25. Jet Black Heart

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Era un tranquillo pomeriggio soleggiato, nulla di nuovo, nulla di diverso. Tutto sembrava andare bene dall'episodio con i demoni, ma avevo come il prrsentimento che quella fosse la calma prima della tempesta.

Sentii l'odore della mia luna farsi sempre più vicino, così scesi e gli andai incotnro "Hey Boo!"

"Hey Hazzy!" Mi salutò di rimando, "Mi sei mancato"

"Ma se non ci siamo visti per qualche giorno" comentai divertito dal suo conportamento.

"Troppo tempo, amore" rispose in tono drmmarico enfatizzando il tutto

"Come vuoi, tesoro" Gli presi una mano e lo portai in casa, in soggiorno incontrammo Stan, lui e Louis avevano chiarito e ora erano diventati amici. Ovviamente non mi dava fastidio....no.... "Hey, Lou!"

"Ciao Stanny!" Stanny? Seriamente? Bleah. Non potevo sopportare quella...cosa.

"Andiamo Lou, abbiamo da fare" mi inventai per farlo allontanare dal ragazzo seduto sul divano.

"Cos'abbiamo da fare?" Chiese Louis incuriosito dalla preunta attività.

"Sorpresa" Lo portai nella stanza segreta, lo feci entrare e appena si trovò dentro, si girò verso di me e mi guardò confuso.

"Cosa ci vuoi fare con quelli?" Si riferiva ai vestiti che qualche giorno prima avevamo indossato durante lo scontro con le spade.

"Un gioco, sarà divertente" presi i vestiti che avevo appositamente messo sul letto e, alcuni li passai a Louis, mentre altri li tenetti per me e me li infilai.

"Quando ti avevo chiesto se avessi un pitate kink, stavo scherzando" disse ridacchiando.

"Io no"

"Onesto" ammise Louis. Lo guardai, ancora non si era spogliato mettendosi gli abiti da pirata utilizzati qualche giorno prima.

"Non ti va bene?" Chiesi preoccupato di aver fatto una cavolata.

"No, no, stavo solo pensando..." disse poi sospirando e lascando quasi la frase in sospeso. Gli feci cenno di dirmi a cosa stesse pensando.

"Alla fine non mi hai ancora fatto l'obbligo della sfida di Liam e Zayn"

Me n'ero dimenticato, Zayn e Liam accennavano alla questione ogni tanto, ma non mi avevano ancora proposto un obbligo definitivo.

"Puoi fare del mio corpo quello che vuoi, ma, per favore, abbi pietà e non fare vose daddy dom, non ce la farei" mi stava quasi implorando con quel tono di voce.

"Tranquillo, anch'io non ho intenzione di farmi chiamare daddy da qualcuno" lo rassicurai.

Si cambiò velocemente e soddisfò il mio desiderio di vederlo nuovamente in quegli abiti, sempre stupendo.

"Dunque, cosa volete fare, sire?" Domandò con un sorriso malizioso sul viso.

"In questo momento deisdero la sindrome di Stoccolma e voi, mio capitano" risposi avvicinandomi al suo corpo.

"Diretto" commentò Louis sorridendo e prendendomi per i fianchi.

"In ogni caso, non sareste il primo pirata a rapire uno Style, capitan Tommo" lo informai mentre facevo vagare le mani sulla sua giacca rossa.

"Ah davvero?"

"Eh già"

300 anni prima...(1700)

Il conte del Cheshire era comodamente seduto sulla sua pregiata e costosissima poltrona posta sul suo balconcino personale di camera sua. Egli stava ammirando il panorama su cui la sua magione si affacciava, il tramonto sul mare.
Stava sorseggiando il suo champagne proveniente dalla migliore cantina francese, quando uno dei suoi consiglieri interruppe quest'azione.

my enemy || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora