24. Un bacio di troppo

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Bologna era sempre stata una città piacevole da visitare, piena di curiosità e piani futuri.
Adriano era convinto di costruire lì il suo futuro, di veder emergere lì la casa dei suoi sogni e di abitarci poi un giorno con la famiglia che sperava di mettere assieme giorno dopo giorno.
Così decise di trasferirsi poco prima della disgrazia caduta su Niccolò, ignaro del rimpianto che da quel giorno gli avrebbe portato quella partenza.
Ne parlò con i genitori e ne discusse con gli amici, dando i suoi ultimi saluti e promettendo che si sarebbero rivisti ogni volta che ce ne sarebbe stata l'occasione. Come già sappiamo però, molti di loro si sono ritrovati impegnati, chi più di altri e andò a finire che gli unici ad aver mantenuto i contatti senza troppe complianze furono Tiziano, Valerio e Gabriele; quest'ultimo più dei precedenti, tant'è che fu proprio lui a prenderlo dalla stazione una volta saputa la notizia del suo così tanto atteso ritorno.
Così Adriano partí, col cuore che gli batteva forte curioso ed emozionato di quello che incontrerà e allo stesso tempo intimorito dall'accoglienza e le possibilità del posto.
Fortunatamente queste sue paure si scoprirono essere solo frutto della sua mente paranoica, dato che non appena arrivò sul posto venne subito accolto con affetto e non trovò poi troppi problemi per trovarsi un alloggio in cui stare, almeno per i primi tempi.
S'iscrisse all'Alma Mater Studiorim, l'università di Bologna a cui sin da piccolo aveva sempre aspirato, non sapeva nemmeno lui perché ed era perfettamente cosciente dell'esistenza delle università a Roma, ma si sa, quando ad uno studente tocca la scelta di decidere una delle tappe del proprio futuro, (in questo caso la penultima), si entra sempre in grande crisi. Si incomincia a fare mille supposizioni, porsi mille ipotesi e a scartarne altre e cento. Così per non entrare troppo nel pallone e per non farsi abbindolare dall'ansia, si affidò al cuore...e non l'avesse mai fatto.

I primi anni li passò più che bene, in compagnia dei nuovi amici che aveva avuto l'occasione di conoscere tra i banchi di scuola, la media sufficientemente alta da parte dei professori e l'affetto dei genitori dal  telefono.
Tutto sembrava andare per il verso giusto e Adriano man mano che i giorni passavano, si convinceva di aver preso forse la scelta più giusta di tutta la sua vita. Conobbe persino una ragazza, Camilla, la ragazza del terzo piano che risiedeva esattamente nel suo stesso alloggio. Una corsa alla mattina, uno scontro nella classe sbagliata e uno scambio di appunti bastarono ai due per innamorarsi l'uno dell'altro. Com'era lei? Agli occhi di Adriano fantastica. Corti e morbidi capelli castani le sfioravano appena le spalle ricoperte da qualche neo, dei sottili occhiali dorati le incorniciavano lo sguardo e andavano a risaltare i suoi occhi color nocciola.
Un naso piccolo e leggermente a punta le reggeva la montatura e delle piccole labbra rosee catturavano il suo sorriso. Era timida, ma non contraria alle feste fino a tarda notte durante il week end; gentile e rispettosa se ne stava sempre al suo posto, senza invadere lo spazio altrui; pronta ad aiutare il prossimo e con una leggera mania per lo shopping.

Ora sì che si trovava al completo, ora sí che Adriano sentiva di aver percorso gran parte del percorso che si era programmato per la sua vita, mancava solo un posto nel mondo del lavoro e proseguire con l'idea della famiglia.
Proseguì il percorso di studi e arrivò all'ultimo anno con un 70 bello pieno; inutile dire la gioia dei parenti e degli amici quel giorno, inutile descrivere l'orgoglio e la realizzazione di Adriano col cappello nero in testa e quel desiderato foglio di carta tra le mani.
Gli anni dopo la laurea li passò convivendo con Camilla in un piccolo appartamento in affitto lì vicino e riuscì persino a sistemarsi e a trovarsi un lavoro in uno dei ristoranti più popolari della città; faceva il cameriere, ma si sentiva ugualmente un pace con se stesso e la certezza di possedere un qualcosa che dimostrasse quanto aveva sudato fino a quel momento, riusciva a tranquillizzarlo e farlo procedere senza problemi.
"è solo una cosa momentanea" si ripeteva, "prima o poi mi troverò un lavoro fisso e come si deve e l'unico banco che dovrò servire da quel giorno in poi sarà quello di mia moglie se me lo chiede" sì, moglie. Come già anticipato in precedenza, si trovava già avanti con i piani futuri e inutile specificare che avesse già intenzione di portare la ragazza sull'altare "uno di questi giorni".
Purtroppo però, le cose non vanno mai come le si programma.
Ne è un esempio la storia di Wendy e Niccolò che ogni giorno si trovavano a percorrere ancora una volta le corsie dell'ospedale; ne è un esempio la storia di Gabriele e Priscilla che attendevano un figlio e ora sono rimasti in due; e ne è un esempio la storia di Adriano che per un gesto di pochi secondi riuscì a rovinare e a far crollare tutti i progetti che si era creato fino a quel momento.

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