21 - Credo ci sia un'Omega

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Hogwarts, 29 novembre 1998

Draco Malfoy


Draco, il giorno prima, aveva finalmente compreso cosa stesse succedendo tra Severus e Harry.

Era stato invitato nella loro casa, appena fuori Hogsmeade e, senza nessuna fatica, si era immaginato il suo amico e il suo padrino come una famiglia.

La casa sembrava fosse stata scelta apposta per essere accogliente e raccolta, al contrario dell'enorme maniero dove lui era cresciuto, e poteva già vedere un paio di piccoli ragazzini scapestrati correre fuori sul prato con delle scope da corsa in mano.

Harry aveva uno sguardo ebete ogni volta che guardava verso Severus, e si vedeva lontano un miglio che il quadretto che Draco aveva intravisto era la realizzazione di tutti i suoi sogni... e poi c'era Severus...

Non assomigliava più all'uomo austero e rigidamente controllato che era stato un tempo: sorrideva, scherzava e, anche quando prendeva in giro qualcuno, lo faceva senza vera cattiveria, più come se stesse cercando di sopportare bonariamente tutti, anche se era certo che nessuno degli amici di Potter rientrasse nel tipo di persone che avrebbe frequentato volentieri in un'altra situazione.

Sembrava genuinamente felice, lo sembravano entrambi, e quello aveva acuito il senso di gelosia che stava montando nello stomaco di Draco fin dall'incontro con i suoi compagni, quel pomeriggio.

Era felice per Severus e per Harry, certo, ma era innegabile che avrebbe voluto ardentemente poter avere le stesse cose: un'Omega, una casa sua, una famiglia... e invece non aveva nulla.

Nott aveva cercato di insultarlo dicendo che 'condivideva' Severus con Harry ma Draco a quelle parole era rimasto freddo, perché era stata una frecciata piuttosto debole, a suo parere, però poi Daphne aveva detto quella cosa...

Theo era interessato ad Astoria, evidentemente.

Draco sentì un ringhio nel fondo della sua gola ma lo ricacciò indietro perché sapeva che era stupido.

Tori gli era piaciuta fin da quando era un bambino e, nonostante tutto, gli piaceva ancora, solo che lui era un Alpha e lei non era un Omega.

Quando aveva saputo per certo di essere un Alpha aveva faticato molto a fingersi felice, davanti ai suoi entusiasti genitori, perché l'unica cosa che gli era venuta in mente era che non avrebbe potuto sposare Astoria.

Per un po' si era illuso, perché la ragazza era più giovane di lui e c'era la possibilità, anche se remota, che diventasse un Omega, ma a un certo punto aveva dovuto smettere di sperare e guardare in faccia la realtà.

Uno dei motivi per i quali era stato così ansioso di diventare amico di Harry, era stato quello: voleva disperatamente poter parlare con qualcuno di quello che provava, solo che nessuno che non fosse un Alpha, e uno con idee simili alle sue, avrebbe mai potuto capire il suo dilemma.

Anche se adesso lui e Harry erano più intimi, e anche se si erano scambiati diverse confidenze, lui non aveva ancora trovato il coraggio di parlargli di quello che provava perché non era certo che la loro amicizia si spingesse così lontano.

Forse ci sarebbero arrivati, con il tempo, ma attualmente non credeva che fossero abbastanza vicini per discorsi di quel tipo.

Spesso guardava Harry interagire con Weasley e, anche solo dal modo in cui condividevano le battute, si rendeva conto che non era lo stesso tra loro.

Così era tornato a scuola, la sera prima, di umore non esattamente buono e, quando aveva visto Theo, seduto con Pansy e Gregory, aveva cercato di ignorarlo.

Il premio del Mangiamorte (Snarry Omegaverse)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora