Parte 42.3

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TORNEO PRIMAVERILE - Turno 3

Hinata's POV

Tutto tace.
Nessuno dice qualcosa oggi, mentre ci avviamo all'ingresso sul campo.

I volti di tutti sono un misto tra il concentrato e il furiosamente spaventato.
Sono tutti scuri, silenziosi e chiusi in loro stessi.

Suga-San sembra fuori di se.

La pressione sulle sue spalle oggi è insostenibile, lo vedo arrancare passo dopo passo, con fatica.

Gli metto una mano sulla spalla, facendolo sobbalzare.
Vorrei dirgli qualcosa di incoraggiante, qualcosa che possa risollevare il suo umore; purtroppo quello bravo in queste cose sei sempre stato tu, Suga-San, il più sensibile e quello che sapeva sempre cosa dire.

Posa i suoi occhi preoccupato su di me, sotto questa luce sembrano ancora più ambrati.
Una colorazione intensa, che mi ricorda il miele ancora chiuso nelle sue cellette.

Così sono i suoi occhi: alveoli dove stai cercando di richiudere la dolcezza del tuo spirito.

Suga mi sorride, capovolgendo i nostri ruoli.
Adesso è lui che, anche senza parlare, mi infonde nuova sicurezza dentro.

Attendiamo qualche minuto nella solita stanzetta ai lati del campo.
Ci siamo già riscaldati, ma alcuni di noi continuano gli esercizi di stretching.

Io resto in disparte a guardare fuori; un'altra giornata uggiosa e malinconica, che rispecchia a pieno il nostro stato d'animo.

-Hinata...-  la voce del capitano mi chiama da dietro.
Era vicino a me, alla finestra, con la sua borsa ancora a tracolla.

"Che strano, ero certo che l'avesse posata assieme alle nostre, appena entrato."

Lo guardo interrogativo.

-Comunque vada oggi, non devi addossarti nessun tipo di colpa. Siamo una squadra, non sei da solo.- mi dice con voce seria.

"Lo so, Capitano.
Ma vorrei tanto riuscire a convincermi che, se dovessimo perdere, non mi sentirei di aver tradito la fiducia di Kageyama.
Glielo devo e la paura non può fermarmi.
Non posso contemplare un risultato differente."

-Capitano... io gliel'ho promesso. Non tornerò a casa con una promessa infranta.-  rispondo sincero, nonostante le mie gambe stiano tremando.

Daichi mi sorride, mi passa un braccio attorno le spalle e con l'altra mano apre la zip della sua borsa.

-Ne ero sicuro, allora diamoci dentro. Non lasciamoci intimorire prima ancora che la palla sia caduta.-

Estrae dalla borsa una maglietta, ben piegata.
È la nostra divisa, la classica nera e arancione che tutti già indossiamo.

Gli occhi mi si riempiono subito di lacrime e dentro al cuore sento una forza crescere, un senso di fiducia e sicurezza che mi aveva abbandonato da un po'.

Su quella maglietta è stampato un numero.
Un numero che non è presente tra di noi, nella formazione titolare.

9

La stringo fortissimo a me, quasi a volerla assorbire.
Affondo il mio viso nel soffice tessuto della divisa.

-Era nel suo armadietto, nello spogliatoio. Forse non avrei dovuto aprirlo... ma tu, non dirlo a nessuno.-
Daichi si da congeda da me, lasciandomi due pacche incoraggianti sulle spalle.

Sollevo lo sguardo, arrossato dalle lacrime e vedo che tutti mi stanno osservando, con sguardi consapevoli.
Erano tutti d'accordo e tutti sapevano che Daichi avesse aperto l'armadietto di Kageyama prima di partire, questa mattina.

𝓘𝓼  𝓣𝓱𝓲𝓼  𝓛𝓸𝓿𝓮?        ✧ 𝘒𝘢𝘨𝘦𝘏𝘪𝘯𝘢  ✧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora