Prologo

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Cammino velocemente nella pioggia, cercando di non inondare le mie Vans di acqua mista a polvere e chissà cos'altro.

Ho solo il cappuccio a coprirmi, a proteggermi.

Riconosco subito 𝑙'album "In Utero", dei Nirvana.
Se dovessi sceglierne uno, penso che quello sarebbe il mio preferito, anche se "Nevermind" è parte della mia vita ormai.

Arrivo alla strada sterrata e capisco di essere vicina.

Proseguo, ancora più in difficoltà tra tutta questa terra e pietre.

Comincio ad intravedere la costruzione.

È una specie di centro commerciale abbandonato... ci vengo ormai da anni.

Quando lo scoprii, ad affascinarmi erano tutti quei graffiti sulle pareti, li trovavo fantastici.

All'interno, solo le vetrine spaccate e gli scaffali, pochi ancora al loro posto; ci avevo trovato di tutto: dagli occhiali da sole alla John Lennon, alle magliette con disegnata la nazione vista dall'alto, alle biciclette senza gomme.

Una volta avevo scovato un vecchio negozio di tabacco, fu li che fumai la prima sigaretta, qualche anno dopo.

Avevo passato li metà della mia vita.

Ci andavo per disegnare, sia sulle pareti che sui miei quaderni, per leggere, a volte anche per scrivere, o solo per ascoltare la musica in pace.

Entro e mi avvio verso la libreria dove trovo la mia solita cuccetta con una coperta e il libro che stavo leggendo l'ultima volta.

Devo togliere tutte le mie cose da qui... presto abbatteranno questo posto, e devo fare un ultimo giro.

Passo in quasi tutte le stanze e prendo degli oggetti sia miei che non, e poi esco.

Tiro fuori la bomboletta spray e comincio a disegnare sopra alle scritte.

Quello che ne esce mi piace, è malinconico, misterioso ma affascinante.

È raffigurata una ragazza, che si specchia in un lago, piange.

Ha capelli neri e occhi molto scuri, quasi quanto i capelli.
Nel lago vede una chioma bionda e degli occhi azzurri, un viso intelligente e sereno, empatico e dolce, innocente.

In un certo senso assomiglia allo specchio delle brame, vede quello che vorrebbe essere.

In questo caso idealizzato.

Rappresenta i miei pensieri da ormai almeno tre quarti della mia vita.

Lo firmo nel mio solito modo, gli do un ultimo sguardo e mi allontano indietreggiando di qualche passo.

Poi sospiro, ammirando per forse l'ultima volta quel mio rifugio.

Mi tiro nuovamente su il cappuccio e mi riavvio verso casa

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Ehilà, mi intrometto solo un secondo

Questo è solo il prologo, diciamo che è un'introduzione alla narrazione della storia.

Spero non vi abbia annoiati e che non vi abbia fatto un'impressione sbagliata... inizia in modo più drammatico di quanto lo sarà poi la storia in sè, quindi vi prego di continuare a leggere per riuscire a capire al meglio il personaggio.

Grazie di tutto, e niente, spero di avervi incuriosito se non altro ahahaha

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