Capitolo 7: La Nobile Antichissima Casata dei Black

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La signora Selwyn era arrivata una mezz'oretta più tardi e venne servita da un balbettante signor Genner, con grande disappunto di Ive, che quella mattina aveva una particolare voglia di lavorare (cosa che non accadeva spesso) anche per dimenticare quanto successo la sera prima.

«B..b... bene, Imogen! Sono dieci G-galeoni...»

stava dicendo il signor Genner semi nascosto dalla grande scatola sopra al bancone.

«Grazie, Gred..» ringraziò lei con un pomposo sorriso sul volto rotondo «Ci vediamo!»

E se ne era andata. Successivamente la giornata era trascorsa molto lentamente. Quasi nessuno era entrato nel negozio, anzi a dir la verità solo un ragazzino di massimo dieci anni che cercava i suoi genitori. Quando finalmente Ive vide le lancette dell'orologio segnare mezzogiorno, tirò un sospiro mentre entrava nel retro del negozio dove l'altra commessa, Martha credeva si chiamasse, si stava preparando per incominciare il turno.

«Ciao Ive!»

la salutò con voce squillante.

«Martha...»

rispose lei aprendo l'armadietto per afferrare la borsa. Da una parte non vedeva l'ora di tornare a casa e sdraiarsi sul letto dall'altra... non avrebbe avuto niente da fare e i suoi pensieri avrebbero ripreso a tormentarla. Mentre scavalcava il Fermaporta Frumuloso andò a sbattere contro qualcuno che evidentemente aveva una gran fretta di arrivare al bancone. Non vide il suo volto, perché aveva il cappuccio del mantello che lo copriva e gli scoccò un'occhiataccia quando lui o lei procedette per la sua strada senza far troppo caso al fatto che l'aveva fatta cadere. Quando ormai stava per aprire la porta venne richiamata da una voce maschile.

«Ehi tu...» si voltò verso quello che aveva appreso essere un ragazzo (e che continuava a non mostrare il viso) «Per caso hai visto...»

Lei lo interruppe alzando un sopracciglio.

«Senti... se non te ne frega niente della gente che fai cadere quando cammini per strada sono affari tuoi però.... se ti serve qualcosa abbi almeno l'educazione di salutarmi e anche di chiedermi scusa dato che stavi per farmi ammazzare da questo stupido Fermaporta!»

«Ma chi ti credi di essere... ragazzina?» anche se non poteva vederlo Ive era sicura che stesse ghignando «Credi di essere ancora a scuola dove sei la più grande e puoi prenderti beffa degli altri? Beh mi dispiace deluderti ma qui siamo nel mondo reale e tu sei solo una ragazzina!»

Non conosceva il suo nome ne il suo volto ma quel ragazzo già le stava antipatico. Eppure quella voce le era vagamente familiare.

«Bene... questo vuol dire che non hai più bisogno di quello che volevi da me?» disse con una finta aria da angioletto «Adesso torno a casa...»

Si voltò tenendo la spallina della borsa con una mano per evitare che scivolasse.

«No... cosa...? Ragazzina, dove credi di andare!» disse rincorrendola mentre lei si avviava a passo svelto verso l'uscita di Diagon Alley «Uff! E va bene! Mi dispiace per averti fatta cadere...!»

Ive sorrise soddisfatta.

«Cosa vuoi?»

«Quella ragazza bionda, stamattina presto...»

«Non so niente di lei.» rispose la Serpeverde «Non era venuta per comprare quindi non ho un nome, so solo che cercava Rebastan Lestrange e Edith Smith»

Non lasciò neanche che il ragazzo la ringraziasse e riprese la propria strada.

...

Arrivata a Grimmauld Place entrò ma se ne pentì subito sentendo le urla della signora Weasley rivolte a Mundungus.

||Ive Lestrange, The Nightmare's Mystery (l'Ordine della Fenice)||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora