Capitolo sedici

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Sentivo un braccio che mi teneva salda, non sapevo cosa stesse succedendo, così pian piano abbandonai Morfeo: << Sesshomaru cosa le hai fatto? >> questa voce, era la voce di Inuyasha: << Calmati Inuyasha, Yuki sta più che bene >> mia sorella, la mia amatissima sorella: << Come sempre Inuyasha sei il solito ignorante. Se ve lo state chiedendo ve l'ho salvata, dato che voi esseri inferiori non ne avevate il coraggio e ora potete anche riprendervela >> sentii il braccio mollare la presa "Perché era così di cattivo umore? Che cosa era successo durante quella nottata?" << Inuyasha se non la vai a prendere te vado io >> disse il monaco serio, non potevo più fare la finta addormentata così aprii gli occhi, davanti a me c'erano i miei compagni, più Sango; abbassai lo sguardo e vidi che il braccio di Sesshomaru mi cingeva la vita, diventai tutta rossa in viso: << Finalmente ti sei svegliata. I tuoi amici sono arrivati, vai con loro >> "Ma che gli prendeva?" << Sesshomaru che ti prende? >>
<< Vai con loro Yuki >> mi alzai senza dire niente e non mi voltai nemmeno "Che razza di idiota che sei Sesshomaru" << Yuki aspettaci >> urlò mia sorella correndomi dietro.
<< Cerco di essere gentile con quella sottospecie di demone e lui mi ripaga così, diventando tutto d'un colpo arrogante >> parlai tra me e me: << Yuki ma dove vai? >> mi urlarono i miei compagni, così mi fermai e mi voltai seria: << Me ne torno a casa mia, sono stufa di demoni arroganti >> e ripresi a camminare fino al pozzo mangia ossa.
Finalmente a casa e dopo aver fatto un bel bagno caldo, mi butti sul letto come peso morto e ripensai agli ultimi avvenimenti: io che cerco di uccidere Sesshomaru, Sesshomaru che mi salva nuovamente la vita, Sesshomaru che mi parla, Sesshomaru che mi abbraccia fortemente: << Perché allora è diventato così scontroso? Perché? >> non avevo nessuna risposta a questa mia domanda: << Devo dimenticarlo, così come devo dimenticarmi di tutti gli altri, non posso più ritornare indietro, non posso >> mi alzai e mi sedetti sul divanetto che tenevo sotto la finestra "Poteva risparmiarsela tutta questa bella scena se alla fine mi ha voluto trattare come una merda" sentii qualcosa di bagnato scendere sulle mie guance: erano lacrime: << Cos'ho fatto per meritarmi questo? >>
<< Yukiiii >> mi madre mi chiamò urlando dal piano di sotto, così mi asciugai le lacrime: << Si? >>
<< C'è qui un tuo compagno di classe, dice di chiamarsi Akira Nakamura >> "Forse potrò dimenticarmi di lui grazie ad Akira" << Fallo salire mamma >> non aspettai tanto che Nakamura entrò in camera mia, lasciando la porta aperta: << Sei uno straccio Higurashi, ti ha proprio preso per bene la febbre del gomito >> "Febbre del gomito? Accidenti a te nonno" << Mi sto riprendendo ora... ma dimmi, a cosa devo la tua visita? >> mi mostrò dei libri di scuola: << Compiti e poi volevo chiederti di uscire non appena ti sarai rimessa >>
<< Grazie per i compiti... per l'uscire non saprei, ora come ora non ho le forze >> mentii spudoratamente, le forse le avevo, ma non me lo sentivo emotivamente: << Facciamo così: quando ti sarai rimessa del tutto e vorrai uscire con il sottoscritto, me lo dirai ok? >>
<< Ti ringrazio >> si avvicinò a me mi diede un bacio sulla fronte: << Ora guarisci e soprattutto rimettiti in sesto Higurashi, ci vediamo a scuola >> quando lasciò la mia camera, portai la mano sulla fronte, toccando il punto che mi aveva baciato, lo stesso punto dove Sesshomaru mi aveva dato il cricco.
Era calata la sera ed io giravo fuori per il tempio, con indosso solo il pigiama, pessima idea, stavo mordendo di freddo "Domani tornerò a scuola e accetterò l'invito di Akira, solo così potrò dimenticarmi del tutto di Sesshomaru" mi sedetti, appoggiando la schiena all'albero di Inuyasha: << Farò proprio così accetterò il suo invito e usciremo insieme >>
<< Non farai niente di simile >> alzai il viso e seduto sui rami di quell'albero c'era Sesshomaru: << Perché non mi lasci in pace Sesshomaru? Perché non mi lasci andare avanti con la mia vita? Non ti sei divertito abbastanza a trattarmi male? >> con un salto elegante scese e si sedette di fianco a me: << Ho dovuto farlo Yuki, come pensi che avrebbe reagito Inuyasha se non ti avessi trattato così? Mi avrebbe preso in giro per tutta la mia lunga vita da demone. E poi devi sapere che io non sono così Yuki. Sono un demone, sono spietato e freddo, calcolatore e odio gli umani >> mi guardò per pochissimi secondi per poi tornare a guardare il cielo: << Vivevo la mia vita viaggiando, combattendo e uccidendo demoni o esseri umani, vivendo solo per ottenere più potere fino a quando non ti ho incontrato, all'inizio non m'importavi, anzi ti detestavo, ma poi ho iniziato, non so come, a seguirti  sia nella mia epoca che in questa >>
<< Perché mi seguivi? >>
<< Perché eri diversa come femmina umana e volevo studiarti e capire se eri veramente così oppure era tutta una falsa >>
<< E cos'hai scoperto? >>
<< Che sei veramente così e che dovevo proteggerti e tutto questo grazie a mio padre >>
<< A tuo padre? >>
<< Prima della sua morte volevo averte a tutti i costi le sue due zanne, solo per ottenere ancora più potere e dominio... ma tu allora che mio padre mi pose questa domanda "Sesshomaru tu possiedi qualcosa da proteggere?" >>
<< E tu cos'hai risposto? >>
<< Che non avevo nessuna intenzione di farmi rallentare in simili sciocchezze >>
<< Ma poi hai cambiato idea no? Cosa ti ha spinto a farlo? >> si voltò e mi fissò dritto negli occhi: << Tu Yuki... hai dentro di te una forza che neanche immagini e da quella forza io sono stato attirato e qualcuno se n'è accorto >>
<< Naraku >>
<< Esatto, per questo non posso farmi vedere debole ed io quando sono con te sono un debole. Tu Yuki sei il mia debolezza e Naraku l'ha scoperto >>
<< Lo so... ma cosa possiamo fare? >>
<< Non vederci più oppure dobbiamo ucciderlo e dato che non voglio perderti, ho optato per la seconda opzione. Ora devo tornare dall'altra parte e dovresti farlo anche tu >>
<< Attraverserò il pozzo domani >>
<< Bene! Ma ora vai a casa, ti ammalerai sul serio stando qua fuori all'aperto >> e nel nulla che era comparso, scomparve. Ora avevo in chiaro moltissime cose.

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