25. Allora te movi?

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Giunse la sera e Adriano si trovava già in compagnia dei miserabili a casa si Gabriele, tutti allegri e contenti del ritorno del loro amico e ognuno con mille cose da raccontare.

-allora che ce racconti ao? Come mai sei tornato?- iniziò Alessandro dandogli una forte pacca sulla spalla

-che c'è nun so tornato manco da du giorni e già nun me volete più?- scherzò Adriano cercando di allontanare l'attenzione dal discorso principale, non riuscendo per nel suo intento.

-no è che dalle prime telefonate e da come raccontavi te le cose sembrava andare tutto a meraviglia, cioè sembrava stessi ar paradiso e che saresti rimasto là a vita, com'è che adesso ti trovi di nuovo qua a Roma?- rifece la domanda uno di loro e lì Adriano si ritrovò ad annuire per dargli ragione, nonostante non fosse poi di così grande urgenza avevano bisogno di spiegazioni.

-all'inizio andava realmente tutto a meraviglia, dovete credermi ero convinto che fosse la volta buona che mi sarei sistemato, ma come sempre ho rovinato tutto, nulla di nuovo- raccontò in breve bevendo un sorso di birra alla fine, sotto il silenzio di Gabriele che si asteneva dall'intervenire e le attenzioni del resto dei compagni.

-in che senso hai rovinato tutto?-

-c'era una ragazza, Camilla. Sembrava fosse una cosa seria, poi ho conosciuto la sorella una sera e...e non so come o perché ma ci siamo baciati, da lì in poi è inutile che vi racconti- spiegò scompigliandosi nervosamente i capelli, più volte lo raccontava e più si sentiva un cretino, e forse meritava di sentirsi così.

-caspita frate' io 'o sapevo che eri scemo, ma nun pensavo fino a sto punto!- esordí Valerio, seguito poi dagli altri che si aggiunsero in coro con frasi del genere, tranne Gabriele che non faceva altro che accendere e spegnere il display del cellulare in attesa di qualche notizia da parte di Niccolò, il quale non si era ancora presentato.

-grazie regà voi sì che sapete come risollevare il morale alla gente- ringraziò ironicamente il ragazzo sfoggiando un falso sorriso

-è sempre un piacere!- stettero al suo gioco facendo urtare i colli delle bottiglie di birra per simulare il classico cin cin.

-Cocco ma che stai ad aspetta'? È un'ora che stai a fissa' o sfondo der cellulare tuo- si incuriosí Tiziano attirando di conseguenza l'attenzione del resto del gruppo.

-sto ad aspetta' Niccolò, nun si è ancora fatto vivo e vojo sape' che sta a fa- spiegò semplicemente riprendendo il cellulare tra le mani per digitare il numero del moro.

Al nome del ragazzo, i miserabili si scambiarono uno sguardo d'intesa, escludendo però Gabriele che si ritrovò a chiedere cosa significasse.

-eddaje gabrie'...O sai pure te che non si presenterà stasera- provò Alessandro a dirglielo nel modo più pacato possibile, ma il moro si limitò a scuotere la testa in segno di disaccordo.

-no, lui verrà. Ne sono sicuro- affermò convinto ponendo il telefono sul tavolo dopo l'ennesimo squillo andato a vuoto.

-e come fai ad asserne sicuro?- questa volta fu Tiziano ad intervenire -non si parla più del Niccolò di dieci, quindici anni fa che era disposto pure ad uscire dalla finestra per raggiungerci, qui si tratta del Niccolò che ormai da cinque anni non si fa sentire se non per inventare una scusa per annullare l'uscita, del Niccolò che passa le sue giornate collassato sul divano e le serate al cimitero ai piedi di una lapide; cazzo si parla del Niccolò che è in lutto da cinque anni e chissà se si riprenderà più- sfogò gran parte dei suoi pensieri e preoccupazioni prima di rinchiudersi nel suo silenzio, sperando che nessuno prendesse a male le sue parole.

-Adriano...-iniziò titubante Alessandro convinto che il ragazzo fosse ancora all'oscuro di tutto e che avesse accolto tali notizie così all'improvviso tutte d'un botto.

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