CAPITOLO 19

3.8K 154 26
                                    

Eravamo usciti dallo studio del dottor Kara emozionati e felici.
I nostri cuccioli stavano benissimo, crescevano forti, sarebbero arrivati tra un mesetto ma ancora non sapevamo il loro sesso.
"Can dobbiamo comprare l'occorrente per i nostri gemelli..."
"Dove vuoi andare bellissima mamma?"
"Andiamo al negozio dove sono andati Leyla ed Emre? È molto fornito e ha cose così carine..."
Chiamai Emre che mi diede l'indirizzo.
Quando arrivammo al negozio ci accolse un ragazzo che, non appena vide Sanem, le si avvicinò e iniziò a parlare con lei in modo confidenziale. Iniziai ad innervosirmi.
"Sanem!" urlai.
"Can... Ma perché urli? Vieni amore, facciamo un giro così diamo un'occhiata."
Presi per mano mio marito e lo tirai lontano dal commesso che conoscevo dall'infanzia: Mete è il fratello di Sinan, il modello del servizio fotografico per la Compass Sport.
Immaginai la reazione di Can se avesse scoperto la cosa e volevo evitare una discussione.
Comprammo carrozzini, culle, fasciatoi e tutto l'occorrente per i nostri gemellini.
Eravamo d'accordo su tutto: colore, modello, qualità, comfort.
Fu una bellissima mattinata e Can era molto premuroso.
Ma la vita mi ha insegnato che la pace e la tranquillità non durano per sempre.
Can era nell'ufficio del negozio per concordare la consegna dei nostri acquisti mentre io lo aspettavo all'ingresso.
Mete mi si avvicinò per salutarmi. Mi porse gentilmente un thè e iniziammo a chiacchierare. Vidi arrivare Can e liquidai Mete sorridendogli. Lui invece posò una mano sul mio ventre e mi baciò la guancia.
Incrociai lo sguardo di Can: aveva la mascella contratta e mi fissava dritto negli occhi.
Si avvicinò, mi prese la mano e mi trascinò fuori dal negozio senza dire una parola.
Salimmo sul pick-up: il tragitto fino a casa fu lungo e silenzioso.
Arrivammo a casa e cercai di stemperare la tensione tra noi.
"Can... Parliamo?" domandai.
"E di cosa Sanem? Di cosa dobbiamo parlare? Dimmi Sanem, ti ascolto..." e batté la mano contro lo stipite della porta che vibrò.
Sentì gli occhi riempirsi di lacrime e, prima di scoppiare a piangere, me ne andai in camera nostra.
La vidi andare via. Volevo fermarla ma ero troppo arrabbiato. Mi versai un wiskye che trangugiai in un sol sorso. Chiusi gli occhi e la immaginai sdraiata sul letto che piangeva. Non resistetti e andai da lei.
Aprì la porta e la vidi seduta sul letto, con le mani sul ventre: piangeva.
"Sanem..." sussurrai.
"Lasciami sola Can..." mi disse senza guardarmi.
"No, Sanem. Ora parliamo di quello che ho visto..."
"E che avresti visto Can?"
Si alzò e si fermò di fronte a Can guardandolo negli occhi.
"Ti ha baciata Sanem..."
"Mi ha baciato la guancia Can... Mete ed io ci cono..."
Non mi fece finire la frase perché si avventò sulle mie labbra. Fu un bacio furioso. Mi teneva la testa stretta fra le sue mani.
Ci staccammo entrambi senza fiato.
"Ha toccato il tuo ventre e tu gli hai sorriso Sanem..."
"Can, non è come credi. Mete è il fratello di Sinan, il mio amico delle elementari. Ci conosciamo da bambini. Non c'era niente in quello che hai visto..." mi spiegò asciugandosi gli occhi.
"Ed era necessario sorridergli in quel modo Sanem?" rispose ironico.
"Ma cosa dici Can... Ma di che sorriso parli?" urlò tremando.
"Del tuo sorriso Sanem...Di quel tuo sorriso che potrebbe uccidere un uomo..."
"Can ma cosa dici..."
"Il tuo sorriso mi ha ucciso Sanem... Tu mi uccidi Sanem..."
La presi tra le braccia e la sentì tremare.
Presi il suo viso tra le mani e le passai i pollici sotto gli occhi per fermare quelle lacrime che ogni volta mi rompevano il cuore.
La baciai. Dapprima resistette poi schiuse le labbra e la sua lingua intrecciò la mia.
Percorsi con le mani la sua figura fino ai fianchi, iniziando a sollevarle il vestito che sfilai subito dopo.
Lei sfilò la maglietta a Can e sbottonò i suoi jeans che suo marito sfilò abilmente.
"Sono geloso... Sono geloso di te, Sanem..."
La guardai: le culotte e il reggiseno a balconcino non mi fecero ragionare più.
Le tolsi il reggiseno e mi avventai sui seni che ora riempivano le mie mani. I suoi capezzoli risposero al tocco della mia lingua. La spinsi sul letto e tolsi i boxer. Mi sdraiai su di lei e iniziai a lasciare una scia di baci al suo collo, scesi ai suoi seni e poi al suo ventre. Le strappai le culotte e le sollevai le gambe entrando in lei.
La sentivo ansimare e mugulare. Affondò le sue mani nei miei capelli tirandomi a sé per baciarmi.
I mugolii soffocati nella mia bocca non mi fecero ragionare più.
Iniziai a spingere più forte e veloce e vedevo il suo viso trasfigurato dal piacere che entrambi stavamo provando.
"Sanem..."
"Can..."
Urlammo i nostri nomi nell'orgasmo che raggiungemmo insieme.
Crollai al suo fianco e legai i suoi occhi ai miei fino a quando i nostri respiri divennero regolari.
"Ti amo Sanem..." le sussurrai all'orecchio.
"Ti amo anch'io Can..." sussurrò la mia amata.
Coprì i nostri corpi stretti l'uno all'altra.
Sanem si addormento' ed io mi persi nella bellezza del suo viso che non avrei mai smesso di ammirare perché Sanem era quello che volevo dall'amore perché Sanem era tutta la mia vita.

CAN E SANEM ❤️  Una storia d'amore da raccontareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora