Capitolo 13: Avrebbe Potuto non Riconoscerlo?

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Anche una volta che fu sdraiata nel suo letto non riuscì a stare tranquilla. Pochi minuti dopo infatti arrivarono le sue compagne di stanza. Charlotte si scaraventò sul suo letto, in fondo alla stanza, mentre Megan e Isla chiacchieravano animatamente e dalle poche parole che Ive sentì sembrava che l'argomento fossero i ragazzi. Sospirò. Le davano incredibilmente fastidio quelle due ma a volte avrebbe voluto essere come loro, avrebbe voluto chiacchierare di ragazzi come una normale diciassettenne.

«Allora...» Megan si voltò verso di lei ghignando «Ho sentito che il tuo amico Smith e la sua ragazza Mezzosangue si sono lasciati»

Disse malignamente. Ive sbuffò, mettendosi a sedere.

«Si Edward ha commesso l'errore più grande della sua vita. Ma non ti permetterò di approfittarne per salargli addosso»

disse con i nervi a fior di pelle, cercando comunque di restare apparentemente tranquilla. Il ghigno della bionda si ingigantì.

«Uhhh» ridacchiò «Non sarai mica gelosa... Non sarà per questo che ha lasciato la ragazza? Non sarà che tu... che voi...?»

«CHIUDI QUELLA BOCCA, MEGAN!» esclamò a quel punto «Sai non sono tutti come te. Edward è il mio migliore amico e anche se abbiamo litigato io voglio solo il meglio per lui. Il meglio, non una gallina- per non dire peggio- come te!»

Si alzò dal letto, ormai rassegnata all'idea che non sarebbe riuscita a dormire. Scese di sotto, nella Sala Comune c'era ancora un rumoroso via va di studenti, tra gruppetti di ragazze che indicavano le loro cotte alle amiche, i membri della squadra di Serpeverde che discutevano di Quidditch e Draco e Pansy che chiedevano informazioni a Benjamin sul loro ruolo di prefetti. Ive lanciò un'occhiata all'amico passandogli accanto per andare a sedersi su una delle poltrone vicino alla finestra. Lui ricambiò ma Ive non riuscì a capire se fosse uno sguardo positivo o negativo era... inespressivo. Si mise seduta con le gambe incrociate sul cuscino nero della poltrona. Si perse a fissare il soprammobile di metallo a forma di serpente sopra al tavolino in legno davanti a sé. Si appoggiò al vetro della finestra oltre il quale, tra le alghe del Lago Nero, due Avvincini si litigavano un pesce. Ive si rilassò al contatto di quel materiale duro e freddo e, senza nemmeno rendersene conto, cadde in leggerissimo sonno cullato dalle voci dei Serpeverde.

Quando riaprì gli occhi la fioca luce verdastra che di solito illuminava la Sala Comune era spenta. Ive sbatté le palpebre un paio di volte per abituarsi all'oscurità. La stanza era immersa nel silenzio ma si sentivano ancora le risatine di alcune ragazze dal dormitorio quindi non doveva essere troppo tardi.

«Sei stata grande con Megan!»

ridacchiò qualcuno accanto a Ive, facendola sobbalzare.

«Charlotte! Santo Salazar che infarto!»

Disse mettendo a fuoco la figura dei capelli verdi della ragazza.

«Scusa... senti, è vero che hai litigato con il tuo amico?»

Ive annuì.

«Si, perché?»

Charlotte scosse la testa.

«Ho visto Ben prima... sembrava molto turbato»

spiegò abbassando lo sguardo. La mora annuì di nuovo.

«Credo che non sappia decidere se vuole dare ragione a lui o a me»

aggiunse.

«Comunque» Charlotte cambiò discorso «Adesso possiamo anche tornare di sopra, Megan e Isla dormono: "Domani è il primo giorno di scuola non possiamo avere le occhiaie" testuali parole»

||Ive Lestrange, The Nightmare's Mystery (l'Ordine della Fenice)||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora