31. close as strangers

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Louis era un vampiro.

Louis era William T.

Louis era quello che aveva ucciso mio nonno.

Il mondo mi cadde addosso, mi sentii sprofondare.

Mi aveva mentito dall'inizio, si era sempre preso gioco di me.

In quel momento molte cose iniziarono ad avere senso e a collegarsi. Aveva detto di essere stato con molti alpha e di aver sempre fatto l'attivo, era stranamaente forte, agile e veloce, sapeva troppe cose per essere un semplice diciannovenne.

Come avevo fatto a non arrivarci prima?!

Louis era William T.

Mio Dio, se me l'avessero detto, non ci avresi mai creduto, ancora in quel momento stavo faticando a crederci.

Poi realizzai. Louis era il mio nemico. L'essere che avevo sempre desiderato di uccidere. Ma Louis era anche il mio amante. L'essere più meraviglioso che avessi mai incontrato.

N/A: ed ecco che il titolo ha finalmente un senso!

Ero in totale confusione. Troppe emozioni si stavano sprigionando. La rabbia prese il sopravvento e la mia mano partì colpendo la guancia di Louis con così tanta forza da lasciargli un'impronta rossa.

Dovevo riflettere.

Mi alzai di scatto e feci per uscire dalla stanza quando gli alpha mi fermarono. "Cosa facciamo con lui?"

"Lo torturiamo o lo uccidiamo?" Mi chiesero alcuni non vedendo l'ora di strappargli il cuore dal petto.

"Non toccatelo." Lo dissi con il tono da alpha, ma non era un tono da alpha normale, no, era il tono da alpha della luna.

Tutti annuirono e si sottomisero al mio ordine: nessuno gli avrebbe fatto nulla.

Sì, Louis era un vampiro e mi aveva mentito, ma era comunque la mia luna e la persona che avevo amato, non potevo fergli una cosa del genere, almeno non prima di essermi chiarito le idee.

"Harry!" Mi chiamarono poco dopo aver varcato la soglia della porta, "e se fosse stato lui a rapire la tua luna? Lui o quello per cui lavora, tipo il suo padrone?"

"Io non ho nessun padrone." Disse Louis a denti stretti e testa bassa.

Pessima scelta, le sue catene vennero strette, così da bruciargli ulteriormente la pelle, essendo in argento. Quella volta, però, non feci nulal per impedirlo. Io stavo soffrendo per colpa sua, anche lui doveva soffrire.

"Non hai il diritto di parlarci, squallido vampiro." Gli sputò addosso uno degli alpha, per poi trafiggergli la schiena con una lancia dalla punta in argento.

"Ho detto di non toccarlo."

"Si ma-"

"Sono io a dare gli ordini qui. Voi dovete fare esattamente quello che dico io, capito?" Tutti annuirono un po' spaventati da questo mio improvviso cambio d'umore, "e se io dico di non toccarlo, voi non lo toccate."

"Perchè non possiamo?"

"Non vi devo dare nessuna spiegazione,"

"Ma Har-"

"BASTA!" Urlai con il tono da alpha della luna zittendo chiunque nella stanza.

Me ne andai e, una volta raggiunta la porta per uscire dalle prigioni, la sbattei sfondandola e rompendo parti del muro. Non ero lucido. Dovevo sfogarmi.

Andai nella stanza delle armi, presi un sacco colmo di picchetti in spalla, uscii da casa mia per andare nel bosco. Iniziai a correre e a centrare gli alberi con i picchetti per sfogare la mia rabbia.

my enemy || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora