Capitolo 4: Un Sorriso Bellissimo

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Ive non si voltò nemmeno per vedere chi era entrato, non aveva importanza chi fosse tanto non voleva vedere nessuno.

«Vattene»

disse continuando a tenere le spalle alla porta. 

«Si, mi aspettavo questa reazione»

ridacchiò George Weasley sedendosi affianco a lei.

«Allora perché sei qui?»

chiese Ive acida, con un sorriso di scherno sulle labbra. Guardò solo per un secondo il rosso e poi riportò lo sguardo sul muro.

«Io non ti disprezzo» disse fissandola tanto intensamente che gli occhi della ragazza si puntarono nei suoi come attratti da una calamita. «Anzi... io penso che tu sia fantastica e anche Fred lo pensa, però io credo di...»

George rimase parecchio stupito dall'abbraccio che la Serpeverde gli diede, interrompendolo.

«Grazie...»

gli sussurrò all'orecchio con la testa poggiata sulla sua spalla e lo sentì irrigidirsi un attimo.  Poi però si rilassò anche lui.

«Sbaglio o la morte di Cedric ti ha fatta diventare più gentile?»

Le sussurrò divertito. Lei gli tirò uno schiaffo sulla nuca lasciandosi scappare una risata e pensando che probabilmente la Ive di due anni prima probabilmente lo avrebbe appeso per un orecchio al davanzale della finestra per aver scherzato su un argomento così serio e delicato come la morte di Cedric. Poi lo sguardo le si incupì e si staccò dall'abbraccio, cominciò a spostare lo sguardo per la stanza  pur di non incontrare quelli del rosso.

«Sai... » disse ad un certo punto lui mentre Ive fissava la sua bacchetta, ancora posata sul comodino «Non mi stava molto simpatico Cedric eppure... penso, anzi sono sicuro, che lui i amasse tanto. Si vedeva dai suoi occhi quando ti guardava, era come se.... come se per lui fossi la cosa più bella del mondo. Per questo... per questo ho rinunciato a chiederti di uscire... ti vedevo felice e... e mi bastava»

Ive rifletté per una attimo. Per quanto tempo aveva trattato male quel ragazzo? Sei anni. 

«Scusa...» mormorò «Io... io sono stata perfida con te... »

lui scosse la testa.

«Fa niente...» mormorò con un sorrisino furbo che confuse Ive «La delusione più grande era il fatto che non ridevi alle battute mie e di Fred»

lei lo guardò spalancando gli occhi.

«Sei serio?»

disse lasciandosi sfuggire un sorriso.

«Adesso però ridi...» sussurrò ancora lui con una strana luce negli occhi «E... hai un sorriso bellissimo...»

aggiunse mordendosi il labbro e solo in quel momento Ive si rese conto di quanto era vicino. Poteva vedere i riflessi verdi nei suoi occhi e forse anche contare le lentiggini sul suo naso. Era troppo vicino. Aveva afferrato le mani della ragazza e se le era posate sulle spalle. Lei, interdetta, era rimasta paralizzata con le labbra socchiuse e gli occhi puntati sullo sguardo scaltro di lui. George dall'altra parte teneva la guancia tra i denti, come se stesse cercando di farsi coraggio per qualcosa. Ive cacciò fuori l'aria e fece scivolare le mani lungo le braccia del rosso facendole ricadere sul letto seguendole con gli occhi, per poi riportare lo sguardo su di lui. Il Grifondoro stava annuendo con la testa bassa e le labbra tirate in dentro. Non disse niente, semplicemente si alzò con un sospiro e uscì. Lei non capiva cosa fosse appena successo, rimase a fissare il legno scuro della porta che lui aveva chiuso. Cosa aveva fatto di male?

Alcuni minuti dopo Ive udì un crash proveniente dal piano di sotto.

Probabilmente Tonks ha di nuovo fatto cadere il portaombrelli all'ingresso.

Pensò e infatti il rimprovero della signora Weasley non tardò ad arrivare seguito dalle urla del quadro di Walburga Black. Ive alzò gli occhi al cielo, sua cugina era veramente imbranata, ma almeno aveva trovato un modo per sapere che la riunione era finita senza dover parlare con nessuno. Scese di sotto.

«Ho... detto... TACI!»

stava ruggendo Sirius contro sua madre, quando lei ormai era sull'ultimo gradino, mentre con Remus chiudeva la tenda davanti al quadro. Poi Sirius si voltò verso Potter, anche lui sembrava essere appena sceso accanto ai suoi amici.

«Ciao Harry» disse un po' ansante in tono cupo «Vedo che hai fatto conoscenza con mia madre»

«Beh per uno che ha visto in faccia la morte...» borbottò ironica Ive «Una vecchia decrepita non deve essere così sorprendente»

aggiunse, mentre finiva di scendere le scale, masticando una Gomma Bolle Bollenti. Tutti i presenti la guardarono male. Tutti tranne Potter che aveva lo sguardo confuso fisso su Sirius.

«Tua...?»

 chiese, mentre Ive alzava le mani in segno di resa.

«La mia cara vecchia mamma, si» disse Sirius rassegnato «È un mese che proviamo...»

Ive sapeva tutta la fatica per cercare di staccare quel quadro dal muro e non le interessava sentire Sirius che lo raccontava a Potter così si diresse nella cucina che ancora non era pronta per la cena. C'era solo Mundungus Fletcher mezzo addormentato su una poltrona nell'angolo. Mundungus, a volte chiamato Dung, era un mago basso e calvo con una piccola barba grigiastra. Era un criminale, commerciava illegalmente e Ive non sapeva nemmeno perché fosse entrato nell'Ordine.

«Dung...»

lo salutò prima di rendersi conto che stava dormendo. Alzò gli occhi al cielo e si sedette al tavolo, appellando un bicchiere d'acqua.

˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜

Holaaaaa!

Che ne pensate del momento Ive-George all'inizio del capitolo? 

Li shippate? se si trovate un nome per la ship!

Vi è piaciuto questo capitolo? fatemelo sapere con una stellina o con un commento!

bye

_silvia





||Ive Lestrange, The Nightmare's Mystery (l'Ordine della Fenice)||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora