Capitolo 2

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Mi siedo in riva al mare e guardo il sole mentre scende, prendo il mio telefono e posto una storia instagram "L'inizio di un'altra avventura" è il titolo e poi rimetto il telefono in borsa e continuo ad ascoltare la musica, al momento nelle cuffie risuona "Le parole lontane" dei Maneskin, sono la mia band preferita e mi hanno sempre tenuto compagnia nei momenti peggiori.

Rimango seduta lì finché il sole non tramonta completamente e le sfumature arancioni del cielo lasciano spazio al buio della notte; solo a quel punto noto che il mio cellulare sta squillando; è mia madre, mi alzo e inizio a correre verso la villa.

È tardissimo!

Entro dalla porta di servizio e mi ritrovo di fronte mia madre in tutta la sua furia. 

«Si può sapere che fine avevi fatto? I padroni di casa vogliono conoscerci dopo cena, hai venti minuti per lavarti e risorgere »annuisco e corro al piano di sopra.

La porta della mia camera è aperta, sono sicura di averla chiusa. Entro lentamente per vedere chi c'è e di fronte a me trovo una folta chioma di capelli neri sdraiato sul mio letto "e questo chi è?" penso, ma lui sembra leggermi nella mente e si presenta 

«Sono Gabriele, uno dei tuoi capi.» dice alzandosi dal mio letto. 

Il capo di chi? Scoppio a ridere e ribatto «Io non sono la dipendente di nessuno» esclamo su tutte le furie. «Vivi in ​​casa mia e per di più nell'area riservata ai domestici, il che ti rende una di loro.» dice girovagando per la stanza.

"Non ci posso credere! Pensa davvero che io stia al suo servizio? Beh può scordarselo"

Rimango a fissarlo mentre continua a gironzolare per la mia nuova camera e non rispondere alla provocazione, non è ancora il momento.

Gabriele viene verso di me e dice: «Comunque sono venuto solo a dirti che domani verrà la sarta a prendere le misure per la tua divisa scolastica, quindi fatti trovare a casa.»

«La divisa?» chiedo incuriosita, non sapevo che nella nuova scuola avrei indossato una divisa.

«Si, cretina, la divisa.» sbuffa sulla porta.

Ehi chi ha chiamato cretina?

«Stronzo.» dico mentre lo sento uscire dalla mia stanza.

Vado in bagno e faccio una doccia veloce, mi vesto e scendo per conoscere i nuovi datori di lavoro di mia madre anche se uno, per mia sfortuna l'ho già conosciuto.

Corro giù per le scale per arrivare prima che mia madre mi sgridi.

La trovo seduta al tavolo mentre ride con AJ, mi piacciono insieme quei due.

«Si può sapere perché ridete?» chiedo entrando in cucina, i due si zittiscono subito e all'unisono rispondendo "niente" ma con sguardo complice.

Continuo a fissare mia madre in attesa di una confessione ma niente, che stronza, mi dice sempre tutto; anche quante volte scopa.

«Andiamo in salotto che i signori Colombo vogliono conoscervi.» dice AJ alzandosi dalle sedie e dirigendosi in salotto seguito da me e mia madre.

"Questo salotto è enorme" penso varcando la soglia della grande stanza dove ci sono tre divani grandissimi, un camino e svariati pezzi d'antiquariato.

Su uno dei tre divani è seduta l'intera famiglia; il signore e la signora Colombo e Gabriele un po' in disparte con il cellulare in mano che non si è nemmeno reso conto della nostra presenza.

«Oh ma ben venute signore!» esclama il signor Colombo e solo in quel momento Gabriele si accorge di noi, alza la testa ma poi rimette subito gli occhi sul suo Iphone.

Mai più sola.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora