CAPITOLO 14

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Lo squillo del cellulare distolse Can dal guardare il cielo stellato.
"Can, sono io..."disse Sanem.
"Sanem, amore mio, dove sei?" risposi ansioso.
"Alla tenuta. Ti aspetto a letto. Sono un po' stanca..." e riattaccò.
La sua voce era strana. E la mia ansia cresceva mentre guidavo. Avvisai i miei suoceri ed Emre che mi consiglio' di restare calmo per non peggiorare le cose.
Entrai nella nostra camera e vidi che fingeva di dormire. Non la svegliai,o meglio, feci finta di credere che dormisse. Mi spogliai e mi misi a letto.
L'abbracciai.
"Ero molto preoccupato per te Sanem. Ero morto di paura. Ma ora sei qui. La notte che mi hai confessato di amarmi ti ho detto che volevo rapirti e portarti via ovunque tu volessi e tu mi hai risposto che volevi restare qui tra le mie braccia e nel mio cuore e che era abbastanza per te. Sappi che qui, nel mio cuore, ci sarai sempre e solo tu amore mio. Che il tuo posto è solo tuo. E lo sarà sempre."
Vidi le lacrime rigarle il viso e la strinsi forte a me.
Il mio Albatros. Lo amavo più della mia stessa vita. Ed era riuscito a sconvolgermi ancora come quella notte quando, nel bosco, ripeté a memoria alcune pagine del mio libro. Continuai a fingere di dormire. Mi sarei fatta perdonare la mattina seguente.
Mi svegliai e Sanem non c'era. Sul cuscino c'era un biglietto con scritto "Ci vediamo in agenzia. Passo dai miei. Ti amo! 💋" e l' impronta del suo rossetto era il bacio della mia Sanem alla mia anima.
Il telefono squillò. Risposi senza guardare.
"Amore mio!"
"Mi spiace deluderti, amico mio. Ho una notizia per te: la proprietaria del rifugio ti aspetta stamattina verso le 10 per discutere la vendita..."
"Metin ma non potevi occupartene tu? Devo risolvere un problema con Sanem, non puoi andarci tu al mio posto?" chiesi.
"È intenzionata a vendere ma vuole discutere solo ed esclusivamente con te, con Can Divit in persona. Fidati Can. Vacci e non te ne pentirai."
Accettai. Dovevo andarci per forza.
Chiamai Sanem per avvisarla che avrei fatto tardi. Era stranamente allegra e non fece domande: non sapevo che pensare.
Ma dovevo restare lucido. Dovevo ricomprare il rifugio.
Mentre guidavo verso il rifugio, ripensai ai tanti momenti vissuti in quel luogo: momenti belli e momenti brutti. Ma tutti momenti vissuti con lei e per lei.
Parcheggiai il pick-up e scesi. E vidi Sanem seduta sul gradino di pietra che era l'ingresso del giardino.
"Sei in anticipo Can..." mi disse.
"E tu che ci fai qui?"
Ero stupito. Non capivo cosa mi sfuggiva.
"Devi incontrare la proprietaria del rifugio vero? Bene. Ce l'hai davanti.''
Ero basito. Non capivo. E il suo sorriso non mi aiutava anzi mi confondeva ancora di più.
Mi porse una cartellina. E iniziò a raccontare.
"Quando sei andato via, tuo padre ha dovuto vendere i vostri beni per coprire i debiti di Friki Harika. Sono stati costretti a vendere, oltre la casa, anche il rifugio. Non ti hanno interpellato perché tuo padre aveva la tua delega. Sai chi ha comprato il rifugio? Osman e Ayhan. Loro sapevano quanto questo posto fosse importante per noi ed erano certi che un giorno ci saremmo ritrovati..."
Prese fiato, lei. Mentre io non sapevo cosa pensare. Continuò a raccontare.
"Quando ci siamo sposati, Osman e Ayhan non se la sono sentita di venire ma hanno contattato Metin chiedendogli di fare in modo che il rifugio tornasse nelle mie mani. Era il loro regalo di nozze."
Non ci stavo capendo niente. Sanem lo capi' e mi abbracciò.
"Ieri quando hai chiesto a Metin di ricomprare il rifugio, Metin mi ha contattato raccontandomi tutto."
"Allora sei tu la proprietaria?" mi chiese.
"Lo ero. Nella cartellina c'è l'atto di vendita a tuo nome. Can ora sei di nuovo tu il proprietario..."
Piangevamo entrambi. La baciai.
"L'arrivo dei nostri cuccioli ti ha reso euforico. Ma non voglio metterti nuovamente in gabbia. So che non ci lasceresti mai. Ma so anche che hai bisogno dei tuoi spazi. Io non ti ho incastrato Can..." disse abbassando lo sguardo.
"Qui potrai essere libero quando vorrai..." concluse Sanem.
Avevo un nodo alla gola. Guardavo mia moglie e ringraziavo Allah per averla messa sulla mia strada. Le sollevai il mento.
"Sanem, amore mio. Tu sei la mia vita, sei tutto quello che voglio. Sei tu la mia libertà. Ti guardo con questi occhi e mi rendo conto che sei l'unica cosa bella al mondo. E ti guarderò sempre così perché è l'unico modo che il mio amore conosce."
Poggiò la mano sul mio ventre.
"Sarete sempre l'Amore per me. Io non potrei vivere senza di voi..."
Gli occhi di Can si incatenarono a quelli di Sanem. L'amore esplose in un bacio. Erano certi che l'uno senza l'altra non potevano più esistere.

CAN E SANEM ❤️  Una storia d'amore da raccontareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora