Migliore

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ATTENZIONE!! Sono presenti pensieri suicidi e un tentativo di suicidio. Non leggete se queste cose possono avere conseguenze serie su di voi!! 

Le cose stavano andando molto bene secondo Peter. Il suo rapporto con il signor Stark stava diventando sempre più stretto, quasi padre-figlio; questo da una parte lo rendeva molto felice, ma dall'altra parte era anche un po' intimidito, perché era da così tanto tempo che non aveva una figura "genitoriale" maschile, e non era sicuro di sapere come comportarsi; anche se Peter non lo sapeva anche Tony stava camminando sui gusci d'uovo con Peter, con solo un pensiero costante in testa, ovvero "Non essere come Howard."

Probabilmente queste furono le premesse che scatenarono l'inferno. Ma andiamo con ordine.

Tutto era iniziato da una sera in cui Peter stava per tornare alla Torre come ogni sabato sera per dormire lì per il weekend; mentre si muoveva con le ragnatele verso la torre vide un grande palazzo andare a fuoco, e molte persone che, sporgendosi dalle finestre, gridavano aiuto; allora non ebbe nessun dubbio né esitazione, e si lanciò in loro soccorso. Ne uscì gravemente ferito, e tornò a casa quasi un'ora dopo il suo coprifuoco. Tony intanto era preoccupato al di là di ogni limite, e quando Peter finalmente tornò a casa ferito abbastanza gravemente il sollievo di vederlo ancora vivo venne soppiantato dalla preoccupazione che si trasformò in rabbia. "Ti sembra questa l'ora di tornare?" Disse Tony con tono glaciale, guardando con sguardo profondamente deluso il ragazzo. "Ma Papà..." Cercò di giustificarsi Peter, cercando di spiegare cosa era successo; dopotutto era molto orgoglioso di come era andato il salvataggio di quella sera, e aveva pensato che suo padre avrebbe capito e sarebbe stato fiero di lui; era passato molto tempo dall'ultima volta che Tony gli aveva detto di essere fiero di lui, e Peter aveva sperato che in quell'occasione avrebbe potuto sentirlo, colmando almeno un po' quella costante ansia di sbagliare che ultimamente stava crescendo sempre di più dentro di lui. Evidentemente non sarebbe successo. "E non dirmi che sei anche ferito." Disse Tony con tono duro, e Peter d'istinto scosse la testa velocemente, anche se le sue costole facevano molto male e lentamente stava venendo preso dalle vertigini. "Solo qualche graffio." Mormorò piano. "Allora fila a letto, hai già fatto abbastanza danni." Gli ordinò Tony, e Peter andò in camera sua tenendo lo sguardo basso e trattenendo a stento le lacrime. Quando però la porta fu chiusa riuscì solo a chiedere a Friday di disconnettere la sua camera dalla rete di videocamere di sicurezza e di non aprire la porta per nessun motivo prima di scoppiare a piangere. Così si addormentò, con ancora a tuta insanguinata e sporca, sfiancato dalla fatica, dalle ferite e dal pianto.

Il giorno dopo si svegliò ancora più stanco, ma si sforzò comunque di alzarsi dal letto ed uscire dalla tuta. Si diresse nella doccia, e ci rimase per molto tempo; poi si vestì con un maglione e una tuta. Quando arrivò in cucina per mangiare non trovò nessuno, neanche Tony, che di solito lo aspettava per mangiare con lui. 'Dopotutto perché avrebbero dovuto farlo?' Si chiese 'Tanto non sono importante' pensò. Ormai gli era passata la fame, e dunque tornò in camera con l'intenzione di fare i compiti, ma quell'onda di pensieri oscuri l'aveva ormai travolto, e lui non riusciva ad uscirne per concentrarsi su qualcos'altro. 'E io volevo che tu fossi migliore!' Sentiva suo padre dire, mentre vedeva il suo volto deluso, lo stesso che aveva guardato solo la notte prima. Si prese la testa tra le mani, ma non riuscì a fermare quei pensieri, provando il bisogno viscerale di urlare, ma non lo fece. Non poteva disturbare gli altri, anche se probabilmente non gli sarebbe importato. Il suo telefono vibrò, e lui lo prese; era un messaggio di Ned, che gli aveva mandato la foto di un set lego che sembrava essere nuovo. Sotto c'era scritto <<Guarda cosa mi hanno regalato! Dobbiamo assolutamente organizzare per una serata lego, pizza e Star Wars , non accetto un no!>> seguito da moltissime faccine di vario genere. Peter sorrise lievemente. Magari era un peso per gli Avengers, ma almeno aveva ancora Ned vicino a lui.

La situazione cambiò drasticamente per Peter nel mese successivo, poiché anche Ned iniziò ad allontanarsi sempre di più. Razionalmente Peter sapeva che era normale, e il fatto che non passassero più tutti i giorni insieme non voleva dire che non volesse più essere suo amico, ma subconsciamente non poteva fare a meno di pensare che fosse colpa sua, di essere stato troppo appiccicoso, di essere stato un peso e di aver dunque spinto Ned ad allontanarsi.

Passarono le settimane, e Peter ormai non riusciva più a sorridere sinceramente. Tony non gli rivolgeva più neanche uno sguardo, e questo feriva il giovane supereroe più di quanto credeva possibile. Ogni volta che andava in pattugliamento lasciava che i vari criminali gli facessero più male di quanto fosse necessario, e quando usava le ragnatele si chiedeva sempre cosa sarebbe successo se avesse lasciato andare la presa. La notte si ritrovava seduto sul letto a piangere, o a guardare un punto fisso nel vuoto mentre la sua mente cadeva in un baratro oscuro di pensieri sempre più autodistruttivi.

'A chi mancherei se morissi? Gli Avengers mi ignorano, Ned si è allontanato, Mj non so neanche se sia mia amica, e Tony... Tony mi odia. Sono inutile. Non riesco a fare niente in modo giusto. Non mi merito niente di quello che ho, neanche la mia vita.'

Una notte però quest'onda di negatività lo travolse così tanto da non riuscire a trovare la forza di resistere, e decise di togliersi la vita.

Tony intanto in quelle settimane si era pentito moltissimo di ciò che aveva detto a Peter, e dunque, temendo che il suo comportamento lo trasformasse in Howard, si era allontanato dal ragazzo. Aveva notato come il giovane supereroe si stava distanziando da tutti e sorrideva di rado, ma aveva continuato a stargli lontano, credendo che altrimenti avrebbe fatto peggiorare la situazione. Quella notte però decise di andare a vedere il ragazzo mentre dormiva, perché gli mancava averlo vicino e stare a contatto con lui, anche se l'altro era addormentato.

Peter aveva appeso una corda che aveva preso dalla palestra tempo prima e stringeva nella mano una bottiglietta di forti antidepressivi. Fece il nodo alla corda e portò la sedia della sua scrivania sotto la corda. Ci salì sopra piangendo, e infilò la testa nel cappio, aprendo la bottiglietta di antidepressivi. Era pronto ad ingoiare un bel numero di pillole quando la porta si aprì, e Tony entrò nella stanza.

Quando Tony arrivò davanti alla porta del ragazzo provò a chiedere a Friday di aprire la porta, ma l'AI rispose che Peter aveva chiesto che la stanza non potesse essere aperta da nessun altro per nessun motivo, ma Tony inserì il codice passpartout, e Friday aprì la porta. Quando entrò vide Peter in piedi su una sedia, la testa in un cappio e in mano una boccetta di pillole. Sgranò gli occhi, e Peter si mise a piangere e singhiozzare forte. "Vattene... vattene per favore." Disse Peter piangendo, e Tony alzò le mani come per arrendersi. "Peter... calmo. Ci sono io. Puoi scendere da lì?" Chiese piano. Peter scosse la testa "Ti prego vattene... lasciami andare." Singhiozzò Peter e allora fu Tony a scuotere la testa. "No... no. Non ti lascio andare, ti prego, qualsiasi cosa stia succedendo ti posso aiutare, te lo giuro." Disse Tony pregando il ragazzo. "Ma tu non mi vuoi più..." Disse Peter con tono disperato, e Tony scosse violentemente la testa, sgranando ancora di più gli occhi nel realizzare che era colpa sua. "No, no, no, Peter. Io ti voglio bene, moltissimo. Avevo paura di diventare come mio padre, ma ho lasciato che tu ti sentissi così. Ti prego, ti supplico, scendi da lì. Possiamo aggiustare le cose, insieme." Lo pregò Tony, e Peter ponderò per un attimo le sue opzioni prima di decidere di scendere dalla sedia e cadere nelle braccia aperte di suo padre. Tony lo prese e lo abbracciò stretto, sedendosi sul pavimento e versando le lacrime che quella forte paura appena provata gli aveva causato. Peter non stava bene, e non lo sarebbe stato per molto tempo, ma Tony era al suo fianco per fare con lui ogni passo della strada che lo avrebbe portato a stare bene di nuovo.

I'll always be with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora