Capitolo 1

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«Arya svegliati!» la voce di mia madre risuona nelle strofe e nelle mie povere orecchie; farfuglio qualcosa come risposta e pigramente apro gli occhi. Mia madre è lì, seduta ai piedi del letto che mi guarda in attesa che mi alzi e mi vesta, deve essere successo qualcosa di grave dato che è entrata in una stanza dove sulla porta c'è un cartello con scritto "NON ENTRARE".

«Che succede?» chiedo con la voce impastata di sonno.

Il tono di mia madre si fa serio e dice: «dobbiamo parlare ..» mi tiro su a sedere sul letto e la cerco di decifrare il suo sguardo ma è impassibile; sicuro non sono belle notizie.

"NO!" grido tutto d'un fiato dopo aver appreso la notizia. «Non puoi farmi questo, non di nuovo; non possiamo trasferirci ancora, per favore. » dico con le lacrime agli occhi.

«Arya sai che non dipende da me quindi inizia a preparare la tua roba; partiamo domani pomeriggio. »

«Domani pomeriggio? Così presto? » dico con la voce tremolante.

«Sì, mi vogliono lì prima di giovedì o non mi daranno il lavoro; sta sera puoi invitare qualche amica per salutarle se vuoi. » dice alzandosi dal letto e dirigendosi alla porta. «E vedi di alzarti dal letto e preparare le tue cose, ci sono alcuni scatoloni vuoti in salotto se ti servono.»

«Mamma» la chiamo prima che esca dalla mia stanza «com'è la famiglia dove andrai a lavorare?» chiedo con lo sguardo altrove.

«Credo che sia una famiglia molto generosa, si sono anche offerti di pagare la tua istruzione nella stessa scuola del figlio, che conoscerai appena arriveremo; ovviamente le regole sono sempre le stesse. Non potrai gironzolare nella casa dei proprietari ma solo nell'area riservata ai domestici, dovrai essere educata e rispettosa ma soprattutto non avrai brutti voti a scuola, sono stata chiara? » dice mia madre guardandomi seria. Non sono mai stata molto brava a scuola, specialmente nelle materie scientifiche, ma quest'anno a quanto pare dovrò impegnarmi.

Mi alzo dal letto con un nodo alla gola e vado a farmi una doccia per cercare di rilassarmi; dopo essermi vestita e asciugata i capelli inizio a preparare le mie cose. Scelgo cosa portare e cosa invece buttare. Finisco per riempire tre valigie di vestiti e più di quattro scatoloni con le mie cose, incluse le varie coppe e medaglie vinte con la ginnastica ritmica.

Ho passato tutto il giorno a Fill scatoloni e valigie e si è fatta ora di cena, decido di non chiamare nessuna amica; non credo che si offendano se parto, non gli è mai importato nulla di me e il sentimento è reciproco. Decido quindi di lasciare una valigia aperta e un cambio di vestiti fuori per il giorno della partenza e vado a dormire.

Martedì 26 agosto

Oggi è il grande giorno, ennesimo trasferimento, ennesima nuova città ed ennesima famiglia che assume mia madre, questa volta ha però detto che ha un contratto a tempo indeterminato e che potrebbe restare di più.

Sono le 9.30 del mattino e sono già vestita e truccata; per quanto riguarda l'outfit ho optato per un semplice vestito bianco che arriva poco sopra al ginocchio e un paio di sandali neri e una borsa nera della Michael Kors. Per il trucco ho messo semplicemente un po' di eyeliner, un filo di mascara e del blush; nulla di più.

Finisco di mettere le ultime cose in valigia ed esco da quella che era la mia stanza; fuori c'è già un taxi pronto a portarci all'aeroporto, salgo in auto e infilo le mie Airpods e guardo fuori dal finestrino la città allontanarsi e fare spazio alle file di macchine in autostrada.

Non parlo per tutto il viaggio, nemmeno mentre siamo in fila al cancello tant'è che è mia madre a rompere il silenzio 

«Sai secondo me ti piacerà stare qui, c'è un mare bellissimo e la casa è poco distante dalla spiaggia; potrai fare nuove amicizie. » dice entusiasta. 

Rispondo solo con un cenno del capo e do il mio passaporto alla hostess che controlla i biglietti.

In aereo mi è capitato il posto vicino al finestrino, almeno una gioia. Anche nel viaggio in aereo resto con le cuffiette, non ho voglia di fare molta conversazione al momento.

Dopo un'ora e venti di volo il pilota ci informa che stiamo per atterrare; mamma ha detto che fuori dall'aeroporto ci sarà una macchina ad attenderci che ci porterà subito alla villa.

Nemmeno il tempo di uscire dalle porte scorrevoli dell'aeroporto che vediamo un signore sulla quarantena che tiene in mano un foglio con su scritto "Russo"; mia madre si avvicina all'uomo e si presenta mentre io gli rivolgo solo un timido sorriso e un cenno con la mano.

Dopo aver posato le valigie dietro al cofano saliamo in auto e partiamo.

Dopo un'ora buona di viaggio in auto ci ritroviamo davanti al cancello di una villa grandissima "è qui che lavorerà mia madre?" penso nella mia testa; la risposta arriva nell'immediato quando l'uomo che ci è venuto a prendere all'aeroporto dici al videocitofono «Sì, in auto con me ci sono la signora Elettra e la signorina Arya.» il cancello inizia ad aprirsi mostrando un'incantevole casa proprio davanti ai nostri occhi, rimango a bocca aperta tanto da essere ripresa da mia madre «La scusi signor AJ mia figlia di solito non è così» dice passandosi nervosamente una mano nei capelli, conosco mia madre e fa così quando è in imbarazzo o le piace un uomo credo che in questa occasione valga per entrambe le cose; d'altronde AJ è un bell'uomo e sembra poco più grande di mia madre. «Non si preoccupi signora Elettra, la villa fa quest'effetto un po' a tutti. » dice sorridendomi dallo specchietto retrovisore, e stranamente ricambio il sorriso. Quest'uomo mi piace.

Subito dopo aver parcheggiato nel garage AJ ci mostra la casa e ci spiega un po' le regole che ci sono come per esempio: sono vietate le feste a meno che i padroni non siano in casa oppure i figli della servitù non possono gironzolare nelle aree riservate e stronzate simili.

Quando AJ mi mostra la mia stanza resto letteralmente senza fiato, è grandissima. Ho un letto matrimoniale, una cabina armadio e persino il bagno in camera; dopo qualche secondo noto una porta. «Che cosa c'è lì dietro?» chiedo curioso. AJ mi guarda e sfodera un grande sorriso, mentre apre la porta dice «sua madre ci ha detto che è una grande ginnasta e ballerina così i padroni di casa hanno deciso di farle una piccola sala prove per darle il benvenuto. Come può vedere c'è una sbarra per la danza classica, uno stereo e delle mensole dove può esporre tutti i suoi trofei. » concludere.

Non riesco a parlare, non credo che trasferirmi qui sarebbe stato così bello. Fino ad ora.

«Ah quasi dimenticavo signorina Arya, la villa ha un'uscita proprio sulla spiaggia.» dice AJ facendomi l'occhiolino.

Non perdo tempo e mi fiondo per le scale ed esco dalla villa; ha un cancelletto che si affaccia proprio alla spiaggia. Non capisco perché non ci sia nessuno ma poi guardo il mio orologio e noto che sono le 19.30, ovviamente saranno rientrati tutti; meglio così penso mentre mi dirigo verso la riva con le mie solite cuffiette.

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Se avete domande potete scrivermi su Instagram: _giacoboneilaria_9 😘

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