10. giorno 1

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-Louis's pov-

"Hey boo bear, buongiorno"- Mi svegliai con la voce di Harry nelle orecchie e un sorriso si espanse automaticamente su tutta la mia faccia. 
Aprii gli occhi sbattendo lentamente le palpebre e il sorriso si allargò ancora di più quando vidi un Harry con i capelli spettinati, pieno di impasto sul grembiule che aveva addosso e un vassoio pieno di pancake seduto difronte a me. Mi allungai a prendergli il viso tra le mani per poi baciarlo: fu un bacio casto e dolce, niente di provocante, semplicemente un bacio del buongiorno ma che proprio per questa sua semplicità abitudinaria mi fece venire le farfalle allo stomaco. 
Mi sedetti a gambe incrociate e iniziai a condire la pila di pancake con sciroppo d'acero per poi infilzarne uno e mettermelo tutto in bocca: dire che erano buoni era un'eufemismo, erano letteralmente deliziosi e Harry era un cuoco eccezionale. Mi piacque così tanto che non riuscii a trattenere un mugolio di apprezzamento ma che suonò davvero malissimo, scatenando una sonora risata da parte dell'altro. Mi vergognai subito un sacco e inizialmente distolsi lo sguardo, ma dopo qualche istante tornai a fissare il mio Haz che si sbellicava dalle risate: la bocca aperta in un dolce sorriso e le fossette marcate come non mai; era uno spettacolo della natura e mi persi a guardarlo, mi persi nella spontaneità e nella leggerezza di quel gesto tanto bello. 

Passammo una buona ora seduti sul letto a mangiare e ridere e baciarci. Mi sentivo bene, bene come non mai; mi sentivo a casa. Quella fu la prima volta in cui pensai seriamente a una possibile convivenza con Harry: fu solo un momento, un idea che balenò nella mia mente per qualche secondo ma che dentro di me diede inizio a un meccanismo molto più grande. 

Mentre Harry scendeva al piano di sotto per sistemare la cucina io mi diressi verso il bagno del corridoio; il giorno precedente avevo usato quello al piano terra, mi ero tenuto alla larga da tutto quello che poteva farmi stare male ma quella mattina non ci pensai nemmeno (o forse non me ne importò). Entrai e mi chiusi la porta alle spalle: sul pavimento, vicino alla vasca, c'era ancora il rasoio e nel mezzo del bagno le piastrelle erano macchiate da diverse chiazze di sangue ormai secco. Mi feci una doccia veloce e poi mi avviai al lavandino per lavarmi i denti e la faccia; mentre mi asciugavo il viso mi guardai allo specchio e per la prima volta dopo tanto tempo cercai di non pensare a niente: volevo solo guardarmi, guardarmi senza che la mia mente potesse suggerirmi idee di cui mi sarei presto pentito.
Mi fissai, guardai dritto nei miei occhi azzurri e fui certo di una cosa: ero distrutto, ero distrutto fuori e dentro, non potevo negarlo perché era così, però potevo rimediare o almeno provarci; avevo tutti i pezzi, mi serviva solo il collante per tenerli assieme. Non lo avevo mai trovato, avevo creduto che non esistesse nemmeno, ma adesso dentro a quegli occhi ghiaccio, leggevo che era lì vicino a me, era sempre stato lì solo che non lo avevo mai visto. Lessi chiaramente ciò di cui avevo bisogno e come per magia, tutto ciò di cui necessitavo, il collante che mi serviva per rimettere insieme me stesso entrò dalla porta del bagno con in mano due stracci, uno sgrassante e un sorriso amaro sul volto.

I suoi occhi si mossero, guardarono per bene la stanza e successivamente si fissarono nei miei. Aprì la bocca per dire qualcosa ma non gli lasciai nemmeno il tempo di farlo, perché il suo sguardo mi aveva già detto tutto, perché sapevo già quello che dovevo sapere; così mi avvicinai a lui, unii le nostre labbra che come due calamite si attraevano, bisognose di dare e ricevere amore. Mi staccai dolcemente da quel bacio disperato quando sentii  gli oggetti che aveva in mano cadere a terra e le lacrime bagnargli il viso; misi una mano sotto al suo mento per fare incastonare il verde e il blu e con l'altra gli accarezzai le guance cancellando le scie bagnate che vi erano sopra. Feci il sorriso più rassicurante che potei e credetti che fosse davvero ottimo, non solo perché lessi nel suo volto più tranquillità ma anche perché me lo sentivo; sentivo che sarebbe andato tutto bene, e questa volta ero sicuro di non sbagliarmi affatto.

Mi chinai e raccolsi il detersivo e gli stracci e ne porsi uno a Harry; questo mi sorrise e dopo averlo afferrato si chinò insieme a me e, con tanta pazienza e forza di volontà, iniziammo a pulire il pavimento dalle tracce che avevo lasciato.

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Ero letteralmente sfinito: ci erano volute ore per togliere tutto il sangue e la mia sanità sia fisica che mentale ne aveva risentito; sinceramente non sapevo come Harry facesse a mettersi a cucinare dopo tutto quel lavoro ma alla fine lui era lui, faceva sempre tutto e non si stancava mai; anche se una mia piccola parte credeva lo facesse per me, nonostante fosse esausto.

Dopo aver abbondantemente pranzato con una delle solite squisitezze di Harry decidemmo di rilassarci per tutto il pomeriggio: così ci sdraiammo sul divano e mettemmo su un film.

Mi sedetti con le gambe appoggiate sul prolungamento del divano per aspettare che Harry si sdraiasse e appoggiasse la testa su di me, stingendomi la vita con le braccia; presi una coperta e gliela misi sopra per poi iniziare ad accarezzargli delicatamente la testa. Passavo lentamente le mani tra i suoi morbidi ricci inalando il dolce profumo di vaniglia che questi emanavano, e ogni tanto mi concedevo di sfiorargli la guancia calda e liscia. In momenti come quello sentivo come se stessi per scoppiare dalla felicità: non riuscivo a spiegare come mi sentivo, ma era bellissimo.
Avere la consapevolezza di poter contare su di lui, di avere qualcuno a cui importava davvero di me, non credevo avrei mai trovato una persona così e proprio quando avevo perso le speranze era arrivato Harry e mi aveva cambiato la vita; mi aveva ridato la forza e la voglia di vivere e anche in quel momento mi stava aiutando a sconfiggere i fantasmi del mio passato, mi stava aiutando ad affrontare tutto quello che mi aveva ferito. 

Sorrisi tra me e me quando un pensiero mi balenò in testa: ero sempre stato un fan dei coldplay e in vari momenti della mia vita mi ero ritrovato a sperare di trovare il mio "yellow"; la fantomatica persona che mi avrebbe tirato fuori da tutto, mi avrebbe protetto e migliorato, ma ero sempre finito col pensare che non fosse possibile, che non tutti erano destinati a trovare una persona così. Però adesso con il mio ragazzo abbracciato a me che mi lasciava baci dolci sulle mani mi convinsi di una cosa: chiunque aveva uno yellow da qualche parte, era destinato a tutti, magari nascosto in profondità ma c'era; e Harry era il mio.

Angolo Autrice

Hi lovess,
so che il capitolo è un po' corto e non è un gran che but here it is. A eccezione del solito lo pubblico da solo per scusarmi del ritardo ahah, i prossimi due arriveranno entro lunedì promesso.

Detto questo spero vi piaccia, commentate e votate se è così per farmelo sapere!

All the love xx


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