Capitolo 17:Cosa fai altrimenti?

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Se Ive si aspettava che quella sensazione di tranquillità durasse, si sbagliava. Già la mattina dopo, a colazione, quell'essere una normale diciassettenne era già sparito. Al tavolo di Serpeverde tutti si stavano passando un qualcosa che Ive distinse come una copia della Gazzetta del Profeta e subito dopo aver letto i titoli spalancavano la bocca e cominciavano a lanciare di soppiatto delle strane occhiate alla Umbridge. Benjamin invece scrutava tutti con aria soddisfatta (anche quelli delle altre case) con una lettera posata accanto al piatto, dove c'era una fetta di torta alle carote. 

«Ma che succede?» chiese Ive ad un ragazzino del secondo anno che ingurgitava grosse sorsate di succo di zucca accanto a lei «Che dice di così strabiliante il Profeta?»

«Non lo sai?» rispose il ragazzino, non sputando per poco tutto il liquido arancione che aveva in bocca «La Umbridge è diventata l'Inquisitore Supremo di Hogwarts»

«Inquisi-che?»

esclamò Ive.

«Inquisitore Supremo» annuì Benjamin infilandosi nella conversazione «Si mio padre me lo aveva scritto ieri sera, subito dopo che il Ministro lo ha deciso»

«E cosa dovrebbe fare l'Inquisitore Supremo?»

chiese Ive alzando un sopracciglio.

«Metterà sotto verifica tutti gli insegnanti, per eliminare quelli che non sono degni del ruolo che ricoprono»

rispose il biondo con fare diplomatico. Era diventato un perfettino da quando erano rientrati a scuola.

«Tipo se stessa?»

borbottò Ive credendo di averlo solo pensato, ma il "Cosa?" dell'amico le fece capire che l'aveva detto ad alta voce.

«Beh dico solo che forse avremmo bisogno di una professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure che abbia un briciolo di cervello invece di un rospo grasso e sdolcinato che non ci fa nemmeno prendere in mano la bacchetta...»

«Come ti permetti!» esclamò Benjamin mantenendo quell'aria da perfettino. A Ive sembrava quasi di riavere Percy Weasley lì a Hogwarts, solo in versione Serpeverde. «La professoressa Umbridge è perfettamente in grado di insegnare la materia che le è stata affidata. E di certo non sei tu, una stupida ragazzina, a dover giudicare il suo operato»

Stupida ragazzina?

Benjamin le aveva veramente dato della "Stupida ragazzina"?

Probabilmente a qualcun altro avrebbe risposto per le rime, ma Benjamin l'aveva... delusa.

Ive era convinta che dopo il litigio con Edward il biondo stesse almeno un po' dalla sua parte, ma probabilmente non era così. Si limitò a scuotere la testa e uscì silenziosamente dalla Sala Grande. Come se non bastasse in prima ora avevano Difesa Contro le Arti Oscure. 

Erano le otto e mezza. Possibile che mancasse ancora mezz'ora alla fine di quello strazio? Ive pensò che dovesse essere la sua immaginazione, ma la Umbridge continuava a rifilarle delle strane occhiate maligne. Anche se non sarebbe stato strano visto che era completamente accasciata sul banco e non guardava il libro (ancora chiuso accanto a lei) nemmeno per sbaglio.

«Signorina Lestrange» gracchiò il rospo rosa senza neanche provare a nascondere l'astio e l'amarezza che aveva riversato nel pronunciare il suo nome «Vedo che lei non sta leggendo il capitolo assegnato.» constatò appoggiando la punta della bacchetta alla mano sinistra mentre si avvicinava "Che genio!" pensò Ive «Come mai?»

La Serpeverde si sistemò meglio sulla sedia e fissò la Umbridge dritto negli occhi. Cercando di resistere alla tentazione di affatturarla.

«Beh... perché lo ritengo inutile» disse mantenendo un finto tono educato e rispettoso. La professoressa assunte un cipiglio interrogativo «Due capitoli di un libro posso anche leggermeli da sola nella mia stanza, e allora lei che ci sta a fare qui? Incide frasi sulle mani degli studenti? Perché tanto solo quello sa fare!»

||Ive Lestrange, The Nightmare's Mystery (l'Ordine della Fenice)||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora