Eiji si fermò a guardarsi un'altra volta allo specchio della sua stanza d'albergo. Si portò una mano al nodo della cravatta nera che aveva scelto di indossare per l'occasione, si guardò con con sguardo severo, non era convinto del tutto che potesse essere quella giusta. Ad un certo punto, il ragazzo sentì bussare alla sua porta. 《Eiji, sono io. Sei pronto? Il nostro taxi ci sta aspettando...》la voce di Sin interruppe i pensieri del ragazzo nipponico.《A-ah sì, arrivo subito.》di corsa, Eiji si avvicinò all'uscio della sua stanza, afferrando il suo cappotto marrone scuro di pelle. Quella sera era abbastanza freddo per essere già primavera.
Poi, aprì la porta per raggiungere l'amico ma, non appena la figura di Eiji si presentò davanti agli occhi di Sin, quest'ultimo rimase senza parole.《Troppo..?》chiese con voce insicura Eiji, notando lo sguardo esterrefatto dell'altro. Sin scosse la testa, arrossendo leggermente.《N-no... su muoviti! Dobbiamo scendere! Il taxi ci sta aspettando!》afferrando un polso di Eiji, Sin iniziò ad avvicinarsi all'ascensore dell'hotel per raggiungere il pian terreno.《Sei agitato?》chiese Sin, notando lo sguardo assente dell'amico. Eiji abbassò lo sguardo sul pavimento della cabina di metallo. Rimase in silenzio per qualche istante, poi rispose alla domanda.《Vorrei soltanto che... andasse tutto bene...》con voce esile, Eiji interruppe la quiete che si era creata fra i due. Sin sorrise compiaciuto, avvicinandosi al ragazzo.《Certo che andrà tutto bene, Ash non vede l'ora di poterti rivedere... e anche tu non aspetti altro.》le braccia di Sin si andarono ad accingere al busto di Eiji, avvolgendolo in un abbraccio rassicurante.《Grazie, Sin.》Eiji ricambiò il gesto, allungando le sue mani sulla schiena dell'amico: finalmente quel macigno che gli premeva sul petto, si era fatto un po' meno pesante.Poi, le porte dell'ascensore si aprirono. Entrambi, uscirono dalla cabina metallica, arrivando alla reception, oltrepassando poi la porta principale. Una volta fuori, videro il loro taxi parcheggiato proprio davanti al loro hotel. I due salirono sulla vettura giallo ocra, poi Sin indicò l'indirizzo esatto al conducente. Così, le ruote della vettura iniziarono a percorrere l'asfalto di quelle strade così trafficate, quali erano quelle di New York. Durante il tragitto, Eiji buttò lo sguardo al di fuori del finestrino, ammirando le migliaia di luci che illuminavano il cielo scuro della città, dimenticandosi per qualche istante di dove stavano andando. Sin guardò l'amico perso al di fuori della vettura, fra quel cielo nero e quelle luci accecanti che caratterizzavano la vita della grande mela. Ad un tratto, al ragazzo cinese, ritornarono in mente le parole di Yut. Quel bastardo non gliel'avrebbe fatta passare liscia se anche questa volta, avesse fallito come aveva fatto suo fratello. Ma come faceva a sapere che Sin era tornato nel continente americano? Forse lo stavano seguendo, e forse anche quella sera lo stavano pedinando. Improvvisamente, il ragazzo iniziò a sentirsi degli occhi puntati addosso, sentiva una strana angoscia salire lungo il suo esofago, fino a farlo smettere di respirare, aveva le mani che gli sudavano: ad un tratto Sin, aveva paura.
《Siamo arrivati...》la voce profonda e roca del tassista, interruppe i pensieri angosciati di Sin e quelli felici di Eiji. Così, I due scesero dalla vettura. Lentamente, iniziarono ad avvicinarsi al vialetto della casa di Max. Poi, arrivarono davanti al campanello della porta principale. Eiji allungò il dito indice per pigiare il pulsante dorato, e così annunciarono il loro arrivo.
Ma non appena la porta si aprì del tutto, una visione straziante si mostrò davanti agli occhi di Eiji e di Sin. Era lì, davanti a loro, con le sue due stampelle argentate che lo sorreggevano per poter farlo stare in piedi. Il suo sguardo completamente stupefatto e incredulo, ma l'eleganza della lince, anche se con qualche graffio, non si smentiva mai.
I due ospiti si erano come ammutoliti, mentre la famiglia Lobo aspettava una prima mossa da parte di qualcuno.
Silenzio. Tutto ciò che si era creato nella casa, era solo e soltanto silenzio.
I loro sguardi erano fissi sulle pupille di ognuno: Ash non aveva il coraggio di parlare e nemmeno Eiji. La visione della lince con le stampelle, l'aveva colpito al cuore. Il ragazzo moro, si era promesso di proteggerlo a qualunque costo, ma dopo essere partito per la madre patria, quella promessa era stata infranta.
Il cuore di ognuno batteva forte per l'emozione, ma nessuno dei due aveva la forza adatta per avvicinarsi all'altro.
《Avanti ragazzi, entrate!》Max decise di rompere quella quiete angosciante che si era creata nel suo salotto, invitandoli ad entrare. Eiji e Sin, iniziarono a varcare la soglia della casa, quando improvvisamente, Ash decise di agire senza consapevolezza di ciò che stava facendo. Il biondo lasciò cadere a terra le stampelle, buttandosi a fatica, fra le braccia del moro. Eiji rimase di ghiaccio di fronte a quel gesto così disperato da parte della lince, che quasi non ci credeva di star vivendo la pura realtà. Tutto quel tempo passato lontano da ognuno, li aveva resi nostalgici, tanto da permettere a qualche lacrima, di scendere dai loro occhi.Ash strinse forte a sè, il corpo di Eiji, ancora incredulo di poterlo rivedere e toccare.《Mi sei mancato...》le parole del biondo, fecero perdere qualche battito al cuore del ragazzo giapponese. Il moro appoggiò delicatamente, le sue mani sulla schiena di Ash, ricambiando il gesto affettuoso.《Anche tu...》i due rimasero per qualche istante uniti in quel semplice abbraccio che era stato in grado di catapultarli al di fuori di ciò che in quel momento così intimo, era divenuta la pura realtà. Ad un certo punto, gli amici, il quartiere, l'universo intero erano completamente svaniti: in quel momento c'erano soltanto Ash ed Eiji.
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I will always be on your side ~ Banana Fish Fanfiction - Happy Ending
FanfictionDopo un anno di coma farmacologico, Ash riesce a sopravvivere all'agguato di Lao. Il biondo poi, viene adottato dalla famiglia di Max e Jessica. Finalmente può vivere una vita normale e senza più rischiare la pelle ogni volta che scende in strada. M...