Capitolo 24

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Sono le sei del mattino quando decido di uscire dalla camera di Gabriele, non ci siamo spinti oltre ci siamo solo dati qualche bacetto qua e là e abbiamo parlato del più e del meno ma tra mezz'ora ho l'allenamento e ho praticamente un sonno assurdo.

Alla fine ieri la madre di Gabriele è riuscita a convincere Tamara a lasciarmi il fine settimana libero ma lei in cambio ha preteso che ci allenassimo tutti i giorni almeno sette ore invece di quattro.

Giulia mi sta letteralmente odiano!

Quindi, armata di santa pazienza decido di prendere il borsone e scendere in cucina per la colazione; l'unica fortuna di gareggiare per la squadra della scuola è che posso entrare più tardi in classe dopo l'allenamento.

«Buongiorno mamma!» dico entrando in cucina con il borsone in spalla.

«Ehi buongiorno splendore.» dice dandomi un bacio sulla guancia per poi tornare a preparare la cucina per tutta la famiglia.

So che dovrei essere arrabbiata con lei perché non mi ha detto della famiglia di Gabriele ma in fondo siamo sempre state solo io e lei e se non mi ha niente ci sarà un motivo, o almeno spero.

«Elettra! Non avevamo detto di preparare la colazione insieme?» dice fintamente arrabbiata la madre di Gabriele entrando in cucina e risvegliandomi dal mio sonno.

«Hai ragione cara, perdonami, ma con Arya che inizia l'allenamento così presto non mi andava di svegliarti.» ammette mamma.

Guardo l'orologio e cazzo sono in ritardo!

Corro in camera a prendere il telefono e come mi aspettavo trovo dieci chiamate perse di Giulia, volo in cucine e mi ritrovo tutta la famiglia seduta a tavola, uomini compresi.

«Buongiorno a tutti!» dico prendendo un biscotto e correndo alla porta senza attendere risposta.

«Arya, dove vai?» chiede Giuseppe.

«Agli allenamenti, è la condizione di Tamara per avere il fine settimana libero, e sono anche in ritardo; scusatemi. Buona giornata!» dissi salutando un'ultima volta per poi correre in palestra.

Mancavano cinque minuti all'inizio dell'allenamento, il che vuol dire che sicuramente avrei fatto tardi.

«Arya!»

«Gà ti prego sono in mega ritardo, di qualunque cosa si tratti possiamo parlarne dopo?»

«A dire la verità non avevo nulla da dirti, solo di salire in macchina così ti accompagno e eviti il ​​ritardo.» dice facendomi l'occhiolino.

Bene ho perso un battito.

Il tragitto casa palestra è breve, Gabriele mi guarda a mala pena e ho paura che tutto quello di cui abbiamo parlato stanotte sia stato un sogno dal quale ancora non riesco a svegliarmi; dopo quei cinque minuti di macchina passati in totale silenzio arriviamo davanti alla palestra.

«Beh, grazie del passaggio e scusa se ti ho fatto uscire di casa così presto.» dico prendendo le mie cose.

«Non mi sono dimenticato di quello di cui abbiamo parlato, devo solo capire cosa fare.» dice tenendo lo sguardo sul volante.

«Gà, non so se reggo, mi mandi in confusione.»

«Lo so, hai ragione scusami.»

«Beh si è fatto tardi.» dice scendendo dalla macchina per poi chiudere lo sportello, non prima però di avergli sentito pronunciare il mio nome.
Faccio finta di niente e mi avvio verso la palestra.

«COSAAAAAAAAAAAAAAA??» grida Giulia facendo rimbombare la sua voce per tutta la palestra.

«Shhh» le faccio cenno con la mano di tacere «non vorrai farti sentire fino in America!»

Mai più sola.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora