«Cazzo, Channelle! Dimmi che non hai abortito!!»- continuo a fissarla nelle sue fottute pozzanghere vuote, questa volta senza trattenermi dall'alzare una mano in aria per tirare un pugno allo stipite della porta affianco alla sua testa, con così tanta forza che il tonfo che si diffonde la fa sobbalzare sul posto e distogliere gli occhi dalle mie pupille nere iniettate di sangue, mentre Mikael scosta la mano dalla mia spalla all'istante e la ginecologa si pietrificata sul posto alle spalle di Channelle. Trattengo una smorfia di fastidio quando una forte sensazione di dolore attraversa tutti i muscoli del mio braccio, ma ogni singola fibra del mio corpo si contrae e le mie palpebre iniziano bagnarsi quando la donna di fronte a me trova il coraggio di alzare la testa per incrociare di nuovo il mio sguardo e aprire di nuovo bocca con un un tono freddo e indifferente: «L'ho fatto.»