He's My Home

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"Hai mai pensato che sei così presa nel cercare di fare la scelta giusta che non hai mai considerato che forse non esistono scelte giuste o scelte sbagliate ma solo scelte?"

Dawson's Creek

~ Don't hold me ~

Spesso tendiamo ad agire d'istinto, spesso tendiamo a non pensare alle conseguenze di un nostro gesto; spesso tendiamo ad ignorare il rischio e lo temiamo più di ogni altra cosa, eppure conviviamo con esso ogni giorno.
A questo punto dovremmo aver imparato ad affrontarlo, ma credo che il rischio sia una di quelle cose che non impareremo mai a gestire perfettamente.
Esattamente come la paura; crediamo di averla sconfitta, crediamo di esser cresciuti e averla ormai superata, ma poi basta un video, basta una foto, bastano alcune parole per far tornare quella sensazione di vuoto, quella solitudine e quella voglia di urlare fino a perdere la voce.
Sin da quando ero piccola gestire le mie emozioni è da sempre stato un problema.
C'erano giorni in cui lasciavo prendessero il controllo, e altri in cui facevo il possibile per non farle trasparire agli occhi degli altri.
Ho imparato fin da piccola a mentire, avrei dovuto riconoscere una bugia, avrei dovuto riconoscere tutte quelle menzogne, eppure sono stata così cieca, così stupida da non accorgermi di nulla.
Mi sono illusa di poter essere finalmente felice e di poter andare avanti, ma la realtà è che un segreto prima o poi viene sempre fuori, e il passato, il passato non ci abbandona mai; ritorna sempre e interferisce nel presente, portandoci poi ad odiare il futuro e a non poter pianificare nulla per renderlo migliore.
Ci distrugge, ci rovina, ci rende deboli, ma allo stesso modo ci insegna anche a combattere.
C'è chi resiste e lotta fino alla fine e chi invece è stanco, e semplicemente si arrende.
Nel mio caso non credo di aver mai combattuto.
Credevo di averlo fatto, credevo di esser stata forte, ma per tutta la mia infanzia non ho fatto altro che appoggiarmi a qualcuno per dimenticare il mio dolore, la mia battaglia; e questo non significa combattere.
Questo significa solamente una cosa, che per tutti questi anni sono solamente fuggita, sono scappata dalla mia realtà, nascondendomi in una vita che non mi apparteneva.
Mi sono nascosta nel dolore di Thomas, ho fatto della sua sofferenza la mia ancora di salvezza.
Renderlo una persona migliore, salvarlo, mi ha portato ad evadere dal mio passato, ma questo inevitabilmente ha compromesso anche il mio presente e il mio futuro.
Sono legata a lui e lo sarò per sempre.
Che mi faccia sorridere o stare male non ha nessuna importanza; una parte del mio cuore sarà sempre occupata da lui.
È il mio passato, il mio presente e sarà il mio futuro.
Una parte di me rimarrà in eterno in contrasto con la sua.
Fa così male non poter dimenticare, fa così male la consapevolezza di dover convivere con questo vuoto, con questa assenza e questa bugia che in poco tempo ha cambiato tutte le carte in gioco.
Ha scombussolato ogni cosa, ogni certezza e ogni promessa.
Ha scombussolato me.
Ora dovrei comprare quel maledetto biglietto per cui sono venuta in aeroporto e prendere quel dannato aereo per tornare a casa, ma è proprio alla parola "casa" che una fatidica domanda sporge spontanea.
Qual è la mia casa?
Quella a Santa Monica o quella a Londra?
Come posso tornare a casa se non so nemmeno a chi e a dove appartengo.
Come posso tornare a casa se non ne ho una?
Come si può superare tutto questo?
Il mio cuore dice di tornare a Londra, dice di approfondire una volta per tutte su tutta la questione di Thomas e di non giungere a conclusioni affrettate; ma poi c'è la mia testa che mi chiede di ragionare e di non fare un'altra cazzata che mi spezzerà ancora di più.
La mia testa chiede di tornare a Santa Monica, lontana da tutti, io sola contro il mondo ancora una volta.
Ho bisogno di pensare, ho bisogno di spazio, ma allora perché mi si spezza il cuore al solo pensiero di non scegliere Londra?
Credevo fosse un capitolo chiuso, ma evidentemente non ho mai detto veramente addio alla mia città natale.
Cosa dovrei fare in una situazione del genere, a chi dovrei dare ascolto?
Chi mi farà più male, il mio cuore o la mia coscienza?
Di certo non sarei in questa situazione se avessi una risposta alla mia domanda.
Più mi guardo intorno e più mi chiedo cosa ho fatto di tanto sbagliato per non sorridere come queste persone che riabbracciano i propri familiari, i propri fidanzati e i propri amici.
Persone in attesa di raggiungere la propria famiglia e altre che la lasciano per inseguire il loro sogno, poi ci sono io, sola in angolo all'alba di un Natale che non credo festeggerò più.

you are my always (Would It Be Forever?)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora