Parte 32

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Settembre.

Hinata's POV

Oggi è il primo giorno di settembre.
L'aria è calma, pacata.
Non c'è un filo di vento a movimentare il paesaggio.

Il sole scottante, illumina il viale alberato della scuola, facendolo risplendere di un impalpabile luce.

Fa ancora molto caldo, il cielo è limpido e l'aria trema di umidità.
Sono 3 giorni che c'è il bel tempo; un cielo chiaro e terso, privo di nuvole, si staglia fino a perdita d'occhio all'orizzonte.

Le foglie, ancora verdi, degli alberi scintillano illuminate dai raggi solari.
Tutto sembra avere un'aura di dorata felicità e splendente vigore.

Minuscole particelle di luce danzano leggiadre sospese, vorticando con esigui granelli di polvere, attorno a noi.
Risplendono e poi muoiono.
Si mischiano e poi si separano.

Sono in bici, godendo della brezza calda dell'aria in momento, mentre mi dirigo a scuola, per il rientro dalle vacanze estive.

Sono le 7:56.
Solo 4 minuti prima di entrare in classe.

Cerco di pedalare nonostante la fatica di muovere i miei piedi, in una direzione concorde con i miei pensieri.

Porto con me il mio corpo, ogni giorno dovunque io vada, anche se mi sembra di star trascinando più che altro un'inutile zavorra pesante.

Mi porto a spasso quando devo andare a fare la spesa, quando vado agli allenamenti di pallavolo o semplicemente quando mi ritrovo a vagare in giro.

Muovo le mie gambe, apro la mia bocca, gesticolo con le mie mani: ma sono solo degli involucri vuoti che mi trovo a dover sostenere.

Il resto di me, la mia anima e la mia essenza credo sia ancora ancorata a quella promessa.

Poche e semplici parole che risuonano assordanti e dolorose nella mia testa, ogni giorno.
Ogni momento.

"Certo, a domani."

Tutto il mio essere è ancora sospeso in quell'attimo, saldamente aggrappato a quelle parole.
Basterebbe solo lasciare la presa per tornare intero.
Basterebbe solo sganciarmi per ricompormi.

Eppure ho la sensazione che se mollassi la presa io cadrei in pezzi.

Sono passati 19 giorni.
Nessuno di questi però è stato quel domani.

Non sei più venuto in palestra ad allenarti.
Non hai più acceso il tuo telefono.

Daichi mandò un messaggio nel gruppo, 2 giorni dopo la tua tacita assenza.

Daichi Sawamura
"Ragazzi, per un po' Kageyama non verrà ad allenarsi.
Sta bene, non preoccupatevi."

Non ci disse altro, forse perché neanche lui sapeva sul serio qualcos'altro.
O forse lo diceva soltanto per proteggermi in un modo che non riesco a comprendere.

Mi guardava negli occhi e alzava le spalle:
"Non so altro Hinata, mi dispiace" diceva ogni volta.

Non ho avuto molta scelta se non quella di credergli.
Lui disse che tu stavi bene ed io ci credevo.
Io ci ho creduto, perché non potevo sopportare l'idea che fosse vero il contrario.

𝓘𝓼  𝓣𝓱𝓲𝓼  𝓛𝓸𝓿𝓮?        ✧ 𝘒𝘢𝘨𝘦𝘏𝘪𝘯𝘢  ✧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora