Capitolo 15

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Arya's pov

«Gabriele mi ascolti quando ti parlo, ho detto che te ne devi anda...» non faccio in tempo a terminare la frase che si avventa sulle mie labbra, vorrei respingerlo ma avevo bisogno di questo bacio, avevo bisogno di lui anche se ci sono incazzata come non mai.

Le nostre labbra sono ancora unite in un bacio passionale, le sue mani vagano sul mio corpo e quando inizia a spostare la sua bocca sul mio collo il mio cervello va in tilt, non mi sono mai sentita così, ho caldo e sento le gambe molli ; Gabriele deve essersene accorto perché mi sorregge e mi poggia delicatamente sul letto...

Un attimo! Il mio letto? Io e Gabriele ci stiamo baciando?

NO NO NO resetta tutto! Non voglio essere di nuovo il suo errore.

Lo spingo con tutta la forza che ho e lo allontano da me.

«Arya!» dice incredulo.

«Non farlo più.» dico con la voce tremolante.

«Cosa? Perché?»

«Perché? Gabriele, l'ultima volta che è successo hai detto che ero un errore, che cosa è cambiato?»

«Arya, mi dispiace va bene? È solo che mi mandi in fuso i connotati, non posso negarti che mi piaci e che vorrei baciarti di nuovo, non ti ridirò che è stato un errore perché sarei un incoerente ma non posso darti di più.» Dice guardandomi un'ultima volta per poi dirigersi verso la porta.

«È per via del tatuaggio vero?» chiedo senza pensare, lui si blocca per poi voltarsi nella mia direzione.

«Gabriè, che cosa significa quel tatuaggio?» dico facendo un passo verso di lui.

Il suo sguardo ora è cambiato, è spento.

«Un cazzo Arya, non significa un cazzo; anzi no, significa che io te non potremmo mai essere più che amici, neanche volendo.» Sbraita per poi uscire dalla mia stanza lasciandomi lì, sola.

Giuro che non lo capisco, prima viene qui mi bacia, poi mi aiuta; sembra vada tutto bene e poi ... poof finisce tutto.

Non conosco il motivo del suo comportamento e sinceramente sto iniziando ad infischiarmene di capirlo, non posso stare al passo con i suoi sbalzi d'umore, l'unica cosa che so è che lo voglio lontano da me; sono qui da quanto? Poche settimane e già mi sta friggendo il cervello.

Scendo dal letto e vado in bagno a cambiarmi per allenarmi un po'; indosso un semplice top della nike, una coulotte e le mie amate scarpette ed entro nella mia sala prove.

Per ora voglio stare per un po' senza pensieri quindi inserisco il jack al telefono e faccio partire la playlist.

Inizio con un semplice riscaldamento con una canzone di Irama; dopo essermi scaldata per bene metto la base su quale sto costruendo una nuova coreografia e inizio a danzare sulle note della canzone

Non così esattamente quanto tempo sia passato, sono stanchissima e guardando fuori dalla finestra ho notato il buio, devo aver perso la cognizione del tempo, sono fiera di me che in quest'occasione ho deciso di allenarmi invece di tagliarmi le vene, faccio progressi.

"Toc Toc" giuro che se è quell'idiota lo sfregio.

«Chi è?» chiedo scazzata uscendo dalla sala prove.

«Sono la signora Luisa, posso entrare?» chiede cortesemente da fuori la porta.

La signora Luisa? Adesso che ho fatto? Avevo la musica troppo alta? Oh cazzo!

«Si, prego si accomodi.» dissi continuando ad asciugarmi il sudore.

«Ciao Arya!» dissa la signora Luisa entrando tutta ben vestita come sempre.

Mai più sola.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora