42 - Cedrella e Corvus Black

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Casa sulla collina, 14 febbraio 1999

Harry Potter


Harry e Severus erano rientrati da Hogwarts attraversando di nuovo Hogsmeade a piedi, abbracciati, sotto gli occhi di tutti gli studenti che stavano visitando il paese.

Alcuni sguardi erano stati feroci, altri meno, ma Severus non ne era parso per nulla preoccupato.

A tratti alzava gli occhi su Harry e lo guardava con un sorriso, aggrappandosi più stretto al suo braccio, e lui ne era così incantato da dimenticare tutto il resto.

Arrivarono a casa un po' infreddoliti e subito Severus si buttò sul divano vicino al camino, mentre Harry alzava le fiamme per lui, per tenerlo caldo.

Il suo Omega sospirò tranquillo, sdraiandosi e guardandolo sornione:

"Mi prepari una cioccolata Alpha?"

Harry sorrise:
"Perché quella che faccio io è più buona di quella degli elfi, giusto?"
Severus, con occhi scintillanti, annuì e si accarezzò il ventre:

"Esatto. Lo dice anche tua figlia!"

Harry scosse la testa davanti a quella piccola manipolazione, ma andò a preparare la cioccolata senza altri commenti e tornò con due grosse tazze, porgendone una a Severus e sedendosi sul divano vicino ai piedi del suo Omega, che si era allungato per mettersi comodo.

Dopo aver bevuto un sorso di cioccolata e aver appoggiato la sua tazza, prese in grembo i piedi di Severus e cominciò a massaggiarli mentre suo marito mugolava felice.

Harry sorrise tra sé e poi chiese, ancora un po' incerto:

"Sei sicuro di voler davvero restare a casa? Hai sempre detto..."

"Ho sempre detto delle stupidaggini, Alpha." Rispose Severus con un sorriso nella voce ma, dopo, Harry sentì un po' di gioia svanire dal Legame e il suo Omega farsi più serio:

"Va bene, ammetto che avevi ragione e ci ho pensato molto, in questi giorni. All'inizio ho preso male questa cosa della tua voce da Alpha e tutto il resto." Severus sospirò e Harry si fece attento: "Ho passato troppi anni a odiare il fatto di essere un Omega perché potessi guardare con favore alla mia condizione, ma tu avevi ragione dicendo che non possiamo continuare a fingere di essere una coppia normale. Non volevo lasciare il lavoro perché il fatto di dipendere completamente da te, anche economicamente, mi faceva paura. Non ho mai potuto possedere nulla che fosse davvero mio ma mi sono sempre circondato di... cose, oggetti, libri e altro, per illudermi che non fosse così. Volevo avere qualcosa che mi tenesse al sicuro se fossi rimasto solo: un posto dove stare e un lavoro a cui aggrapparmi. Adesso però non ha più senso."

Harry continuò a massaggiare i piedi del suo Omega mentre meditava attentamente sulle sue parole, poi disse:

"Adesso quindi va bene, se non hai nulla a tuo nome? Non capisco..."

"Non m'importa più, forse perché il tuo stupido comando sta funzionando. Tu non mi lascerai mai e ho questa allucinante certezza che tutto ciò che è tuo sia anche mio, anche se non lo è per la legge. Questa casa è mia, ci sono le mie cose, il mio laboratorio di pozioni, avrò lo studio che mi hai promesso quando aggiungeremo qualche stanza in più, c'è la nostra camera, quella che sono felice di dividere con te. Presto ci saranno due bambini che scorrazzeranno ovunque, tre se contiamo anche Teddy. Ho tutto quello che potrei mai desiderare e non sento il bisogno di avere una specie di rete di salvataggio, perché non vedo come le cose potrebbero andare male."

Harry vide Severus sorridere sul bordo della tazza ma un pensiero inquietante continuava a tormentarlo:

"Sono felice di sentirlo però..."

Il premio del Mangiamorte (Snarry Omegaverse)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora