30. Con ogni mezzo

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Todoroki era immobilizzato, il suo sguardo sconvolto si alternava tra il villain che lentamente si avvicinava e l'eroe davanti a lui. Bakugo era a terra e il suo corpo iniziava a tremare, si contorceva, i suoi occhi fissi per terra lacrimavano e il terrore animava il suo viso. Le sue gambe non si muovevano, voleva avvicinarsi a lui ma qualcosa glielo impediva, una terribile sensazione che aveva bloccato ogni suoi movimento.

Avrebbe voluto aiutarlo, ma una voce nella sua testa non faceva che ripetergli quanto fosse sbagliato e azzardato, se si fosse precipitato senza pensare avrebbe rischiato di finire in pericolo anche lui senza alcuna possibilità di poter salvare l'amico; ma Midoriya agì diversamente e senza mostrare la minima esitazione lo superò di corsa raggiungendo preoccupato il biondo

«Izuku fermati!» urlò Shoto spalancando gli occhi, il suo corpo si sbilanciò in avanti insieme al suo braccio destro, le sue dita sfiorarono dal stoffa del costume del suo ragazzo senza riuscire ad afferrarlo, ma ormai era troppo tardi, i passi spediti di Deku rallentarono bruscamente fino a fermarsi e una mano raggiunse immediatamente il suo petto stringendo con forza la stoffa del suo costume come se questo lo stesse soffocando. Si voltò verso Shoto e i loro occhi si incontrarono, il suo viso spaventato, le labbra dischiuse prima che crollasse in ginocchio per terra boccheggiando. Todoroki mosse un passo in avanti, il suo istinto per un attimo fece scattare le sue gambe, ma la ragione lo fermò nuovamente e i suoi occhi si rivolsero oltre i due eroi.

Il villain era ancora distante da loro, il suo quirk aveva evidentemente un grande raggio d'azione, ma non sufficiente a raggiungere anche lui. Non indossava alcuna maschera e non dimostrava più di quarant'anni, dei capelli grigi che raggiungevano quasi le spalle gli contornavano il viso scarno e pallido, i suoi occhi erano chiari, freddi e non un solo cipiglio contraeva i lineamenti del suo viso, rilassato il maniera disarmante.

Shoto rabbrividí mentre quello sguardo calcolatore lo scrutava con attenzione, il suo corpo tremava, fremendo dalla voglia di attaccare e al contempo attanagliato dalla paura che inchiodava i suoi piedi all'asfalto della strada.

Doveva attaccare? Doveva aspettare? E se fosse stato avventato? Se avesse messo in pericolo ancor di più Izuku e Bakugo?

Il villain avanzò e di riflesso Shoto portò avanti il braccio sinistro facendo divampare le fiamme verso il criminale, la potenza di fuoco era sufficiente per raggiungerlo e aveva superato sia Izuku che Katsuki senza metterli in pericolo. Ma improvvisamente il quirk svaní nell'aria, come fumo, soffocato. Le fiamme si spensero velocemente, troppo deboli per raggiungere il criminali e Shoto capí, comprendendo con orrore che le vite dei due ragazzi davanti a lui erano in pericolo ed avrebbero affrontato, se non avesse fatto nulla, una delle morti più atroci.

Il quirk del criminale era ormai chiaro, così come le ragioni del perché non alzasse un dito in battaglia sconfiggendo facilmente chiunque gli si parlasse davanti. Poteva controllare l'ossigeno, forse lo assorbiva, o viceversa lo allontanava; che raggio di azione aveva? Aveva punti deboli?

Pensa pensa pensa

Ripeteva come un mantra, ma la sua mente non riusciva a concentrarsi, non riusciva ad elaborare nessun pensiero, strategia, ogni suono attorno a sé sembrava amplificato, le sirene delle ambulanze a distanza, l'elicottero sopra di loro, i suoi respiri affannati che tentavano di incamerare tutta quell'aria che sembrava mancare ai suoi polmoni.

Izuku e Bakugo erano davanti a lui, non poteva usare il ghiaccio senza colpirli, ma così sarebbero... morti. La sua vista si fece sfocata e d'istinto indietreggiò quando il villain fece un altro passo avanti.

Li avrebbe uccisi, non lo avrebbe fermato, era debole, non li avrebbe salvati

Debole

Debole

Pro Hero || Tododeku Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora