Capitolo 22

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È passato un mese da quando Gabriele ha deciso di starmi lontano.

Un cazzo di mese e mi sembra un'eternità, ho pianto tantissimo, la cosa più difficile è stato vederlo tutti i giorni, sia a scuola che a casa; in nessuno dei due posti ci siamo parlati, anche a casa hanno notato che qualcosa non va dato che il più delle volte uno dei due salta un pasto, per lo più io, per non incrociare lo sguardo dell'altro; non mi ha nemmeno permesso di andare a vederlo correre.

Durante questo lasso di tempo ho legato veramente tanto con Giulia, ma anche con Liam e Luca, sono diventati importanti per me; mi hanno vista piangere e mi sono stati tanto vicino, ho anche ripreso gli allenamenti, quando l'allenatrice mi ha vista al primo allenamento sembrava avesse visto la madonna.

Mi era mancato allenarmi, è l'unico momento in cui riesco a non pensare a Gabriele.

Per ora l'allenatrice mi ha montato due esercizi per l'individuale di palla e clavette che sono gli attrezzi che prediligo, mi ha anche comunicato che dovrò fare un esercizio di squadra di cerchio / clavette dove ci sarà anche quella stronza di Virginia; stronza che tra le altre cose, in quest'ultimo mese è stata attaccata a Gabriele come una lurida cozza.

L'unica gioia di tornare a gareggiare è che non mi scontrerò con nessuna della mia palestra tranne che con Giulia, che è veramente bravissima, ma la cosa non mi dispiace in fondo è diventata la mia migliore amica; per quanto riguarda le altre, a differenza di me e Giulia che faremo gare Nazionali, faranno delle gare locali; tranne la squadra. Quella sarà Nazionale.

«Giulia! Siamo in ritardo, ti vuoi muovere? » grido alla mia amica che si sta ancora preparando, siamo in ritardo per l'allenamento e non ho voglia di sentire l'allenatrice lamentarsi.

«Eccomi sto arrivando!»

«Io inizio ad andare in cucina a prendere le barrette, ti aspetto giù.» dico prendendo il borsone e avviandomi al piano inferiore.

«Ciao mamma!» dico salutando mia madre impegnata a leggere una rivista seduta al tavolo della cucina.

«Oh, ciao tesoro, ti alleni anche oggi?»

«Si, siamo anche in ritardo. Dove sono le barrette? » chiedo dirigendomi verso la dispensa.

«Sono al solito posto, comunque vedi di stare a casa per le otto, Giuseppe ha detto che vuole tutti a tavola.» dice riferendosi al fatto che nell'ultimo mese io non ci sono praticamente mai stata.

«Uff. E va bene. »

Mia madre sta per dire qualcosa ma vengo salvata da Giulia che entra in cucina con il suo borsone e il cerchio in spalla.

«Ciao Elettra.» dice Giulia a mia madre.

«Ciao Giulietta, come stai?»

«Sta bene mamma, siamo in ritardo, i convenevoli un'altra volta eh.» dico afferrando Giulia per un braccio e correndo in macchina di Liam che si è offerto di accompagnarci dato il nostro ritardo.

«Ehi Liam! Scusa il ritardo ma Giulia per fare uno chignon ci ha messo un secolo. » dico salendo in auto seguita dalla mia amica e facendo ridere Liam.

«Non preoccupatevi, anche io oggi sono in ritardo per gli allenamenti di calcio, per fortuna il campo e la palestra sono vicini.» dice sorridendoci e mettendo in moto.

Dopo dieci minuti in auto scendiamo di corsa e gridiamo un "grazie" volante a Liam per poi volare in palestra.

«Giulia, Arya, un quarto d'ora di ritardo?» dice l'allenatrice un po 'adirata.

«Si, scusaci Tamara, abbiamo avuto un imprevisto.» dico mentendo. L'unico imprevisto è stato lo chignon di Giulia.

«Che tipo di imprevisto?»

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