9.Tra le nuvole e le stelle.

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-ma buonasera!- Niccolò entrò nella stanza bianca dell'ospedale, la quale, da ormai un po' di giorni, ospitava la ragazza.

-Nicco!- esclamò per quel che poteva la rossa, sfoggiando un sorriso sincero, stanco, ma sincero.

-che ce vedemo oggi, bimbe'?- le domandò lasciandole un bacio sulla fronte e sdraiandosi con attenzione accanto a lei, schioccandole un bacio sulle labbra secche.
Erano ormai alla terza seduta a cui Wendy si sottoponeva per la chemio e dei suoi lunghi capelli rossi non ce n'era più nessuna traccia. Ciò all'inizio la destabilizzò e Niccolò fu costretto ad asciugarle le lacrime un paio di volte. Anche lui fu abbastanza turbato dall'improvviso cambiamento della ragazza, riguardo gli sbalzi di umore, il viso sciupato, il corpo ogni giorno più magro... Ma non lo preoccupava, per lui la sua Wendy rimaneva l'unica donna della sua vita, l'unica donna che non avrebbe mai smesso di amare.

"mi ami anche così?" gli chiese una volta di fronte lo specchio

"sempre, in ogni modo. All'altare ti dovrò promettere di sostenerti in salute e in malattia, giusto? Peccato che io quella promessa te l'abbia fatta dal primo secondo in cui ti ho vista" le rispose e le cose non cambiarono.

Ogni giorno la andava a trovare all'ospedale, negli orari di visita o durante le sedute e spesso si portava qualcosa dietro: un mezzo di rose, un vassoio di bignè, la chitarra per suonarle e cantarle le canzoni che tanto amava e che un tempo suonavano insieme, o in questo caso, il pc, per vedere le serie e i film che avrebbe sempre voluto vedere.

-sceglilo tu il film, tanto io mi addormento sempre- rispose con una scrollata di spalle, accennando un sorriso per far intendere dell'ironia, ma che invece mostrava solo tanta amarezza.

-sai che per me è uguale- ribattè cingendole le spalle col braccio, notando che la ragazza si stringeva nella sua felpa nera, prestata volutamente dal ragazzo dato che a detta sua "so che nelle mie ti senti più calda".

-stai a senti' freddo? E certo, quelli t'hanno lasciato acceso er condizionatore a meno zero gradi! Tra npo' arrivano i pinguini co' Babbo Natale- imprecò innervosito mentre si alzava e cercava di alzare la temperatura

-come se usa sto coso...- borbottò a bassa voce, facendo scoppiare a ridere la ragazza che, se alla frase precedente aveva cercato di trattenersi, vedere quell'espressione concentrata mentre imprecava col telecomando l'aveva fatta cedere.

-che c'hai tanto da ride' te? Mah...- le disse voltandosi verso di lei e sopprimendo un sorrisino divertito, nascondendo che vederla ridere in quel modo così genuino e aperto, lo ripagava di ogni batosta ricevuta durante la giornata.

-scusa ma me fa troppo ridere la tua faccia!- esclamò non riuscendo a fermare le risate

-e che avrebbe di tanto strano la mia faccia scusami?- domandò fingendosi offeso e inarcando un sopracciglio, mentre quel piccolo sorrisino di prima si faceva spazio sulle sue labbra orgogliose

-è buffo vederti così concentrato mentre insulti quel povero telecomando- rispose Wendy tirandosi su il cappuccio della felpa, avvertendo realmente i brividi di freddo percorrerle la pelle.

Niccolò riuscì ad aggiustare la temperatura del condizionatore e lasciò cadere il telecomando sul comodino di fianco al letto, per poi stringere a sé la ragazza e baciarla, non riuscendo più a trattenersi, e posare la testa sul suo petto.

-e comunque è impossibile che i pinguini trascinino Babbo Natale con la slitta, loro stanno al polo sud e Babbo al polo nord- precisò la ragazza lasciandosi sfuggire un'ultima piccola risata prima di infilare le dita tra i morbidi capelli del ragazzo che socchiuse gli occhi rilassato

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