Capitolo 17

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Dovrei odiarla.

È tutto quello che mi viene da pensare, mentre mi lascio trascinare da lei giù per le scale che portano ai garage.

Non dovrei starle dietro, non dovrei ascoltarla, non dovrei concedermi.

È come se la mia testa stesse urlando questi pensieri, si stesse davvero sgolando per farsi sentire.

Ma il mio cuore no, lui fa sempre a modo suo. Diventa sordo ai richiami della ragione, e agisce come più gli piace.

È sempre stato cosi, ecco perchè sono una stupida, idiota, che corre dietro alla sua ex ragazza, che ha appena picchiato violentemente uno sconosciuto per le sue stupide gelosie, e che non vuole far altro che intrufolarsi tra le mie gambe per scopare.

Dovrei impedire a me stessa di seguirla.

Ma quando lei si ferma davanti al nostro garage e inserisce la chiave, voltandosi poi verso di me con un sorriso furbo sulle labbra, io non ci riesco.

Tutta la mia buona volontà svanisce nel nulla. Tutti i pensieri si accartocciano, come lattine ormai vuote.

È cosi ogni volta, che io lo voglia o no.

La serranda si alza del tutto, e Sydney mi afferra entrambi i polsi e mi trascina dentro, per poi far scattare nuovamente la chiave, chiudendoci all'interno.

Mi guardo intorno con un vago senso di disagio.

Queste stanze vengono usate per droga e sesso.

E il solo pensiero di trovarmi in un posto cosi sporco e illegale, mi rende nervosa.

Non c'è nulla, è soltanto una stanza vuota con quattro pareti dalle scritte sbiadite.

Le coppie che sono passate di qui vi hanno lasciato il segno.

Ti amo. Sei la mia vita. Per sempre noi.

Quante stronzate.

Come se l'amore possa essere dimostrato attraverso una scritta sbiadita su un muro.

Magari si saranno lasciati dopo un giorno. Magari si tradivano.

Magari era un ' ti amo ' dettato dall'euforia del momento.

Che schifo l'amore.

Certe volte è talmente sporco, infetto.

E poi c'è un'unica lampadina appesa al soffitto, unica fonte di luce.

È un posto squallido.

Sydney mi viene vicino, le sue mani corrono sul mio viso, prendendomi per le guance e sollevandolo verso il suo, per guardarmi dritto negli occhi.

« Cosa c'è bimba? »

La sua voce è come un calmante; mi rilassa all'istante, ma allo stesso tempo mi provoca i brividi.

Avverto il suo respiro confondersi lentamente col mio, i suoi occhi fissarmi le labbra.

E poi è sempre più vicina.. fino a quando non mi tiro indietro, e stringendomi le braccia al petto, mi guardo ancora intorno.

« Non mi piace qui. » le dico, cercando di trattenere l'ansia nel tono di voce.

Le sue braccia cascano a peso morto lungo i fianchi.

La sento sospirare; so che in questo momento non mi sopporta.

So che mi trova pesante e lagnosa.

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