25 - Non sono fatto per questo

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Casa sulla collina, 13 dicembre 1998

Severus Piton


Era stata una lunga notte, e Severus ringraziò di non doversi alzare dal letto, perché era domenica.

Harry era andato a casa loro, senza quasi aspettarlo, amaro e ferito in un modo che Severus poteva comprendere fin troppo bene.

All'inizio il suo riottoso Alpha non aveva nemmeno voluto essere toccato, blaterando insensato che non meritava nulla, e che non era giusto che Severus gli stesse vicino.

Severus aveva ormai capito che quel problema era così radicato, nel suo Alpha, che ci sarebbe voluto molto tempo e molta pazienza, da parte sua, per riuscire a convincere il ragazzo che quella non era la verità.

Quando, dopo molte insistenze, era riuscito almeno ad abbracciarlo, Harry era rimasto inerte tra le sue braccia, più sconfitto di quanto lo avesse mai visto, e aveva cominciato a piangere piano sulla sua spalla, infilandosi addirittura le dita in bocca per non fare rumore.

Era riuscito almeno a portarlo sul divano, un po' spingendo e un po' tirando, e gli aveva delicatamente tolto le mani dalla bocca, rendendosi conto che si era morso le dita quasi a sangue.

"Io ti amo, stupido Alpha, e anche i tuoi figli ti amano già. Quante volte ancora te lo dovrò dire, perché tu ci creda? Sai che è vero, so che lo senti, allora perché continui a credere di essere solo?"

Harry singhiozzo appena, adesso che aveva la bocca libera, e rispose con un sussurro:

"Non vi merito. Né te né loro. Non merito che tu mi ami, non dopo quello che ti ho fatto."

Severus ci mise tutto il suo autocontrollo per non sbuffare e rispose piano, carezzando la massa disordinata dei capelli del suo Alpha.

"Harry, tu non mi hai mai fatto del male. Perché continui a crederlo?"

"Perché è vero. L'ho fatto."

Severus continuò ad accarezzarlo.

"Non eri tu, era il Signore Oscuro. Non tu. Io non ho dubbi su questo, perché tu si?"

"Io... sono un Alpha... ogni volta che un Omega va in calore è violenza. Io ti ho violentato. Non solo te... e l'altra persona con cui sono stato non era nemmeno cosciente..."

"Buono, stupido Alpha, buono. Non è così. Sai che non è così. Sarebbe stata male, se tu non fossi stato lì. Lo sai questo, vero?"

Harry protestò, cercando di divincolarsi dalle sue braccia, ma lui non era disposto a lasciarlo andare.

"Non è vero. Avrebbe potuto prendere i soppressori..."

"Tu non lo sapevi, non è colpa tua."

Severus si sentiva appagato dal poter consolare il suo Alpha, perché la sua voce morbida gli diceva che stava facendo la cosa giusta...

Ti tengo io, ti curo io, nessuno ti farà più del male...

Poi, preso da un'ispirazione, cominciò a parlare con voce calma, rilassante:

"Io non sono mai stato felice, e non so bene cosa fare per rendere felice te. Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata e non mi piace, non mi piace davvero, quando mi ricordi che all'inizio non ero contento di stare con te. Non era colpa tua, non è mai stata colpa tua. Quando ti ho visto la prima volta, il tuo primo anno a Hogwarts, somigliavi talmente tanto a tuo padre che non faticai a fingere che non mi piacessi... non ti conoscevo, ma conoscevo lui, e lo odiavo. Quando mi hai Rivendicato... Harry, cerca di capire, io sono andato a scuola con tuo padre e con il tuo padrino... e ho come l'impressione che tu abbia almeno una vaga idea, di che tipo di Alpha fosse Black. I miei anni di scuola non sono stati piacevoli e Black e tuo padre erano... inseparabili. Sempre. Aggiungici che in un certo senso dovevo essere grato a quel bastardo di Black perché, se non mi avesse Rivendicato, non mi sarebbe mai stato permesso di restare a Hogwarts e non avrei potuto finire di studiare..."

Il premio del Mangiamorte (Snarry Omegaverse)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora