CAPITOLO 13

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Metin mi aspettava al suo studio legale.
Era ritornato ad essere l'avvocato dell'agenzia ma lavorava anche nel suo studio privato.
"Allora Can?"
"Metin devo ricomprare il rifugio. Subito! Costi quel che costi..."
E raccontai al mio amico delle mie paure, di come quel posto era importante per me e Sanem e di quanto Sanem fosse tutto il mio mondo.
"Ah Can ah.... Se ripenso a quanto ti arrabbiasti col sottoscritto per il servizio fotografico dell'associazione... Ci avevo visto giusto sai..."
Abbracciai il mio amico. Ma improvvisamente squillò il cellulare.
"Fratello, che succede?" chiesi ad Emre.
"Can, non so come dirtelo. Sanem..."
"Corro Emre, corro!" urlai.
"Sta bene ma sarebbe meglio tu venissi subito..."
Salutai Metin che promise di farmi sapere qualcosa al più presto e corsi in agenzia.
Arrivai in agenzia rischiando più di un incidente ma mia moglie veniva prima di tutto.
"Emre!" dissi entrando nel suo ufficio.
Quello che vidi non mi piacque tanto.
C'erano mia madre e Ceyda: parlavano e ridevano con la stessa complicità di un tempo.
"Fatti abbracciare figliolo!"mi disse venendomi incontro.
"Che ci fai qui?" le chiesi.
"Ho ricevuto il tuo messaggio e sono venuta il prima possibile" rispose.
"Il prima possibile? Sono passati quattro mesi. Ma io so bene come ti comporti. Ringrazia Sanem. Io non ti avrei nemmeno avvisata..."
Era la verità. Se non fosse stato per l'insistenza di Sanem, Hüma non avrebbe saputo nulla.
Sanem e il suo gran cuore e il suo vedere il buono anche in lei mi avevano convinto.
"Dov'è Sanem?" dissi ad Emre.
"È con Leyla, di là..." mi rispose mio fratello.
"Can, caro. Come stai?" chiese Ceyda che avevo ignorato fino a quel momento.
"Emre, come mai Sanem non è qui?" domandai continuando a ignorare Ceyda.
"Forse l'ho offesa io..." esordì Ceyda.
"Commentavo con tua madre la gravidanza di Sanem. Forse si è offesa quando ho detto che io, al suo posto, non ti avrei mai incastrato con dei figli. A me neanche piacciono i bambini..." mi disse.
La guardai con disprezzo.
"Ma chi vi credete di essere? Come vi permettete? Emre chiama Leyla e vedi dove sono. Voglio andare da Sanem" sbottai.
In quel momento entrò Leyla.
"Sanem non è qui?" chiese.
"Credevamo fosse con te..." rispose Emre.
"Eravamo in archivio. Mi ha chiesto un thè e sono andata a prenderlo ma non l'ho più trovata lì al mio ritorno. Credevo fosse qui..."spiegò mia cognata.
Presi il cellulare e la chiamai.
Niente. Staccato.
In agenzia non era da nessuna parte. E non era nemmeno da Mevkibe né tantomeno alla tenuta da Mihiriba.
Ero davvero preoccupato. Dopo il mio rifiuto di questa mattina, dopo i suoi dubbi e le sue incertezze ci mancavano solo Hüma e Ceyda.
"Vado a cercarla, se ritorna avvisatemi immediatamente" e corsi via a cercare mia moglie.
"Ah Sanem, ah..." mi ripetevo.
Inquietudine, ansia e paura cominciarono ad assalirmi. Il telefono era muto e non sapevo più dove cercare.
"Amore mio dove sei?" chiesi sottovoce.
Ero sulla nostra scogliera. Pensavo di trovarla qui ma non c'era.
Ripensai a quando la vidi piangere, tutta rannicchiata, quando l'avevo allontanata e non avevo voluto ascoltarla e crederle riguardo ad Emre e Aylin.
Lo stesso senso di impotenza di allora si impadronì di Can.
Ormai era quasi sera e lui non sapeva più cosa fare e cosa rispondere a suo fratello e sua cognata e ai suoi suoceri.
"Dove sei vita mia?" chiese Can a quel cielo stellato che tante volte avevano guardato insieme mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.

CAN E SANEM ❤️  Una storia d'amore da raccontareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora