Lettera 37

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Da Tancredi per Emanuele

Quando comincia una storia, quando si sceglie di stare insieme a qualcuno è normale avere paura, anzi è la prassi. 
Si ha paura di tutto, dal cosa mettersi a cosa lui possa pensare di una qualsiasi cosa detta, fatta, scoperta, immaginata. Si ha paura del futuro ma anche del domani: "E se domani si stancasse?" 
Il tempo massimo in cui mi permettevo di sperare erano i fatidici due mesi, dopo già prevedevo una fine.
La paura è ovvia. La paura è capire che quella cosa, quella persona, quella storia è importante ma non credere finisca lì.
Non finisce quando la storia entra nel periodo di convalida, non finisce nemmeno quando passano gli anni e si è ancora insieme.
Non finisce se ami. Se ami hai paura. Se ami ti preoccupi ancora di cosa indossare, di cosa lui stia pensando, di come sia stato per lui dormire insieme, o aver fatto l'amore tutta la notte.
Se ami temi e se temi vuol dire che stai amando.
Sono mesi che ti amo, sono mesi che vedo il tuo viso, sono mesi che tu mi vedi cambiare, mesi che vediamo il peggio e il meglio di noi e siamo ancora spaventati.
Abbiamo ancora paura di perderci, ho ancora quel timore molto spesso invalidante che mi fa credere che un giorno, occhi più belli dei miei ti stregheranno, che gambe più lunghe delle mie avvolgeranno i tuoi fianchi, che un amore più fresco e meno faticoso ti prenderà e ti farà esplodere il cuore nel petto come esplodeva amando me, ma io, allora, sarei storia vecchia. Ho ancora gli incubi, certe notti resto sveglio chiedendomi se ci sarai domani accanto a me, se mi dirai ancora che mi ami.
Ho sempre paura perché ti amo e va bene così.
Questo è il bello dell'amore, pur essendo difficile, complicato, a volte invalidante, il bello è capire che ogni sentimento ha una spiegazione, un significato e se io ho ancora paura è perché sono innamorato da impazzire.
"Ancora? Dopo tutto questo tempo?"
"Sempre!"

Lettere||TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora