La notte.
12 ore di buio e completo silenzio in cui il corpo cerca di riposare e il subconscio suggerisce alla mente strani immagini da proiettare e farti vivere senza nessun apparente motivo, anche chiamati sogni.
Molti sogni mettono ansia e non prospettono nulla di buono, magari il fallimento di un test, spargimento di sangue o un "semplice" inseguimento. Altri sono semplicemente strani, senza un filo logico. Per un momento ti trovi a tavola con i tuoi amici a ridere e scherzare come se nulla fosse e il secondo dopo ti ritrovi in Alaska inseguito da babbo natale e sette cani da slitta incavolati non si sa come mai.
Altri ti fanno sentire bene invece, ti fanno sentire amato, desiderato, felice. Ti mostrano il volto della persona che ti apre la mente, ti permettono di ascoltare la sua voce in grado di scaldarti il cuore, ti fanno credere addirittura di poterci avere un contatto fisico. Un contatto che però non va mai oltre ai 0,01 secondi, perché poi magicamente tutto finisce, tutto si interrompe e vieni riportato immediatamente alla brusca realtà, lasciandoti con l'amaro in bocca e un sogno incompleto, un sogno appeso.Quella notte né Alessia e né Niccolò sognarono. Non ne ebbero né il tempo né la possibilità, dato che entrambi si erano ripromessi di restare svegli. Uno per fare la guardia all'altro, l'altro per non sentirsi a disagio addormentandosi a casa di qualcuno con cui aveva poca confidenza.
Si trovavano entrambi ancora nel salotto di casa della ragazza, entrambi stravaccati su quel divanetto in pelle a fissare il televisore che era regolato ad un volume talmente basso che risultava inascoltabile nonostante il silenzio che regnava in quella casa.
I loro respiri regolarizzati e le piccole vocine delle pubblicità. Solo questo.
Neanche i cellulari vibravano più, forse per l'orario, forse per la situazione, forse perché non dovevano vibrare e basta.
Ancora una volta però, nessuno dei due stava realmente prestando attenzione allo schermo che avevano davanti, ognuno perso tra i propri pensieri.La discussione che avevano avuto prima, il disperato intento di Alessia nel parlare pacificamente con Niccolò del problema, si era conclusa lì. Con il suo sorriso imbarazzato e lieto di essere stato d'aiuto, anche se non completamente, e il cuore del moro un po' più leggero.
A spezzare la quiete che si era creata, ovviamente, fu proprio Alessia che si alzò dal divano, attirando così anche lo sguardo del ragazzo che pochi istanti prima gli era seduto di fianco con il viso affossato nel palmo della mano e gli occhi socchiusi puntati sullo schermo illuminato, un misto tra rilassati e annoiati.
Non sapeva nemmeno lui come fosse possibile, ma la voglia di tornare a casa gli era passata del tutto, in quel momento preferiva mille volte starsene rinchiuso in quel silenzio che tornare a casa e ricordarsi il motivo per cui poche ore prima non avrebbe voluto trovarsi ancora in vita.-mi faccio un caffè, te lo faccio anche a te o...?- domandò cortesemente la ragazza avviandosi verso la cucina rivolgendogli uno sguardo interrogatorio.
In tutta risposta lui scosse la testa e ritornò nella posizione di prima. Introdurre della caffeina nel suo corpo valeva a dire rompere quel circolo di pace che si era impostato e sinceramente stava bene così.
Stranamente, a distanza di anni e dopo una disgrazia dopo l'altra, poteva affermare di stare bene.
Eppure era cosciente che quella sensazione di benessere interiore sarebbere stata breve, più breve di quanto credesse e questo pensiero bastava per buttarlo di nuovo giù.-ok ci sono- annunciò Alessia tornando nel salotto con una tazzina di ceramica tra le mani, mentre soffiava sopra di essa circa dieci volte al secondo.
-non è che mo te rimetti a parla' co' questo?- domandò Niccolò quasi preoccupato, trattenendo una qualsiasi reazione di fronte il suo salto sulla poltrona quando le sue labbra toccarono il liquido scuro.
-sarebbe un problema?-domandò quasi offesa cercando però di far fuoriuscire quella punta di ironia che l'aveva sempre tirata fuori dalle situazioni imbarazzanti
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Titoli Di Coda|| Ultimo
FanfictionErano la coppia che avrebbe fatto invidia al mondo, lei la rara ragazza perfetta e lui il solito romantico proveniente dalla periferia di Roma. Erano la coppia perfetta, come fuoco e cenere, ma poi un soffio di vento spense la fiamma che li univa...