06 - Eccola lì, la verità

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Grimmauld Place, 16 luglio 1998

Harry Potter


Harry era rimasto seduto in cucina per lungo tempo dopo che Piton se n'era andato.

Come diavolo aveva potuto essere così stupido?

Perché il suo cervello non era riuscito a fare il semplice collegamento che, una gravidanza e un figlio, erano cose molto più difficili da nascondere rispetto al suo status di Alpha?

Soprattutto, come aveva potuto non rendersi conto che, un figlio, lo avrebbe costretto a rendere fin troppo chiaro il suo status, sempre che lui non volesse mentire a tutti, dicendo che aveva avuto il bambino con... la sua mente era vuota.

Anche solo l'idea di dover mentire, non tanto al Mondo Magico ma al suo futuro figlio, lo lasciava costernato.

E Piton? Come aveva potuto pensare che il suo professore di Pozioni, freddo e bastardo, temuto da tutti, potesse anche solo essere vagamente d'accordo ad avere un figlio con lui?

Perché aveva creduto che tutti gli Omega volessero esattamente quello, quando adesso, pensando a Piton, era abbastanza ovvio che non potesse essere così?

Una parte della sua mente gli disse che, con tutta probabilità, a un certo punto i suoi istinti da Alpha dovevano aver preso il sopravvento sul suo buon senso. Era molto probabile che le cose fossero andate proprio così perché, tutto a un tratto, il ricordo di undici giorni passati a fottere Piton in ogni modo possibile, spinto solo dal forte imperativo biologico di annodare dentro di lui e di spingergli il suo seme in profondità, mentre lo sentiva supplicare esattamente per quello, gli sembrò la cosa più sbagliata del mondo.

Si sentiva sporco, malvagio, come se avesse violentato l'uomo e lo avesse costretto, per tutto il tempo, a sottomettersi alla sua volontà, anche se razionalmente sapeva che non era andata così, e che quella era solo la loro natura. Il pensiero però non alleggerì la fitta di colpa che sentiva.

Era stato un mostro, non certo migliore di Travers.

Poi la realtà gli cadde addosso completamente, rimandandogli brutte immagini di se stesso, a Hogwarts, in mezzo a tutti i suoi vecchi amici e compagni, seduto in aula, mentre si costringeva a osservare il suo professore gravido...

Piton sarebbe stato un vero bastardo, se lo sentiva e, se in passato lo era stato per stupide motivazioni, quali la somiglianza fisica di Harry con James Potter, questa volta sarebbe stato più che giustificato.

Harry gemette.

Era un incubo, uno di quelli che sarebbero finiti stampati sulla prima pagina del Profeta.

Pensa. Non essere stupido, pensa. Sei un Grifondoro, fatti coraggio e affronta la situazione!

La prima cosa, la più importante che gli venne in mente, era che doveva parlarne con qualcuno.

L'ira di Molly sarebbe stata implacabile, se avesse saputo che Harry aveva fatto tutto in maniera così orribile, dopo che lei gli aveva pazientemente spiegato cosa ci si aspettava, esattamente, da un buon Alpha. Aveva deluso l'unica donna che avesse sempre considerato una specie di madre.

Poi c'erano i suoi amici. Ron... Merlino, poteva immaginare senza problemi l'espressione di disgusto sulla faccia del suo amico, quando gli avesse detto che lui e Piton... ma Hermione sarebbe stata anche peggio.

Aveva in pratica comprato uno schiavo.

Hermione non avrebbe capito nemmeno in un milione di anni, e Harry si ritrovò a pensare che avrebbe anche avuto ragione, a non capire, perché le cose erano andate proprio nel modo peggiore.

Il premio del Mangiamorte (Snarry Omegaverse)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora