10. Più di una semplice amicizia

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-eddaje Gabrie' nun bara'!- esclamò Niccolò indicando il mazzo che l'amico stringeva tra le mani

-ma se era una mossa del tutto lecita!- si difese con fare innocente, ottenendo dei borbottii di opposizione dal resto del gruppo.
Ebbene sì, Niccolò era riuscito a riavvicinarsi al suo gruppo di miserabili e con l'aiuto di Gabriele riuscì a scusarsi e a perdonarli tutti; ed ora si trovava lì, seduto al solito parchetto in compagnia di qualche birra, un mazzo di carte e gli amici di una vita. O meglio: non c'erano proprio tutti, ne mancava uno.

-a regà io nun baro mai, nun so mica come...- stava per fare il nome di Adriano ma si ammutolí all'improvviso, lasciando cadere la conversazione sotto gli sguardi comprensivi degli altri ragazzi, tranne quello di Niccolò che sospirò rattristato.

-farete pace prima o poi, vedrai- tentò di rassicurarlo Tiziano con una pacca sulla spalla

-abbiamo sbagliato entrambi ed io sono pronto ad accoglierlo nella mia vita proprio come ho fatto con tutti voi, mi serve solo del tempo, anche perché ha detto delle cose che non mi sono piaciute affatto e per cui non lo perdonerò mai- affermò convinto bevendo un sorso di birra. Non si sarebbe mai scordato le parole riferite alla sua Wendy, accusandola di una colpa che la ragazza non si sarebbe mai voluta prendersi in vita sua, e soprattutto non l'avrebbe mai potuta lasciare sola in un momento del genere, con quale faccia l'avrebbe dovuta lasciare giustificandosi con quell'assurda motivazione?

-oh comunque te sei parecchio peggiorato eh!- scherzò Valerio dopo l'ennesima perdita a causa di Niccolò che si limitò a sorridere colpevole dandogli ragione.
E come basimarlo? In quegli anni a stento si preoccupava di prepararsi da mangiare, figuriamoci se avesse avuto voglia di giocare a carte; anche se fosse, con chi si sarebbe potuto allenare?

-oh beh allora? Che ce racconti? So passati 5 anni mica 5 giorni!- gli fece notare Gianmarco aprendo l'argomento che, almeno per quella sera, Niccolò non avrebbe mai voluto sfiorare

-solite cose, se po' di' che nun ho fatto praticamente gnente 'nsto periodo. Possiamo parla' d'altro?- cambiò immediatamente discorso, buttando giù gli ultimi sorsi della sua bottiglia di birra, stappandone subito un'altra.

-quindi te hai fatto sempre la solita strada per tutti e 5 gli anni? Non sei stato rinchiuso dentro casa come un topo insomma- insistette Tiziano, non volendo comunque chiudere lì la conversazione, anche perché non aveva in mente nient'altro di cui parlare. Quella distanza di anni aveva influito sul loro rapporto ed ora era come se stessero parlando con un amico di vecchia data i cui discorsi sono i soliti "come stai" "bene" "che fai" "niente" "ci sentiamo" "si ciao".

-sì, solo la sera. Verso le 21.00 esco di casa, passo da Wendy, mi accendo una sigaretta al parco dietro al cimitero, mi fermo 5 minuti al locale per suonare un po', o tutta la notte se necessario, dipende dalle serate, e poi me ne ritorno a casa- spiegò pescando una carta dal mazzo

-e in sti posti non hai conosciuto nessuno? Non hai fatto niente di particolare?- domandò Gabriele, facendo sbuffare il ragazzo seccato dalle troppe domande. Sapeva benissimo dove i suoi amici volevano andare a parare e la cosa più scocciante era che effettivamente qualcuno l'aveva conosciuto in quell'arco di tempo, o meglio: qualcuna.

-sì, una ragazza ma nulla di importante- rispose passandosi una mano sul viso, consapevole che i suoi amici avrebbero preso questa ragazza come una nuova occasione per rifarsi una vita, fraintendendo tutto quello che cercava di dire.

-ora le cose si fanno interessanti!- esclamò Valerio tirandosi su le maniche della felpa

-come si chiama?- domandò Gabriele partendo subito con l'interrogatorio

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