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Il ragazzo a sinistra è Lele, il ragazzo a destra è Tanc.

Loro erano due ragazzi diversi.
Tancredi era un ragazzo dagli occhi verdi, magrolino, basso, capelli castani con delle sfumature bionde, pieno di tatuaggi e un septum. Molti per il suo aspetto lo hanno definito un ragazzo stronzo, un ragazzo che non ha un cuore, che non prova sentimenti per nessuno, che gioca con le persone. Ma tutte quelle persone non sanno che Tancredi è un ragazzo fragile, non sanno delle notti che ha passato a piangere per il cuore spezzato, non sanno dei suoi attacchi di panico quando faceva gli incubi tutte le notti, non sanno che si tagliava per il troppo dolore che provava dentro di sé. Molte volte gli hanno spezzato il cuore, non sarebbe mai stato in grado di spezzarlo ad un altra persona.

Emanuele era un ragazzo dagli occhi verdi, capelli mori con dei ciuffetti biondi, nostril al naso, piercing alla lingua, braccio pieno di tatuaggi. Lui con il tempo ha imparato ad essere uno stronzo, si è costruito un muro per non far entrare le persone nella sua vita. Non voleva più soffrire. Era acido con tutti, non aveva amici. Ne aveva solo uno, che lo accettava per quello che era.

Tancredi ed Emanuele non hanno avuto una vita rose e fiori. Non hanno mai conosciuto la felicità, e quando quest'ultima si presentava alla loro porta, c'era sempre qualcuno che la distruggeva. Tancredi ed Emanuele volevano solo qualcuno che li amasse, volevano solo essere felici. Ma non hanno mai avuto nessuno con cui stare.

Ma non avrebbero mai pensato che incontrandosi la loro vita sarebbe cambiata. Il loro era stato un incontro particolare. Tancredi camminava da solo per la città frenetica di Milano, era immerso nei suoi pensieri e andò a sbattere contro qualcuno. Tancredi si scusò subito, davanti a lui aveva Emanuele. Entrambi si persero negli occhi dell'altro, passarono minuti interminabili a guardarsi.

Fu un colpo di fulmine, soprattutto per Tancredi. Emanuele se ne andò senza dire nulla. Nessuno dei due riusciva a dimenticare l'altro, ma pensavano che non si sarebbero più incontrati. Ma si sbagliarono. Una settimana dopo, Diego e Gianmarco, il primo era il migliore amico di Emanuele, e il secondo era il migliore amico di Tancredi, decisero di organizzare un'uscita a quattro. Quando Tancredi ed Emanuele si incontrarono di nuovo, restarono fermi a guardarsi negli occhi, proprio come la prima volta che si videro. Si salutarono e si presentarono.

Il tempo passava, e i ragazzi passavano le giornate insieme. Tancredi aveva legato con Diego, ma non con Emanuele. Quest'ultimo non voleva avere nulla a che fare con Tancredi, per il semplice motivo che si era innamorato. Non voleva soffrire ancora, ma soprattutto non voleva far soffrire il ragazzo. Sapeva di essere uno stronzo di prima categoria, ed era consapevole del fatto che probabilmente lo avrebbe fatto soffrire. Ma non voleva spezzare il cuore di Tancredi, non di nuovo. L'altro ragazzo, d'altro canto, non si arrendeva. Voleva scoprire tutto su Emanuele, ha provato di tutto. Un giorno rimasero da soli a casa di Gian, quest'ultimo con Diego andarono a prendere le pizze poiché quella sera sarebbero rimasti a dormire da Gian.

Tancredi cercava di parlare con Emanuele, che si mostrava indifferente alla presenza del ragazzo. Tancredi non ce la fece più. E disse tutto ciò che pensava su Emanuele. Gli disse di quello che lui provava. Perché si, Tancredi si era perdutamente innamorato di Emanuele, fin dal primo giorno che si incontrarono. Glielo disse nonostante la paura di avere nuovamente il cuore spezzato. Emanuele era sorpreso, non si aspettava una dichiarazione da parte del ragazzo che amava, ma lui avvisò Tancredi che lo avrebbe fatto soffrire, che gli avrebbe spezzato il cuore perché lui era uno stronzo a tutti gli effetti.

Ma Tancredi non mollò, e disse parole che lasciarono Emanuele a bocca aperta.

«Tu sarai anche uno stronzo, ma a me non me ne frega nulla. Tu porti solo una maschera, ti comporti da menefreghista per non soffrire. Però sotto quella fottuta maschera c'è un ragazzo fragile, dolce. Hai la costante paura di soffrire, beh ti capisco. Non sei l'unico a cui hanno spezzato il cuore, non sei l'unico ad aver passato dei brutti periodi nella tua vita. Anche io ho la costante paura di soffrire. Ma io sono innamorato di te, e di soffrire non me ne frega un cazzo, perché se soffrirò saprò che ne sarà valsa la pena. Io vorrei essere tuo amico, tuo fratello, tuo consigliere, tuo padre, tuo ragazzo. Vorrei essere tutto per te. Vorrei poterti abbracciare e sentirmi al sicuro tra le tue braccia, vorrei poter baciare le tue labbra che sicuramente sanno di fragole, data la grande quantità che ne mangi al giorno, vorrei poterti accarezzare i capelli sempre scompigliati, vorrei poter poggiare la testa sul tuo petto per sentire il battito del tuo cuore. Vorrei fare l'amore con te, sentire il tuo corpo appiccicato al mio. Vorrei viverti. Perché guardarti solamente non mi basta.»

Tancredi si avvicinò a Emanuele, mise le sue braccia intorno al collo di quest'ultimo e appoggiò la sua fronte su quella del ragazzo di fronte a lui.

«Per favore Emanuele. Lasciati amaredisse Tancredi in un sussurro.
Emanuele non disse nulla. Semplicemente lo baciò. Era un bacio dolce e lento. Entrambi i loro cuori battevano forte. Entrambi avevano le farfalle nello stomaco. Quella sera comunicarono ai loro migliori amici che stavano insieme, e Diego e Gian erano felici per loro.

I mesi passavano, Tancredi ed Emanuele ogni giorno si amavano sempre di più. Ma non potevano mancare i litigi. Litigi che li portavano a non parlarsi per ore, o addirittura per qualche giorno. Durante quei litigi si scrivevano delle Lettere, ma che non si mandarono mai. Le nascondevano. Ma quelle lettere non venivano scritte soltanto durante i litigi, ma anche quando ne avevano voglia. Quando volevano dire tutto ciò che provavano, ma a parole non riuscivano a dire nulla, quindi scrivevano.

Decisero di scrivere su un foglio le frasi che si dedicavano, così da poterle leggere tutte le volte che volevano:

"Non è un pov, non devo fa finta sono letteralmente innamorato di Tancredi"
"Vita mi dai un bacino?
Sei la mia vita"
"La mia vita.
Ti amo"
"Baciami stupida"
"Shalla non è più il mio ragazzo.
Cosa? Tanto lo so che non c'è la fai a non perdonarmi"
"Ciao amore.
Ciao vita"
"Tanc non è Tanc senza Lele"
"Lele non è Lele senza Tanc"
"Io e Lele confermati tantissimo"
"Amore vuoi venire in braccio?
Si ti prego.
Vieni vita"
"A rega a me m'ha rubato er core na persona sola in sto mondo.
Tu hai solo il mio cuore"
"La mia vita. La mia vita"
"Sei bellissimo cazzo. Assurdo"
"Il mio respiro.
E tu sei il mio"
"Sei la mia cazzo di vita"
"È bellissimo quando sorride"
"I Tankele non si separeranno mai. Sono inseparabili"
"Dai su dillo. Dillo chi è il più affettuoso.
Sei tu il più affettuoso"
"Sei bellissimo"
"Sei un cazzo di dio greco"
"Tu sei bello. Tu"

Nonostante tutti i litigi, non si lasciarono mai. Tornavano sempre l'uno dall'altro. Erano fatti così,  per quante volte si sarebbero mandati a fanculo non potevano stare lontani l'uno dall'altro. Erano semplicemente loro.
Erano semplicemente Tancredi ed Emanuele. Emanuele e Tancredi.
Due nomi, una cosa sola.

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