Capitolo 16: I Maschi Sono Degli Idioti

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Quella giornata ad Hogsmeade fu incredibilmente rilassante. Ive era stanchissima, doveva ancora abituarsi al ritmo del settimo anno. Tamsin su questo non aveva molti problemi, perché la maggior parte delle cose le aveva già fatte. Erano andati prima da Mielandia per rifornire le loro scorte di dolci magici, poi avevano fatto un giro da Zonko dove avevano incontrato i gemelli Weasley che si stavano caricando di scherzi, e infine si erano fermati ai Tre Manici di Scopa. Il locale aveva un'atmosfera calda e confortevole, niente a che fare con la confusione e l'odore insano del Paiolo Magico. Madama Rosmerta si avvicinò sorridente al tavolo dove erano seduti il Tassorosso e la Serpeverde.

«Una Burrobirra alla menta e una normale, grazie»

ordinò Tamsin, conoscendo già i gusti della sua amica. La barista fece una altro sorriso e tornò annuendo al bancone per preparare le bevande. Cominciarono a chiacchierare un po' di tutto partendo dalle lezioni e dai rispettivi professori (Tamsin aveva deciso di prendere continuare con le materie basilari dato che aveva già i M.A.G.O. che gli servivano, tipo Trasfigurazione e Incantesimi), per poi arrivare a ridere perché al suo terzo anno Tamsin aveva fatto esplodere per sbaglio un Bobotubero in faccia alla Sprite.

«È strano vederti con questi capelli» sorrise la Serpeverde allungando una mano oltre il tavolo per scompigliare la chioma castana del Tassorosso «Mi ci devo ancora abituare»

Lui ridacchiò.

«Beh, adesso non potrai più chiamarmi Mr. Capelli Blu...» disse «Però io posso continuare a chiamarti Nanerottola, perché sei rimasta bassa come prima!»

Ive gli scoccò un'occhiataccia e incrociò le braccia al petto, bevendo un sorso di Burrobirra.

«Ti odio»

Tamsin ridacchiò ancora.

«È inutile che fai la finta offesa, tanto lo so che non puoi vivere senza di me» Ive non rispose e continuò quella scenetta, sorridendo sotto i baffi. Tamsin si alzò con un sorriso rassegnato per sedersi sulla panca opposta, accanto a Ive. La Serpeverde aveva il gomito destro appoggiato sul tavolo e si teneva la testa con la mano, cercando di non ridere per proseguire quella messa in scena. Lanciò un'occhiata di sottecchi a Tamsin mentre lui le cingeva la vita con le braccia e appoggiava la testa sulla sua spalla. Le scapparono alcuni sorrisi e il Tassorosso se ne accorse perché Ive sentì la sua risata contro il proprio orecchio. «Vedi?» mormorò Tamsin «Non riesci a tenermi il broncio nemmeno due minuti»

A quel punto anche Ive si lasciò andare e si voltò ricambiando l'abbraccio. Si strinse al suo petto, lasciando perdere i capelli che le finivano in bocca, e inspirò il profumo dell'amico, fresco e frizzante, mentre lui la avvicinava di più, incrociando le braccia dietro la sua schiena.

«Hai ragione...» disse Ive alzando la testa «Cosa fare senza di te?»

«Beh probabilmente non sorrideresti mai»

Rispose Tamsin con un sopracciglio alzato. Forse nella sua testa quella era una battuta, ma dal tono con cui l'aveva detta non sembrava.

«Già...» sospirò Ive «Probabilmente ora sarei nel dormitorio... da sola...»

Da sola. Se non avesse avuto Tamsin sarebbe rimasta da sola, aveva perso i suoi migliori amici. Ripensare al litigio con Edward le fece scappare un singhiozzo, che cercò di soffocare rituffando la testa nel petto del Tassorosso. Lui le mise un braccio attorno alle spalle e sfregò le mani contro la sua schiena per consolarla.

«Ehy...» sussurrò prendendole il viso tra le mani «Va tutto bene... non ci pensare»

Ive fece un sorriso e si scostò per asciugarsi le lacrime.

||Ive Lestrange, The Nightmare's Mystery (l'Ordine della Fenice)||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora