04 - Merlino, quanto lo voglio

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Grimmauld Place, 6 luglio 1998

Harry Potter


Gli ultimi tre giorni erano stati noiosi e grigi, e Harry si era arrovellato di nuovo su tutta la questione, sentendosi sempre più inadeguato ogni giorno che passava.

Avrebbe voluto poter essere semplicemente eccitato alla prospettiva di passare il calore con un Omega, invece era tremendamente in ansia.

Buona parte della sua agitazione derivava dal pensiero che forse non sarebbe stato in grado di svolgere al meglio il suo ruolo perché, per sua esperienza, semplicemente non era certo che le cose avrebbero funzionato, per lui, come per gli altri Alpha.

In certi momenti, per cercare di arginare l'ansia, lasciava che fosse la sua parte Alpha a dirigere i suoi ragionamenti, e allora sentiva solo la parte ringhiante del suo cervello che gioiva al pensiero del suo Omega in calore per lui.

Il suo Omega... adesso gli sembrava del tutto pazzesco che avesse avuto il coraggio di Rivendicare Piton ma ormai era cosa fatta.

Sentì rombare il camino mentre era in salotto, cercando di distrarsi con un incantesimo di Trasfigurazione che non aveva mai provato, e immediatamente scattò in piedi come una molla e si lanciò giù per le scale con il cuore in gola.

Oh Merlino, Piton era lì.

Tra le altre ansie che aveva avuto, Harry si era anche chiesto se l'Omega sarebbe venuto davvero da lui o se, invece, avrebbe preferito cercare di evitarlo, magari andando in infermeria o... ma era lì.

Appena entrò nella stanza, lo vide barcollare in avanti, con gli occhi appannati e le pupille dilatate, i capelli spettinati e le braccia tremanti, mentre ansimava forte dalla bocca semiaperta.

Piton si appoggiò al tavolo a testa china, gli occhi ostinatamente lontani da lui, e Harry, per un attimo, davvero non seppe cosa fare.

Voglio sentire il suo odore!

Ringhiò la sua parte Alpha, e Harry annullò gli incantesimi cancella odori.

Immediatamente l'afrore pungente dell'uomo gli arrivò in tutta la sua potenza, proprio mentre le gambe di Piton cedevano sotto di lui, facendolo cadere a terra, e dalla sua gola usciva un mugolio disperato che aveva un'intonazione dolce come il miele.

Harry si avvicinò, sentendosi ad ogni passo più eccitato e sempre più sicuro di quello che doveva fare.

Anche così non era pronto a vedere Piton assumere quella posizione, mettendosi in ginocchio mentre schiacciava il viso sul pavimento della cucina.

Harry vide la macchia bagnata che impregnava il retro della tunica dell'Omega, e si chiese quanto tempo Piton avesse aspettato, prima di venire da lui.

Ore, forse.

Era incredibilmente attratto dall'odore ma era sicuro di non volerlo annodare lì, sul pavimento della cucina, non dopo averci messo tanto impegno per ripulire e preparare una camera decente per loro, così diede un colpo di bacchetta per aiutarsi e si buttò l'uomo su una spalla.

Era incredibile quanto gli Omega fossero leggeri, e questo gli rese facile trasportarlo.

L'idea non era stata delle migliori però, perché in quel modo si era ritrovato il culo dell'uomo fin troppo vicino al naso, e l'odore lo stava facendo andare in frenesia fin troppo in fretta.

Harry ringhiò forte, di gola, sentendo il tessuto dei suoi pantaloni tirare, e Piton sulla sua spalla si contorse appena, dicendo quello che Harry proprio non si sarebbe mai aspettato da lui:

Il premio del Mangiamorte (Snarry Omegaverse)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora