-Lombardo continui a leggere tu per piacere?- la voce squillante della professoressa le fece alzare la testa dal libro facendola sobbalzare sul posto.
-sì, sì certo- rispose immediatamente cercando col dito il segno su cui si erano fermati, per poi iniziare a leggere il paragrafo nuovo.
In realtà non capiva nemmeno quello che stava leggendo, la sua bocca pronunciava semplicemente le frasi che la sua mente leggeva, mentre con la testa pensava a quanti minuti mancassero a quella che ogni studente definiva "libertà".
Il suono della campanella le impedí di continuare e chiuse svogliatamente il libro, consapevole che tutte quelle pagine spiegate e/o lette durante la lezione se le sarebbe ritrovate da studiare per casa per la prossima volta.-va bene così, per la prossima volta mi portate questo più la ripetizione. Mi raccomando alla lettura state molto attenti quando ripassate, questo è un argomento molto importante e ve lo ritroverete sicuramente agli esami- la voce dell'insegnante sovrastò il suono della campanella e tra gli alunni c'era chi usciva liberamente dall'aula salutando velocemente, probabilmente senza nemmeno aver percepito a pieno quell'informazione, chi invece sbuffava preoccupato e a chi semplicemente non fregava niente.
Alessia era un misto tra tutti.
Ormai sapeva che qualsiasi argomento si trattasse durante la lezione se lo sarebbero ritrovati all'esame, per cui sentirlo dire un'ennesima volta non faceva altro che farla sospirare e cercare di cambiare luogo o argomento.-hei ciao scusami- una vocina acuta attirò la sua attenzione, facendola voltare di spalle dopo aver chiuso bene la zip del suo zaino.
-Ludovica giusto? Dimmi pure- si mostrò disponibile dinanzi la ragazza del terzo banco della seconda fila. Essendo sempre occupata tra lo studio, la famiglia e l'ospedale, non aveva mai avuto testa e umore per relazionarsi il rapporti d'amicizia nuovi con i suoi compagni d'aula, nonostante fossero gli stessi da un paio d'anni. Certo ci scambiava spesso e volentieri qualche parola, si prestavano penne e appunti a vicenda e ogni tanto qualcuno rideva alle battute dell'altro, ma niente di più.
-mi chiedevo se ti andasse di fare un giro uno di questi giorni...sai per conoscerci meglio dato che in 5 anni di studi assieme non siamo mai andate oltre al "ciao"- propose concludendo con una risata nervosa e imbarazzata che la coinvolse un leggero sorriso tirato.
-uhm purtroppo sono sempre abbastanza impegnata però magari se riesco a trovare un buco di tempo libero ti chiamo e ti faccio sapere, ok?- in realtà non avrebbe voluto rispondere in quel modo, perché sapeva che non avrebbe mai trovato uno spazio di tempo libero da dedicarle e che se lo sarebbe dovuto ricavare da sola, affrettando i compiti, smezzando i turni e i pasti. Ma allo stesso tempo non se la sentiva nemmeno di dirle di no e di mandarla via senza nulla di più. Si sarebbe sentita troppo in colpa e sarebbe stata giorni a pensare a come l'avrebbe guardata Ludovica dopo quel rifiuto.
Magari non sarebbe cambiato niente, ma nella sua testa ogni risposta corrispondeva ad una reazione e conseguenza e non poteva permettersi di fare brutte mosse.-Va bene, allora mi dirai tu quando sarà possibile, ci sentiamo- sì congedò con un sorriso cordiale, lasciando la ragazza con una domanda che le rimbombava nella testa: perché si era decisa proprio ora di conoscerla meglio se, come detto da lei stessa, aveva avuto 5 anni a disposizione?
Decise di non darci troppo peso e uscì dall'aula aggiustandosi lo zaino sulla spalla ed uscì il telefono dalla tasca, controllando le notifiche che erano state silenziate per tutto il tempo. Eliminò quelle che non le interessavano e aprì la chat di whatsapp, scorrendo velocemente i messaggi che i suoi compagni si erano inviati sul gruppo classe durante la lezione, e aprí quella con sua madre, dove c'era un pallino verde che le segnalava l'arrivo di un messaggio, il quale citava semplicemente: "non passare a prendere Liam da scuola oggi, non ce n'è bisogno, va a casa di un suo amico a mangiare, ci vediamo domani". Evitò di rispondere, risparmiandosi anche un misero "ok" e lasciandole semplicemente il visualizzato, consapevole che con o senza risposta non le sarebbe cambiato niente.
Scese poi più in basso e scorse altri due pallini verdi, i quale questa volta le segnalavano lo stesso messaggio, più corto del precedente ma proveniente da due chat differenti.
Sia la chat con Kevin che con Niccolò le segnalava un "dobbiamo parlare" che le metteva al quanto paura. Si limitò ad un "va bene" per entrambi, nonostante avesse voluto porre loro mille domande del tipo "perché?" "successo qualcosa?" "mi devo preoccupare?" "ho fatto qualcosa?" "è morto qualcuno?" "qualcuno deve partire?" e così via, ma si trattenne, convincendosi che di qualsiasi cosa si trattasse ne avrebbero parlato faccia a faccia.
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Hayran KurguErano la coppia che avrebbe fatto invidia al mondo, lei la rara ragazza perfetta e lui il solito romantico proveniente dalla periferia di Roma. Erano la coppia perfetta, come fuoco e cenere, ma poi un soffio di vento spense la fiamma che li univa...