Capitolo 3

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Dopo un'oretta di viaggio con Gabriele passata in assoluto silenzio entriamo in una via buia e stretta e ad essere sincera un po' mi spaventa.

Gabriele parcheggia verso la fine della mia e spegne il motore, mi volto per guardarlo e noto in lui uno sguardo assente, quasi furioso.

«Va tutto bene?» chiedo intimorita, non lo conosco e non so se potrebbe scattare per la rabbia oppure no.

«Bambolina, hai l'ultima occasione per cambiarti quella fottutissima gonna» dice in tono serio senza guardami.

Oddio ci risiamo, non ha capito che non ho intenzione di cambiarmi e per giunta davanti a lui.

«Che palle!» sbuffo e lui alza lo sguardo verso di me, quando si è avvicinato in camera mia non avevo notato i suoi occhi grigi e devo ammettere che sono veramente bellissimi.

«Te lo ripeto bambolina; hai l'ultima occasione, dopo non poter tornare qui. » dice fissandomi nei miei occhi blu.

«No, non ho intenzione di cambiarmi e questa è la mia risposta definitiva.» dico sbuffando.

Scendiamo dalla macchina e in assoluto silenzio ci dirigiamo verso una via che prima non avevo notato, istintivamente mi affianco un po' di più a Gabriele che fa un gesto che mi sorprende, mi stringe la mano e mi sento immediatamente al sicuro, strano, non mi è mai successo prima.

Dopo una decina di minuti di camminata sento della musica in lontananza, sono ancora stretta a Gabriele e nessuno dei due parla al momento.

Arrivati ​​davanti ad un cancello bianco sento lo sguardo di Gabriele su di me. «Pronta?» mi chiede con un sorrisetto in volto. Deglutisco e faccio di sì con la testa. "NON È VERO, HO UNA PAURA FOTTUTA" penso tra me e me.

Gabriele bussa tre volte, poi fa una piccola pausa e bussa altre quattro volte, come un segnale segreto. Dopo pochi istanti viene ad aprirci un energumero tutto tatuato e con il septum; saluta affettuosamente Gabriele e poi posa i suoi occhi su di me.

«Non ci provare amico, lei è con me» sento dire a Gabriele e mostra le nostre mani ancora intrecciate. Perché ha mentito? Io e lui non ci conosciamo nemmeno, se non da 5 ore; più o meno.

«Va bene fratello, alzo le mani!» dice guardando prima me e poi Gabriele poi i suoi occhi tornano a posarsi su di me «Io sono Luca, molto piacere.» dice il tatuato porgendomi la mano che io stringo modi saluto «Arya, piacere mio.» dico sorridendo.

«Quando avete finito con i convenevoli vorrei sapere dov'è la mia squadra.» dice Gabriele interrompendo il mio gioco di sguardi con Luca

Aspetta.. Ha detto squadra? Ma di cosa sta parlando?

«I tuoi ragazzi sono nel solito boxe e c'è anche Virginia» dice Luca posando lo sguardo su di me.

«Cazzo» dice Gabriele imprecando e iniziando a camminare verso quelli che dovrebbero essere i boxe. Luca non ci segue, rimane davanti alla porta e ci guarda andare via.

Dopo aver superato svariati boxe finalmente ci fermiamo davanti ad una tenda rossa; le nostre mani sono ancora intrecciate e Gabriele sembra non curarsene, non so se mi sta tenendo la mano per non perdermi di vista perché lo vuole lui o se lo fa per evitare l'ira di suo padre se dovesse succedermi qualcosa.

Gabriele sposta di scatto la tenda e mi ritrovo davanti un moto rosso fuoco alla quale stanno intorno cinque ragazzi.

Uno di loro ci nota e ci viene incontro «Sei qui fratello, sei in ritardo!» gli dice questo ragazzo biondo che posa gli occhi sull'amico e poi li fa scendere fino alle nostre mani intrecciate.

Mai più sola.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora