18. domenica

69 8 0
                                    

-Harry's pov-

Mi svegliai aprendo lentamente gli occhi, che furono immediatamente inondati dai caldi raggi solari; mi voltai verso il comodino e presi in mano il telefono, il quale monitor indicava le 11:36. Iniziai a controllare tutte le notifiche quando una attirò particolarmente la mia attenzione: cliccai velocemente sulla chat del mio ragazzo e non riuscii a fare a meno di sorridere nel leggere i messaggi che questo mi aveva mandato. Passai qualche minuto a chattare con Louis finché non decisi di scendere per fare colazione: si fa per dire dato che era ormai mezzogiorno. Come immaginavo finii col non mangiare assolutamente nulla ma al contrario, ad aiutare mia madre nella preparazione di uno splendido pranzo domenicale a cui, con mia grande gioia, avrebbero partecipato anche i Tomlinson.
L'ora successiva la passammo a cucinare e chiaccherare: lei mi raccontò di questi giorni passati in mia assenza ed io di tutti i momenti belli passati con Lou, finendox la maggior parte delle volte con l'abbassare lo sguardo e arrossire violentemente al solo ricordo.

Ero appena salito in camera alla ricerca di qualcosa di decente da mettere, quando sentii il campanello suonare. In preda al panico finii per infilarmi le prime cose che trovai, uno skinny jeans nero e una camicia con una fantasia floreale, per poi scendere di corsa le scale mentre cercavo inutilmente di domare quelli che erano i miei capelli.
Quando arrivai nell'ingresso rimasi paralizzato dalla bellezza di Louis; era sempre uno spettacolo della natura, anche in quegli ultimi giorni, quando passava alle giornate in pigiama e con i capelli all'aria, ma in quel momento aveva le sembianze di un vero e proprio Dio: le gambe muscolose erano perfettamente fasciate da una paio di skinny jeans che lasciavano ben poco all'immaginazione; sopra portava una semplice felpa azzurra, ma non un azzurro particolare, lo stesso azzurro dei suoi occhi che tanto mi facevano impazzire e che risaltavano ancora di più in quel momento. I capelli erano un po' scombinati ma allo stesso tempo pettinati nel caschetto che era solito portare, e il suo volto era qualcosa di magnifico: le labbra sottili erano rosse più che mai e le iridi avevano acquisito un color ghiaccio freddo, che però non faceva altro se non scaldare il mio cuore.
I nostri sguardi si incrociarono e, come sempre, il tempo si fermò: eravamo rinchiusi in una bolla, solo lui ed io, il mondo al di fuori.

_______________

-Louis's pov-

Mi persi letteralmente nei suoi occhi, ma non prima di aver notato tutto il resto; amavo il modo in cui i pantaloni avvolgessero le sue gambe lunghe e quella camicia colorata, sbottonata sul davanti lasciando intravedere i tatuaggi con gli uccelli, mi faceva impazzire. I suoi ricci oggi erano più selvaggi del solito ma non mi importava, anzi, amavo quando lasciava i capelli sciolti ad incorniciargli il viso; quel magnifico viso composto da quelle stupende labbra rosee e carnose e da quegli occhi, quei pozzi verdi ai quali non riuscivo mai a scampare, e che anche quella volta mi avevano catturato; blu nel verde, verde nel blu.

Restammo fin troppo tempo fermi a guardarci da lontano, e me ne accorsi solo quando sentii le potenti braccia di Anne stringermi in un abbraccio:
"Louis tesoro da quanto tempo, come stai??"
"Bene, tutto bene grazie"- dissi rispondendo vigorosamente all'abbraccio -"scusa se ti ho rubato Harry per qualche giorno, ma mi sentivo solo senza la mia famiglia a casa"- dissi in tono scherzoso ma anche un pizzico colpevole.
"Oh non ti preoccupare: sono 18 anni che lo sopporto, puoi prendertelo quando ti pare"- e detto questo scoppiammo entrambi a ridere, io ancora tra le sue braccia: conoscevo la madre di Harry solo da qualche mese ma sin da subito si era stretto un legame fortissimo, così come per suo padre e sua sorella; le nostre famiglie erano entrate da subito in sintonia e non potevo esserne più felice.
Andai ad abbracciare Robin, per poi cercare Harry e raggiungerlo, quando una voce alle mie spalle mi bloccò:
"E a me non mi saluti nano?"- subito mi voltai e non riuscii a trattenere un sorriso nel vedere una Gemma vestita con semplice vestito rosa, ma che contornato dal suo sorriso smagliante la faceva brillare come una stella.
"Oh Gemma..."- ci abbracciammo stretti e mi si scaldò il cuore nel percepire tutto l'affetto che scaturiva dal quel così semplice contatto; io non la reputavo solo la sorella del mio ragazzo, lei per me era una di  famiglia ormai, così come ogni membro degli Styles.

Finalmente riuscii a trovare Harry e senza perdere altro tempo mi fiondai tra le sue braccia, consapevole che sarei stato accolto calorosamente:
"Harreehh"
"Loueehh"- gli saltai in braccio e come previsto fui subito avvolto dalle sue braccia muscolose che mi strinsero per tenermi più vicino:
"Sai, non  sono più abituato a non averti in casa ormai. Mi fa... strano."- ammisi con un po' di vergogna arrossendo lievemente: in quei giorni mi era capitato sempre più spesso di pensare a una possibile convivenza con Harry, ma non volevo proporglielo senza prima essere sicuro che anche lui lo volesse almeno un po'.
"Anche tu Boo mi sei mancato, ed è vero, fa strano non averti più intorno"- disse lasciandomi un dolce bacio sulla fronte.

-Harry's pov-

"Anche tu Boo mi sei mancato, ed è vero, è strano non averti più intorno"- questo fu quello che dissi, nonostante ci fosse solo una cosa che la mia mente avrebbe voluto chiedere: "Andiamo a vivere insieme?".
Negli ultimi giorni non facevo che pensare a questa eventualità e ogni volta finivo per arrossire, guadagnandomi occhiate stranite da chiunque mi stesse intorno: da mio padre a Louis stesso. La verità era che volevo vivere con Lou più di qualunque cosa al mondo, ma non volevo rischiare di proporlo per poi ottenere un no in risposta, voglio dire, e se fraintendesse e iniziasse a spaventarsi? E se la relazione per lui non fosse seria fino a questo punto? E se non mi amasse abbastanza? Ok no, l'ultima opzione era da escludere: lui mi amava, e tanto, e non faceva altro che ripetermelo.
"Haz amore, tutto ok?"- venni risvegliato dai miei pensieri grazie a un Lou che mi chiamava per pranzare:
"Certo certo ci sono, dai andiamo a tavola."

Fu un pranzo fantastico, sul serio: Jay non fece altro se non parlare di quanto fosse stata bella la vacanza, e i miei genitori continuarono per tutto il tempo ad ascoltare invidiosi e a cercare di farsi cedere lo scialé per qualche giorno; Lottie e Gemma passarono tutto il tempo a discutere delle tendenze del periodo e le gemelle... facevano cose da gemelle ecco. Per quanto riguarda me e Lou passammo tutto il tempo a guardarci e sorridere; amavo quelle piccole effusioni d'amore che ci scambiavamo: non serviva fare chissà cosa, bastavano anche solo degli sguardi o dei sorrisi per farci stare bene.
Ogni tanto le discussioni venivano interrotte da un brindisi proposto a caso, o da qualche commento a dir poco imbarazzante da parte dei nostri genitori riguardante la nostra tenerezza e cose così; una normale cena tra famiglie insomma, ed era proprio in quella normalità, in quel clima apparentemente un po' ostile e confusionario, che mi sentivo a casa; circondato dalle persone che più amavo mi sentivo felice, felice sul serio.

Finimmo di mangiare e ci spostammo tutti in salotto, mettemmo su un film e riprendemmo le conversazioni precedenti.
Ero sul punto di addormentarmi per una bella pennichella post-pranzo, quando mi sentii scuotere leggermente da Louis:
"Harry, sei sveglio tesoro?"
"Si, si sono sveglio amore che succede?"
"Beh non so se ti ricordi ma io te abbiamo un appuntamento oggi... o meglio, io ho un appuntamento a cui tu mi accompagnerai."- mi ricordai in quel momento della seduta dalla psicologa che eravamo miracolosamente riusciti a prenotare. Scrutai meglio il mio ragazzo per cercare segni di tristezza, agitazione o esitazione nel suo volto, ma con mia grande sorpresa, non ce ne era traccia; tutto ciò che emanava il suo sguardo era felicità e fiducia: gioia nel poter finalmente sconfiggere una volta per tutte i fantasmi del passato che tanto lo tormentavano, e fiducia in me, nel mio supporto e appoggio; fiducia che non avrei distrutto per nulla al mondo. 
"Mi metto il cappotto e usciamo, ok Boo?- dissi sorridendo.
"Ok"- ottenni a mia volta un sorriso da parte sua, un sorriso sincero, che mi scaldò il cuore.

Mi vestii in fretta e poi ci avviammo entrambi alla porta, scortati dal corteo dei familiari.
"Allora noi andiamo, mamma dopo mi fermo a casa di Lou, torno per cena ok?"
"Va bene tesoro, porta anche Louis con te: Jay e le ragazze rimangono qua tutto il giorno e non credo che lui voglia rimanere da solo a casa."
"Oh ok, certo."

Salutammo in fretta tutti i parenti e stavamo per uscire quando mi sentii chiamare da Jhoannah: intimai Lou  a salire in macchina mentre mi affrettavo a raggiungere sua madre sul pianerottolo.
"Ciao Jay, te lo riporto per cena ok?"
"Va bene, grazie Harry"- mi strinse in un caloroso abbraccio, fin troppo forte per essere solo riguardante il riportare a casa Lou entro sera.
"Grazie. Grazie per quello che fai per Louis, per stargli vicino. Grazie per prenderti cura del mio ragazzo Harry"- la sincerità e la malinconia  con la quale vennero dette queste parole mi lasciò senza fiato; rimasi in silenzio, sopraffatto da ciò che mi era appena stato detto.
La strinsi più forte che potei per poi mollare la presa e dirigermi verso la macchina dove il mio ragazzo mi spettava impaziente; non dissi niente perché non ce ne era bisogno, ancora una volta il mio corpo e mie occhi avevano già detto tutto. 

Save MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora