CAPITOLO 25

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Sanem guardava Can dormire: lo amava tanto più della sua vita. Ed era felice: il suo grande amore, il suo Albatros, era tornato da lei pronto a vivere il loro amore.
Lei era riuscita a realizzare i suoi sogni: sposare il suo amato Albatros, vivere alle Galapagos (anche se per poco), diventare scrittrice ma il più bello è stato realizzare il sogno in comune con Can ovvero i loro tre gemelli Ateş, Yıldız e Deniz...
Si alzò avvolgendosi al lenzuolo e salì in coperta. Si stese sull'amaca.
Il mare era una calma distesa azzurra che infondeva pace e tranquillità. Il sole era già alto nel cielo e i suoi raggi riscaldavano il volto di Sanem.
"Sanem" le disse Can.
"Can... Amore mio..."
Sanem si avvicinò al suo Can e lo baciò. Schiuse le sue labbra lasciando entrare la lingua di Can e subito il bacio diventò passione, fuoco puro.
Le loro mani cominciarono ad accarezzare i loro corpi mentre il desiderio bruciava la loro pelle. Can portò Sanem di sotto, tenendola stretta e non smettendo di baciarla.
Si amarono come solo loro sapevano, erano amore puro e indissolubile.
Nel pomeriggio tornarono alla tenuta e corsero subito dai loro piccolini.
"Mi sono mancati tanto amore mio" disse Can cingendo la vita di Sanem mentre li guardavano dormire.
Cenarono tutti insieme e in quella grande tenuta si respirava solo tanto tanto amore.
Tornarono ad Istanbul e alla vita di tutti i giorni.
Sanem, però, decise che non avrebbe commesso l'errore precedente. Quella notte in barca le parole del suo Can furono un toccasana: era sì mamma, moglie, dirigente ma era soprattutto donna, la donna di Can.
"Can vado in archivio" disse Sanem alzandosi e uscendo dall'ufficio che divideva con Can.
Quel giorno Leyla ed Emre erano rimasti a casa perché la piccola Hülya aveva la febbre.
Can, vedendo che Sanem non tornava, si recò personalmente nell'archivio.
Sanem era chinata a cercare qualcosa in un armadietto.
"Allah, Allah Sanem..."
Lei si voltò e guardò suo marito, gli tese la mano e Can l'afferrò.
Mi tese la mano ed io l'afferrai pensando volesse aiuto per rialzarsi. Ma lei mi tirò a sé ed io caddi rovinosamente su di lei.
"San... Sanem..." sussurrai perso nei suoi occhi quando sentii la sua gamba strusciarsi contro la mia.
Guardavo mio marito perdendomi in quegli occhi che amavo tanto.
Baciai mio marito mentre lui mi stringeva a sé facendomi sentire quanto mi desiderasse.
Fu così che ci trovo' Deren che urlò prima di portarsi le mani al volto.
La guardammo prima di scoppiare a ridere.
Mi rialzai e aiutai mia moglie a rialzarsi.
"Can! Sanem! Scusate... Io... Non volevo disturbarvi... Ma di sopra vi cercano..."
"Chi ci cerca Deren?"
"Can... Prometti di restare calmo?" chiese Deren.
Can, a quell'affermazione, prese la mano di Sanem e si recò nel suo ufficio.
"Can... Figlio..." disse Hüma.
"Cosa vuoi? Perché sei qui? Ti avevamo chiesto di sparire dalle nostre vite... Quale parte del concetto non ti è chiaro?" urlò Can che non aveva mai lasciato la mano di Sanem.
"Mio marito è morto... Io e Ceyda siamo distrutte..."
Can aveva notato che sua madre non aveva degnato di uno sguardo la sua Sanem.
"Partiamo domattina... Volevamo invitarti a cena perché non sappiamo quanto staremo via..."
"Forse non sono stato chiaro: per me non esisti più Hüma. Ti auguro buon viaggio. Scusami se non ti accompagno all'uscita..."
Hüma, stizzita, si alzò e se ne andò.
"Can..."
"Sanem non farlo... Non dire niente..." e strinse sua moglie tra le braccia.
"Lei non è mai stata una madre per me... E non lo sarà mai... Anche Emre l'ha capito... Non ci mancherà Sanem..."
Tornarono a casa dai loro cuccioli.
Giocarono con loro fin quando crollarono esausti e Can li mise nelle loro culle.
Can poggiò la sua fronte a quella della sua Sanem.
"Ho girato il mondo Sanem... Ma solo tra le tue braccia, nei tuoi occhi e nel tuo cuore ho trovato il mio posto nel mondo..."
La prese tra le braccia e la portò nella loro camera per mostrarle il suo mondo d'amore...

CAN E SANEM ❤️  Una storia d'amore da raccontareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora