Capitolo 4

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Il mondo si è fermato. Ha smesso di girare nella sua orbita.

Tutto è incastrato alla perfezione, nulla si muove.

C'è silenzio. Ordine.

Questa è la mia realtà quando Sydney è al mio fianco.

Non penso più a nulla, è come se vivessi in una bolla.

Tutto si concentra esclusivamente su di lei.

La guardo mentre guida, le dita strette al volante, le labbra corrucciate in un'espressione tutta sua.

Gli occhi stanchi, ma vispi come al solito.

Il suo odore in questa auto, che sa di lei, sa ancora un po' di noi.

Sui sedili posteriori c'è ancora quella coperta che abbiamo usato per le nostre scappatelle notturne, quando era impossibile stare ovunque, se non da sole, appartate in qualche parcheggio buio.

Quando le presenze altrui diventavano opprimenti, quando le cose si facevano pesanti, e fuggivamo via.

Sà ancora di noi, ne sono sicura. Come tutto il resto qui dentro.

Dai suoi pacchi di sigarette a metà, agli accendinicolorati.

Alle mie confezioni di caramelle, quelle buone alla fragola, che poi puntualmente mangiava sempre lei.

Ai miei elastici per capelli, che perdo ovunque.

E che ritrovava, per poi indossarli al polso.

'' Profumano di te. '' mi diceva.

Mi giro lentamente, senza dare nell'occhio.

Come al solito, è più disordinata di me.

Lattine vuote gettate alla rinfusa, un paio di felpe ammucchiate sul sedile e qualche cartaccia inutile.

Mi sfugge un sorriso, e lo tengo per me.

Ma quando torno dritta, lei mi scocca un'occhiata. « Che c'è? » mi domanda, con la sua solita voce roca.

« Nulla. Mi domandavo se avessi.. »

Stavo per chiederle se l'avesse lavata, se l'avesse usata ancoradopo di noi.

Ma non mi lascia terminare la frase, scuote il capo e guarda dritto davanti a sé, intuendo al volo la mia domanda.

« No, non l'ho fatto. Ha ancora un buon profumo. »

Il mio cuore perde un battito. Le mani mi sudano, e non serve a nulla sfregarle contro i jeans.

Credo di non riuscire a respirare, per questo cerco di calmarmi e di regolarizzare i battiti.

Sta calma, Chanel. Ricordati sempre di contare fino a dieci.

Questa è la regola fondamentale, quando sono con lei. Se mi lascio prendere troppo dalle emozioni, finisco per non capire più nulla.

Dico cose senza senso, mi imbarazzo inutilmente, e cado nei medesimi errori di sempre.

Lei interpreta il mio silenzio ad un modo tutto suo; canticchia in maniera stonata una delle sue canzoni preferite, una di quelle che stona tantissimo con il genere che ascolto io.

Mi ha sempre presa in giro sui miei gusti musicali, ed io ho sempre preso in giro lei, anche se, non lo nascondo, ho provato più volte a cimentarmi nell'impresa di ascoltarle.

Tamburella le dita sul volante, poi la destra si sposta sul cambio. Le sue nocche mi sfiorano il ginocchio, ed io mi ritrovo a ritrarmi leggermente, avvertendo subito un leggero formicolio alla nuca.

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