Lettera 30

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Da Emanuele per Tancredi

Quando ti ho conosciuto non sapevo cosa saremmo diventati. 
Non sapevo in cosa l'amore ci avrebbe trasformato. 
Non sapevo nemmeno che tu saresti stato per me l'amore che non avrei mai immaginato di trovare. Non sapevo che l'amore salva.
Non sapevo che l'amore mi avrebbe tolto il fiato come solo tu sei in grado di togliermelo, amore.
Quando ti ho conosciuto ho dovuto combattere con ogni paura che mi portavo dentro da sempre, ogni giorno da tutta la vita. Ho dovuto combattere contro me stesso e contro te perché tu non eri vero. Eri sogno e i sogni fanno male al mattino quando ci si sveglia.Dirti ti amo è stata una lotta contro tutto quello che avevo nel cuore e nel cervello. 
Perché si sa, il cuore va da una parte il cervello dall'altra. 
Ed io credo che l'amore è amore quando cervello e cuore rispondono entrambi sì. 
Diventare tuo è stato un premio, è stato ricevere il dono più bello mai richiesto e ricevuto. Non eri previsto, non era previsto che tu mi sconvolgessi la vita. Non era previsto che insieme saremmo stati diversi. 
Le cose belle non sono mai previste.
L’amore, dicono, è vedere bellissimo anche il peggio dell’altro ed è vero. Vero perché io di te vedo bellissimo tutto, anche il tuo peggio. Perché amare è prima imparare ad amare gli sbagli. I difetti, le brutture, i guai dell’altro. 
Quando ti ho conosciuto non lo sapevo, me l’hai insegnato tu.
Come tutto il resto. Come ad amare, come a volare guardando un paio d’occhi. Come a scrivere il tuo nome da per tutto. Come imparare a fare torte solo per sorprenderti.
Che lottare è la dimostrazione d’amore più potente che ci sia. 
Che il sole negli occhi si scalda più volentieri se due mani sono intrecciate, soprattutto se queste mani sono le nostre. 
Quando ti ho conosciuto non sapevo che farsi bello era qualcosa da donare a te. 
Non sapevo che ogni tuo “sei bellissimo” sarebbe rimasto inciso nel cuore e ogni “ti amo” sarebbe diventato un marchio sulle ossa.
Quando ti ho conosciuto non sapevo che amarti mi avrebbe svuotato e riempito di tutto e che stare nudo di fronte a te significava sentirmi libero per la prima volta in tutta la mia vita. 
Ma amore, non parlo solo di un me nudo tra le tue braccia, non parlo solo di pelle che si spoglia e mani che toccano, parlo di mostrarti il mio cuore così com’è, senza barriere, senza riserve: nudo. 
Tu l’hai preso. Te l’ho dato. 
E ti ringrazio per tutte le paure che ti sei preso, per tutte le insicurezze che mi hai curato, per tutte le ferite ancora aperte che mi hai disinfettato. Grazie.
Perché le persone non sanno di far male, perché la vita non sa di far male e perché noi stessi non sappiamo come smettere di farci del male e allora siamo avvelenati da ferite che non si rimarginano e per questo ti ringrazio di essere arrivato tu, di averti conosciuto ed essermi lasciato salvare. 
Quando ti ho conosciuto non sapevo che l’amore è un miracolo e che il miracolo più grande per me sei tu.

Lettere||TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora