CAPITOLO 9

4.6K 144 13
                                    

Parigi era bellissima e molto romantica.
Can e Sanem passeggiavano mano nella mano. Si staccavano solo quando Can fotografava la sua Sanem: e di questo non si stancava mai.
La Tour Eiffel aveva stregato Sanem tanto da strappargli la promessa di portarla lì anche la sera stessa dato che l'indomani avevano il volo per le Galapagos.
Passeggiavano lungo gli Champs-Elysees quando un uomo si avvicinò a Can.
"Divit? Can Divit? Sei proprio tu?" chiese.
"Thomas Dubois?" chiese a sua volta Can.
"Sono anni che non ci si vede Divit! Tutto ok? La cara e bellissima Polen è con te?"
"Thomas, prima che continui, voglio presentarti mia moglie Sanem Aydın, cioè Sanem Divit!"
"Mi scusi tanto, signora Sanem. Non ero al corrente... E bravo Divit! Tua moglie è davvero incantevole..." disse stringendo la mano che Sanem gli porse e senza mollare la presa.
Can cominciò a innervosirsi. Non gli piaceva come Thomas Dubois guardava sua moglie: sembrava la stesse spogliando con gli occhi.
"Venite! Andiamo in quel ristorante così parliamo un po'. Mi dica Sanem: com'è riuscita nell'impresa di fare capitolare lo scapolo d'oro Can Divit? Sa, Polen, la sua ex, ci ha provato all'infinito..."disse prendendo Sanem sottobraccio ed entrando nel ristorante.
Can aveva la mascella contratta ed era teso, Sanem lo guardó.
Can aveva lo sguardo fisso sulla mano del suo amico che accarezzava quella di Sanem: lei era imbarazzata ma non sapeva cosa fare.
Fortunatamente il telefono di Dubois squillò e lui li lasciò da soli per rispondere ma torno subito da loro.
"Divit, ricordi Robert Durand? Era anche lui nell'Associazione Fotografi Internazionali. Stasera darà un party di beneficenza. Mi accompagnate? Gli farà piacere rivederti..."
"Veramente domani mattina abbiamo un volo molto presto. Mi spiace..." disse Can.
"Suvvia, giusto per un saluto. Hai paura Divit?" lo sfidò Dubois.
"Can?" disse Sanem annuendo con la testa.
"Non ho paura di nulla. E poi mia moglie sa tutto della mia vita."
"Allora a più tardi" gli disse dandogli l'invito per il party.
In albergo Can e Sanem discutevano sul da farsi. Can non ne voleva sapere di presenziare, Sanem non voleva pensassero male di suo marito.
A malincuore, Can accettò e cominciarono a prepararsi.
Ma Sanem, capito il disagio di suo marito, decise di assecondarlo.
"Ok Can. Niente party. Restiamo qui..." disse Sanem.
"Ma volevi vedere..." rispose Can ma Sanem lo baciò prima che finisse la frase.
"Ovviamente, voglio qualcosa in cambio" e corse a chiudersi in bagno ma prima prese una custodia per abiti.
Can guardava il panorama dal terrazzino quando lo chiamò Sanem.
"Can puoi chiudere gli occhi e voltarti?" chiese e lui obbedì.
Sentivo Sanem avvicinarsi ridacchiando. La tentazione di sbirciare era forte ma decisi di assecondare questa richiesta.
"Can mi aiuti?" mi disse Sanem invitandomi ad aprire gli occhi.
Capii che aveva riconosciuto il vestito del matrimonio di Emre e Leyla dal suo sorriso biricchino.
"E se non chiudessi la zip?" disse iniziando a sfilarmi il vestito.
Mi si mise davanti e sfilò le maniche: il mio collo e i miei seni furono le prime vittime dei suoi baci.
Mise poi le mani ai miei fianchi. Sfilai il vestito e lo vidi sussultare.
"Sanem, gli slip...." mi disse e mi baciò.
Sanem non aveva indossato gli slip e vederla così mi fece perdere il controllo.
La presi in braccio e la portai sul letto. Cominciai a baciarle i seni e a morderle i capezzoli mentre le mie mani, avide del suo corpo, l'accarezzavano.
Le divaricai le gambe e le feci sentire il mio desiderio strusciandomi contro la sua coscia.
Mugulo'mentre la mia mano scendeva giù verso il suo sesso: infilai due dita e cominciai a muoverle in lei.
"Can... Can..." ansimava mentre anche il suo desiderio fu evidente.
"Can, ti prego..." mi supplicava mentre le mie dita la portavano al piacere. Ed esplose.
Allora non le diede nemmeno il tempo di rendersene conto che la penetrò e cominciò la sua personale danza del piacere.
Goderono all'unisono abbracciandosi.
La loro ultima notte parigina fu un continuo amarsi e baciarsi.
E i baci parlavano per loro: sul collo erano di passione, sulle labbra erano d'amore.
"Dimmi che sarà sempre così Can..."
"Te lo prometto Sanem..."
Le promesse d'amore tra innamorati sono patti col destino.
Ma il destino manterrà la parola data?

CAN E SANEM ❤️  Una storia d'amore da raccontareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora