46 - Non sarò mai vostro, imbecilli!

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Cap Gris-Nez, 26 marzo 1999

Severus Piton


Severus non poteva essere certo che Astoria ce l'avesse fatta ma lo sperava davvero con tutto il cuore, mentre continuava a fissare l'orizzonte da una delle finestre del casale.

Si riscosse solo quando sentì dei passi alle sue spalle e si girò, faticando a reprimere un sussulto.

Si ritrovò davanti un piccolo gruppo di persone e lui li scrutò tutti, dal primo all'ultimo, con aria arcigna.

Non era in vena di sopportare i piagnistei impauriti di nessuno in quel momento, e tantomeno era la persona giusta a cui chiedere conforto.

Una donna piuttosto giovane si fece avanti a testa bassa e Severus ci mise solo un momento per riconoscerla: era Camilla Cadogan, la Tassorosso che aveva venduto a lui e Harry la loro casa.

"Cosa?" Scattò acido, perché aveva bisogno di sfogare la tensione in qualche modo.

"Ehm... professor Piton noi..." Disse la donna facendo cenno agli altri che erano alle sue spalle "... noi, ecco... non abbiamo mai combattuto ma... ci sono i nostri bambini, in questa stanza."

Mentre parlava sembrava guadagnare in risolutezza e Severus quasi la vide mettersi più dritta e squadrare le spalle.

"Faremmo qualunque cosa per proteggerli e qui tutti sanno che lei è un ottimo duellante. Se volesse... se c'è un modo per aiutare gli Auror... se ci sono delle strategie che possiamo seguire... io ero la migliore del mio anno in incantesimi e non andavo male in trasfigurazione. Faremo tutto quello che ci dirà, eseguiremo ogni ordine. Vogliamo aiutare. Possiamo combattere, se dovesse essere necessario."

Per un momento Severus immaginò che Lily avesse avuto lo stesso sguardo, il giorno in cui seppe che il suo bambino era minacciato e, molto lentamente, annui.

"Le barriere non resisteranno ancora per molto e gli Auror presenti sono solo dieci, mentre gli attaccanti potrebbero essere più del doppio. Chiunque sia in grado di lanciare un Incantesimo Scudo decente, o uno Schiantesimo, può combattere. Anche un solo incantesimo in più, in questo momento, può servire. Venite con me."

Erano in sette, si rese conto Severus mentre li conduceva verso l'Auror Octave per trovare loro una posizione adatta alle loro capacità, ed erano stati tutti suoi studenti fino a una manciata di anni prima.

Quando furono lì, prima di lasciare che gli Auror li istruissero, Severus si erse il tutta la sua considerevole statura e poi disse, con voce mortalmente seria:

"Ora ascolterete le direttive degli Auror e le seguirete senza esitazioni. Se vi diranno d'attaccare, attaccherete. Se vi diranno di proteggere gli altri, lo farete. Non ci saranno disobbedienze o discussioni, siamo intesi?"

Un ragazzo alto, che era solo di pochi anni più vecchio di Harry, disse quasi sottovoce:

"Se sbagliamo qualcosa ci farà strofinare calderoni a vita!"

Un paio di altri emisero risatine quasi isteriche ma Severus fece un passo avanti e, incombendo sul giovane uomo, disse:

"Signor Lee, se pensa che strofinare calderoni sia il peggio che le può capitare, torni al centro della stanza e lasci che chi vuole combattere davvero lo faccia!"

L'uomo abbassò gli occhi al pavimento, imbarazzato, e cercò di giustificarsi:

"No... io... mi scusi professor Piton. E' solo... cercavo di sdrammatizzare."

Severus emise un 'uhmf' infastidito e poi si rivolse al gruppo:

"Questa non è Hogwarts, signori. Se sbagliate qui, non sarà una punizione la cosa peggiore che vi potrà capitare. Ci sono i vostri figli e i vostri familiari, in questa stanza." Poi, crudelmente, puntò il dito in direzione di Aramintha, seduta su un divano con lo sguardo perso nel vuoto, e continuò:

Il premio del Mangiamorte (Snarry Omegaverse)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora