Capitolo 2: Mi Mancherai

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"...Uscita dallo studio di Silente Ive era scesa nel parco di Hogwarts. Mentre varcava l'ingresso del castello un'ondata di rabbia mista alla tristezza e alla paura aveva riempito la sua mente e, senza sapere da dove provenissero le lacrime, era scoppiata a piangere. Corse verso il Lago Nero, quasi senza respirare tra i singhiozzi e l'affanno. Ma una volta arrivata non si fermò, una corsa non era bastata per sfogarsi, per far uscire quel senso di frustrazione. Così dopo un grosso respiro ansante, aveva preso a raccogliere quel che le capitava da terra e a tirarlo nel lago freneticamente. Non importava cosa fosse, avrebbe buttato anche migliaia di Galeoni. Aveva la vista annebbiata e non si rendeva nemmeno conto di ciò che prendeva in mano, esistevano solo lei e tutta quella rabbia verso se stessa che le faceva vorticare nel petto la voglia di distruggere qualsiasi cosa. Alla fine crollò. Le sue gambe cedettero, forse sotto il peso del suo corpo, forse sotto il peso di quei troppo sensi di colpa. E si ritrovò seduta, con il fiatone, la schiena appoggiata a quella quercia che era stata il luogo di ritrovo suo e di Cedric, quella grande ombra dove con il rumore dell'acqua in sottofondo aveva trascorso molti fra i più bei momenti della sua vita. 

«Hey» aveva mormorato con dolcezza una voce ormai fin troppo familiare «Come va?»

Ive osservò Thomas sedersi accanto a lei, pensando che probabilmente il ragazzo già sapeva che la risposta a quella domanda era "male".

«Meglio» mentì e lui la guardò con rimprovero «Ok... in realtà no...»

lui fece un sorriso compassionevole. Ive non voleva compassione, ma non poteva rifiutare l'abbraccio che il suo amico le stava offrendo. Rimasero stretti l'una all'altro per vari minuti.

«Tra poco dovrò ripartire...» 

fu lui ad interromper il silenzio. Lei alzò lo sguardo, fissandolo intensamente negli occhi.

«Mi mancherai...» mormorò con ancora i segni delle lacrime intorno agli occhi «Tanto...»

poi si riappoggiò al suo petto godendosi quelle ultime ore insieme a lui"

In effetti era vero... Thomas le mancava. E l'unico modo per colmare quel senso di vuoto era leggere e rileggere quell'unica lettera che lui le aveva mandato e a cui lei non aveva nemmeno potuto rispondere. Lì a Grimmauld Place, infatti, si doveva limitare la posta al minimo indispensabile per diminuire le possibilità di essere scoperti. Oltre Thomas, le avevano scritto anche Edward, Benjamin e Tamsin. Il ragazzo dai capelli blu, in particolare, le aveva inviato una lettera di auguri e con le sue battutine era riuscito a strapparle un sorriso. Ma Ive sapeva che anche mentre scriveva quelle parole, Tamsin stava soffrendo, era solo molto bravo a nasconderlo. Lei invece non era affatto brava a nascondere la propria malinconia, ma non lo reputava un problema. Perciò aveva scelto di non festeggiare il suo compleanno e si era limitata ad avvertire gli zii che si era trovata un lavoro ad Diagon Alley e che visto che era maggiorenne si sarebbe trasferita al Paiolo Magico. 

"...«Cerca di non essere troppo triste» le aveva detto il ragazzo dai capelli blu accarezzandole una guancia, quando erano scesi al binario nove e tre quarti «Quando ci rivedremo mi aspetto di trovarti come prima» 

aveva fatto un mezzo sorriso, che Ive aveva ricambiato, ma in fondo entrambi sapevano che non era possibile.

«Tu invece cerca di fare meno battute senza senso...» aveva ribattuto lei, posando una mano su quella di Tamsin. «Che tanto l'ho capito come sei triste dietro questo sorrisetto...»

Tamsin si era scostato bruscamente, annullando il contatto con Ive. La Serpeverde si era resa conto di aver usato un tono forse troppo duro, ma non sopportava che l'amico non si fidasse a raccontarle ciò che provava. Lei si era sfogata con lui, l'unica cosa che non gli aveva raccontato era di essere stata complice della morte di Cedric, ma lo aveva fatto perché aveva paura che lui la odiasse. Aveva raccontato di aver aiutato Barty Crouch Jr. solo ad una persona, Thomas. Non capiva il perché ma sapeva che a lui poteva raccontare anche le più terribili delle sue azioni. Forse era il fatto che anche Thomas avesse un passato non proprio semplice e che lui sapesse cosa si provava ad essere giudicati per i propri errori.

||Ive Lestrange, The Nightmare's Mystery (l'Ordine della Fenice)||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora