Capitolo 25: La Prova Concreta

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La visita al San Mungo non si era conclusa nel migliore dei modi. Ive era rimasta dentro la stanza dove era ricoverato il signor Weasley con gli altri membri dell'Ordine per parlare di quanto era accaduto, mentre i gemelli Harry, Ginny e Ron

«Hanno perquisito tutta la zona ma non c'è traccia del Serpente, sembra che si sia volatilizzato. Ma Tu-Sai-Chi non poteva pensare che un serpente sarebbe riuscito ad entrare»

Sussurrò Tonks

«Io credo che l'abbia mandato in perlustrazione» ipotizzò Moody «Per vedere cosa deve affrontare. Finora non ha avuto grande successo. Potter dice di aver visto tutto?»

La signora Weasley annuì.

«Si» rispose a disagio «Sapete sembra quasi che Silente se l'aspettasse»

«Beh» ribatté Moody «Tutti sappiamo che quel ragazzo ha qualcosa di strano»

Ive rimaneva in silenzio e ascoltava. Lanciò uno sguardo verso la porta, era sicura che i ragazzi non avrebbero lasciato perdere senza fare nemmeno un tentativo per origliare, dopotutto c'erano anche Fred e George

«Silente sembrava preoccupato, quando gli ho parlato stamattina»

Mormorò la signora Weasley e la Serpeverde rigirò la testa tornando a seguire la conversazione.

«Certo che è preoccupato!» esclamò Moody «Il ragazzo vede cose da dentro la testa del serpente di Tu-Sai-Chi. Potter non se ne rende conto ma potrebbe essere posseduto da Tu-Sai.Chi.»

...

Nei giorni seguenti Ive non poté fare a meno di notare che Harry tendeva a rintanarsi sempre da solo nella camera sua e di Ron e a evitare di scendere di sotto se non per i pasti. Come se volesse stare lontano da tutti. Ive pensava fosse alquanto strano, poi si ricordò che probabilmente lui e gli altri avevano spiato la conversazione al San Mungo. E tutto si fece più chiaro, come avrebbe potuto Harry (con quell'animo da Grifondoro che si ritrovava) non nascondersi per proteggere gli altri dopo ciò che Malocchio aveva supposto su di lui?

Era diretta proprio nella camera dove Harry era chiuso da tutta la mattina quando sentì delle grida provenire da essa.

«Resta dove sei? Anche quando sono stato attaccato da quei Dissennatori è tutto quello che sono riusciti a dirmi! Stai buono che gli adulti sistemano tutto, Harry! Non ti diciamo niente perché il tuo cervellino potrebbe non sopportarlo!»

Ive aprì leggermente la porta, affacciandosi con la testa.

«Si può? Oppure rischierei di saltare in aria se entrassi?»

Chiese alzando le sopracciglia.

«No no! Entra...» borbottò il quadro di Phineas Nigellius appeso sopra la testata del letto «Magari riesci a farlo ragionare tu questo piccolo imbecille Grifondoro. Poi mi chiedono perché odiassi insegnare... tutti uguali questi ragazzini pensano di avere sempre ragione!»

«Ok Phineas grazie mille per i tuoi... "Complimenti" e per aver riferito a Harry quello che presumo fosse un messaggio del professor Silente ci parlo io con lui»

«Tutto uguali voi ragazzini» borbottò l'ex preside «Confidavo negli studenti della mia casa ma tu sei ancora più egocentrica e sbruffona di lui»

A quel punto Ive cominciò ad irritarsi sul serio, Phineas Nigellius era davvero il quadro più insopportabile che avesse mai conosciuto.

«Senti perché non ti tappi quella bocca e non te ne torni da dove sei venuto?» disse acida guadagnandosi un'occhiata truce da Nugellius «Oh e già che ci sei perché non mi saluti Silente?»

||Ive Lestrange, The Nightmare's Mystery (l'Ordine della Fenice)||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora