corpo tremante e posando le mani sulle sue spalle. Il bambino sobbalzò un pochino, ma non si scostò. Tony non poteva saperlo, ma gli istinti del piccolo gli stavano suggerendo di non sottrarsi, che era la sicuro; in ogni caso il piccolo omega era troppo stanco, fisicamente, mentalmente ed emotivamente, e perciò non riuscì a sottrarsi, lasciandosi sprofondare in un sonno profondo.

Tony continuò ad accarezzare la schiena del bambino fin quando notò che il giovane omega si era addormentato tra le sue braccia. Sorrise e lo sollevò lentamente, cercando in tutti i modi di non svegliarlo, riuscendoci; il bambino appoggiò la testa al petto di Tony, il cui sorriso si allargò ulteriormente. Quel bambino che sentiva come un suo cucciolo gli aveva già portato così tanta serenità e non aveva ancora fatto niente; la verità era che anche solo la sua presenza vicino a lui lo rilassava, come se anche solo sapere che era vicino a lui voleva dire che era al sicuro, anche se era ferito. Questo pensiero gli riattraversò la mente, e si irrigidì. Mandò un velocissimo messaggio a Happy, che arrivò dopo un paio di minuti. Lanciò uno sguardo interrogativo al suo capo quando vide il bambino addormentato tra le sue braccia, ma non disse nulla.

Arrivarono alla Torre senza problemi, ed appena la macchina si fermò Tony uscì senza perdere un secondo. Si diresse il più velocemente possibile verso l'attico, smanioso di portare al più presto il cucciolo in un letto caldo; l'omega infatti stava tremando dal freddo. Tony decise che un bagno caldo gli avrebbe solo fatto bene, perciò si diresse verso il bagno più vicino e iniziò a spogliare il ragazzo, che si mosse un pochino nel sonno senza però svegliarsi. Tony riempì la vasca d'acqua calda e sapone e v'immerse il piccolo; lo lavò, avendo cura di strofinare con dolcezza la spugna sul corpo e passandogli gentilmente le dita tra i capelli. Il bambino non si svegliò nemmeno quando venne tirato fuori dalla vasca di peso, vestito con abiti soffici e profumati anche se troppo grandi per lui dal momento che appartenevano a Tony e steso su un letto grande e morbido. L'uomo però non lasciò la stanza, ma prese una sedia che c'era lì vicino e rimase tutta la notte a vegliare sul piccolo; anche se avesse voluto non sarebbe mai riuscito a dormire, non con il suo istinto che gli continuava a gridare

CUCCIOLO. MIO. IN SALVO. MIO. CUCCIOLO. PROTEGGERE. FERITO. CUCCIOLO. MIO.

Tony sentiva l'odore di sangue che veniva dal corpo del piccolo omega, ma si trattenne, anche se con difficoltà , perché non voleva interrompere il riposo di cui il piccolo sembrava avere un così disperato bisogno.

La mattina dopo Peter si svegliò in un letto morbido. Dapprima pensò di essere morto, dopotutto non dormiva su un letto da fin troppo tempo. Senza aprire gli occhi capì  di non essere morto, perché poteva ancora sentire benissimo il dolore; aprì gli occhi di scatto, spaventato, alzandosi velocemente per scappare.

Tony iniziò sentire l'odore della paura del piccolo omega e capì che si stava per svegliare, e di certo non in maniera tranquilla; infatti, come aveva previsto, il bambino spalancò gli occhi di scatto a scattò seduto, per poi cercare di rotolare fuori dal letto il più velocemente possibile. Tony non glielo permise, e lo placcò abbracciandolo e sussurrando piano "Sei al sicuro. Tranquillo. Ci sono io qui con te. Nessuno può farti del male." Peter si calmò piano piano, mentre il suo respiro imitava inconsapevolmente quello di Tony. "Chi- chi sei tu?" Il milionario si era preparato a questa domanda, perciò non ebbe alcuna difficoltà a rispondere. "Sono Tony Stark. E tu?" Peter sapeva chi era l'uomo davanti a lui, ma questo rendeva ancora più difficile rispondere alla domanda che continuava a rimbombargli in testa. "Perché? Perché sono qui? Perché proprio io, se ci sono molte altre persone come me?" Tony si aspettava le prime due domande, ma assolutamente non la terza. Quel bambino era davvero qualcosa di diverso. "Ho sentito i tuoi lamenti dal vicolo dov'eri e il mio istinto mi continuava a dire che tu eri il mio cucciolo, e che dovevo proteggerti ad ogni costo. Ed è esattamente quello che ho intenzione di fare. Non so perché, non puoi essere biologicamente mio, non posso avere figli, ma ti sento come tale." Peter ci mise un po' a recepire la notizia. Come poteva lui, un comunissimo orfano, essere sentito come un cucciolo da niente meno che Tony Stark? Ci doveva essere sicuramente un'altra spiegazione. Stava per chiederla, quando l'uomo improvvisamente si sedette sul letto e lo abbracciò. Peter s'irrigidì, ma la tensione lo abbandonò a poco a poco mentre il suo istinto gli continuava a sussurrare all'orecchio

Sicuro. Protetto. Sei al sicuro. Nessuno ti farà più del male.

Peter sorrise, magari era vero. Magari l'ombra che lo aveva seguito da quando era molto piccolo, quella che aveva fatto morire tutti intorno a lui, lo avrebbe lasciato in pace. Magari questa volta sarebbe davvero stato al sicuro. Sicuramente lo sperava.

I'll always be with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora