Capitolo I

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Era una gelida mattina di inverno,la sveglia sul comodino della camera di Luke suonò,lui si svegliò si vestì e andò in cucina per fare colazione, a tavola c'erano i suoi genitori Aldo e Alessandra , erano stranamente silenziosi e sembravano molto tristi. Luke gli domandò il perché si comportavano in quel modo così strano, i genitori non risposero. Ad un tratto Alessandra iniziò a piangere e corse in bagno chiudendo la porta alle sue spalle, Luke decise di non fare più domande, si preparò per andare a scuola e andò a prendere l'autobus. Per tutto il giorno Luke non fu molto attento alle lezioni come al solito, era un ragazzo molto distratto, non aveva amici, amava starsene in disparte a pensare e viaggiare con la fantasia. Aveva 13 anni i capelli neri gli arrivavano fino alle spalle, aveva due occhi verdi e vestiva sempre uguale:

t-shirt e felpa nera, un paio di jeans e delle lakai sempre nere con i lacci di diversi colori. Un altra cosa che Luke amava, fin da bambino, era disegnare che lo aiutava a esprimere le sue emozioni.

Luke tornò a casa a ora di pranzo, andò in cucina dove c'era tutta la sua famiglia, prese una sedia e si mise a tavola, dopo qualche istante sua madre disse a loro:

Luke, Carl.. come vi avevo già accennato io e vostro padre abbiamo perso il lavoro, non abbiamo quasi più un soldo e non potremmo permetterci questa casa ancora a lungo... qualche settimana fà parlavo al telefono con la zia, mi ha detto che voleva aiutarci e che non gli dispiacerebbe se ci trasferissimo da lei in Inghilterra. Io e vostro padre abbiamo pensato che poteva essere una grande opportunità per tutti, così abbiamo prenotato un volo per Londra, e tra una settimana prenderemo l'aereo.

Luke e Carl furono molto sorpresi e non vedevano l'ora di partire.

Alessandra fu molto felice di vederli così allegri, ma ad un tratto il suo viso divenne triste e disse:

"Ragazzi... devo dirvi anche un brutta notizia.." iniziò a piangere e a singhiozzare.

Così continuò Aldo che disse:

"Nonno Carmelo è.. è.. morto, fra due settimane ci sarà il suo funerale, ci andremo con la zia Grace."

I due rimasero impietriti da quelle parole ad un tratto Luke scoppiò a piangere perché era molto affezionato al nonno e gli voleva tanto bene, si ricordava i pomeriggi passati con lui alle giostre, oppure quando giravano in bici per tutta la città. Non riusciva a sopportare il fatto che non

l'avrebbe più rivisto. Luke finito di mangiare uscì di casa dicendo che voleva stare in po' da solo per riflettere. Si incamminò verso il bosco e raggiunse un piccolo laghetto, andò nella riva, osservò la luce che si rifletteva sull'acqua con le lacrime agli occhi, si portò le braccia al petto, si mise le dita fra i capelli e iniziò a piangere. Dopo un paio di ore Aldo chiamò Luke con il cellulare, gli disse se stava bene e che doveva rientrare a casa che stava per diventare buio. Luke si alzò e si diresse verso casa, cenò e passò le ultime ore in silenzio, guardò un po di TV insieme a suo fratello e verso le 23:00 andò a dormire. Una settimana passò velocemente e finalmente arrivò la notte in cui Luke e la sua famiglia partirono per Londra.

Anche un killer è capace di amare?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora